In Svizzera abbiamo fatto delle scelte lungimiranti: il voto popolare sull’articolo costituzionale per la protezione delle alpi, la costruzione della trasversale alpina che sarà inaugurata il 1° giugno prossimo e la decisione di trasferire le merci su rotaia. Scelte che con il raddoppio della galleria autostradale del Gottardo verrebbero messe a rischio.
Dire No al raddoppio non significa “isolare il Ticino per tre anni”, come sostengono i fautori del secondo tunnel. Come dimostra il recente rapporto (novembre 2015) dell’Ufficio federale delle strade USTRA, la galleria attuale può essere mantenuta in funzione fino al 2035: ciò significa che il risanamento dell’attuale galleria può essere effettuato senza chiusura totale! Inoltre, quando si inizieranno i lavori di risanamento dell’attuale galleria autostradale, saranno disponibili e in funzione sia la galleria ferroviaria di base del Gottardo, che anche quello del Ceneri.
Dire No al raddoppio significa invece essere realisti: il tanto decantato “raddoppio senza aumento di capacità” purtroppo è una mera illusione. Ricordiamoci la promessa fatta dall’allora Consigliere federale Hürlimann negli anni ’70, in occasione dell’apertura della galleria autostradale del Gottardo: “La Svizzera non diventerà mai un corridoio del traffico pesante!” Ebbene, annualmente ogni anno passano circa 750’000 camion, e il raddoppio darà il via libera a un ulteriore aumento, dovuto all’enorme pressione che l’Europa farà per aprire le quattro corsie, e allo spostamento del traffico pesante dall’asse del Brennero a quello del Gottardo. Infatti il raddoppio aumenterà l’attrattività del Gottardo per gli automezzi pesanti, per un terzo dei TIR che oggi passano dal Brennero esso diventerà un‘interessante alternativa… più breve e a quattro corsie.
Dire No al raddoppio significa, inoltre, rispettare l’articolo costituzionale sulla protezione delle alpi e non dare man forte al sabotaggio della politica di trasferimento delle merci su rotaia. Significa non mettere ulteriormente a repentaglio la protezione dell’ambiente e la qualità di vita sull’arco alpino, ma anche nelle regioni più a sud o a nord. Diverse pubblicazioni dell’Ufficio federale dell’ambiente UFAM e ricerche dell’Istituto tropicale e di salute pubblica svizzero (Swiss TPH) dimostrano che, da una parte, il traffico stradale è la causa principale dell’inquinamento peggioramento dell’aria (emissioni di ossido di azoto e di polveri fini) lungo gli assi alpini anche a nord del Ticino e, dall’altra parte, che l’inquinamento atmosferico causato dal traffico ha degli effetti negativi sulla salute della popolazione toccata.
Le ondate di caldo di quest’estate e il periodo prolungato di siccità dei mesi scorsi evidenziano i cambiamenti climatici dovuti all’inquinamento. Una politica lungimirante è quella che agisce nell’interesse delle future generazioni. Una politica che passa necessariamente da una diminuzione del traffico – possibile solo con un No al raddoppio!
Pubblicato sul Giornale del popolo il 16.2.2016
