1) Nella quasi totalità dei Cantoni i discendenti diretti oggi sono esenti. Perché tornare a tassarli, oltretutto con un’aliquota unica, col rischio di creare iniquità fra loro e altri eredi?
Chi eredita lo fa senza alcuno sforzo, a differenza di chi ha un reddito normale che deve fare i conti con imposte sul reddito e tasse indirette come i premi delle casse malati e le imposte sui consumi sempre più elevati. Al contrario, a essere sgravati sono patrimoni e capitali. L’iniziativa propone quindi una riforma moderata della fiscalità. In Svizzera il 2% della popolazione più ricca possiede un patrimonio pari a quello del restante 98%, Questa concentrazione della ricchezza è nociva e mina la coesione sociale. L’iniziativa è un piccolo passo per riequilibrare questa situazione, essa vuole più equità introducendo un’imposta sulle successioni del 20% sui grandi patrimoni superiori a 2 milioni di franchi, dai quali saranno dedotti i debiti, come ad esempio le ipoteche.
2) Perché rimettere in discussione la sovranità fiscale dei Cantoni?
L’iniziativa vuole eliminare l’attuale sistema poco trasparente e differente in ogni Cantone, in tal modo in tutta la Svizzera, discendenti indiretti e non parenti saranno trattati alla stessa stregua dei discendenti diretti. I Cantoni saranno indennizzati per la perdita della loro competenza rendendoli partecipi nella misura di 1/3 al gettito complessivo incassato con l’imposta di successione che è prudenzialmente è stimato a 3 miliardi ma che potrebbe essere anche di più. Infatti secondo un recente studio 76 miliardi di franchi sono trasmessi come eredità in Svizzera.
3) Applicando un’aliquota del 20% al valore di un’impresa familiare non si rischia di metterne a rischio la sopravvivenza?
Ma l’iniziativa non propone assolutamente questo!Il testo dell’iniziativa sottoposto a votazione dice infatti espressamente che nel caso di eredità inerenti imprese o aziende agricole, per tutelare la loro esistenza e i posti di lavoro, saranno applicati degli sgravi importanti per quanto riguarda la loro stima e le aliquote fiscali. Toccherà quindi all’assemblea federale fissare una quota esente più elevata per le imprese (il comitato d’iniziativa propone 50 milioni) e un’aliquota ridotta (ad esempio il 5% al posto del 20%). Ciò significa che in caso di successione, le piccole medie imprese non saranno sottoposte a quest’imposta. Le imprese famigliari e i posti di lavoro da loro offerti non saranno in pericolo. Le aziende agricole gestite in proprio non saranno computate del tutto. Non per niente diversi imprenditori si sono dichiarati favorevoli all’iniziativa.
4) Ma la retroattività al 1. Gennaio 2012 non è una misura sproporzionata?
La retroattività è stata inserita proprio per evitare che detentori di grandi patrimoni soggetti all’imposta di successione organizzino la loro successione donando tutti i beni ai potenziali eredi prima dell’entrata in vigore della modifica di legge, se questa sarà accettata dal popolo. Se il popolo deciderà di avere una giusta imposizione dell’eredità si vuole evitare che questa scelta democratica sia aggirata.
5) Per il finanziamento dell’AVS non bastano le misure previste nel progetto Previdenza 2020?
Due terzi del gettito dell’imposta di successione (2 miliardi, ma che potrebbero anche essere di più considerata l’evoluzione del patrimonio che viene trasmesso per eredità o successione) saranno destinati al fondo di compensazione dell’AVS e contribuiranno a rafforzare l’AVS a lungo termine. A causa dello sviluppo demografico prevedibile, l’AVS avrà bisogno di ulteriori mezzi. I partiti di centro destra che si oppongono all’iniziativa sull’imposta di successione vogliono nel contempo ridurre le rendite AVS e aumentare l’IVA . Ecco perché se non ci saranno entrate supplementari, come quelle proposte con l’iniziativa, a farne le spese saranno i pensionati e la popolazione che vedrà aumentare le tasse sui consumi o i contributi salariali.
Intervista apparsa sul Corriere del Ticino il 26.5.2015.
