Salute – Marina Carobbio Guscetti https://marinacarobbio.ch Benvenuti, Herzlich Willkommen, Bienvenue Thu, 11 Jun 2020 10:26:51 +0000 it-IT hourly 1 https://marinacarobbio.ch/wp-content/uploads/sites/4/2017/05/cropped-logo-PS-32x32.png Salute – Marina Carobbio Guscetti https://marinacarobbio.ch 32 32 Per cure infermieristiche forti – dibattito parlamentare https://marinacarobbio.ch/2020/06/11/per-cure-infermieristiche-forti-dibattito-parlamentare/ https://marinacarobbio.ch/2020/06/11/per-cure-infermieristiche-forti-dibattito-parlamentare/#respond Thu, 11 Jun 2020 10:26:51 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4502 In Svizzera tra dieci anni, mancheranno 65 000 infermiere e infermieri. Il 46 per cento, quasi una infermiera o un infermiere su due, abbandona prematuramente...

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In Svizzera tra dieci anni, mancheranno 65 000 infermiere e infermieri. Il 46 per cento, quasi una infermiera o un infermiere su due, abbandona prematuramente la professione. Nella primavera del 2020 erano vacanti oltre 11 000 posti per infermiere e infermieri. Queste cifre basterebbero da sole per farci capire la necessità di intervenire con determinazione ed urgenza nella formazione e nelle condizioni di lavoro del personale infermieristico. Ma ciò non basta. Non è sufficiente investire di più nella formazione, bisogna invece anche creare le condizioni perché questa professione rimanga attrattiva, una professione che, lo voglio ricordare, è svolta prevalentemente da donne. La pandemia ci ha rilevato l’importanza essenziale delle professioni nel settore della cura e delle professioni infermieristiche, che devono essere rivalutate e riconosciute. Il nostro paese ha bisogno di personale infermieristico ben formato. Le misure di sostegno alla formazione e al perfezionamento professionale, accanto al riconoscimento delle competenze del personale infermieristico, sono strumenti importanti per rispondere alle esigenze future nei settori ospedaliero e delle cure.

Oggi al consiglio degli Stati mi sono battuta per migliorare il controprogetto indiretto all’iniziativa “per cure infermieristiche forti”. Purtroppo , accanto agli aspetti positivi quali più soldi per la formazione nel settore infermieristico e il riconoscimento delle loro competenze, si è voluto legare la possibilità di fattura autonomamente le prestazioni di cura effettuate dal personale infermieristico a convenzioni prese con gli assicuratori malattia. Un passo pericoloso, che potrebbe vanificare le misure intraprese per migliorare l’attrattività della professione. Ma non dobbiamo demordere: il controprogetto indiretto torna ora al Consiglio  nazionale e può essere migliorato, in modo da rispondere meglio alle richieste dell’iniziativa che altrimenti andrà in votazione popolare.

Il mio intervento intero – sotto forma di video – è qui disponibile. 

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Solidarietà contro la crisi da coronavirus – comunicato stampa PSS https://marinacarobbio.ch/2020/04/17/solidarieta-contro-la-crisi-da-coronavirus-comunicato-stampa-pss/ https://marinacarobbio.ch/2020/04/17/solidarieta-contro-la-crisi-da-coronavirus-comunicato-stampa-pss/#respond Fri, 17 Apr 2020 09:43:10 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4463 La crisi generata dal coronavirus ha sconvolto sia la nostra convivenza sociale, sia l’economia. La Svizzera è quindi confrontata con enormi sfide per quanto riguarda...

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La crisi generata dal coronavirus ha sconvolto sia la nostra convivenza sociale, sia l’economia. La Svizzera è quindi confrontata con enormi sfide per quanto riguarda la sanità, l’economia e la politica sociale. Oggi il PS Svizzero ha presentato un documento con cui chiede di adottare delle misure concrete di politica economica e sociale. L’obiettivo è salvare vite umane, proteggere i posti di lavoro e creare un futuro migliore. I costi della crisi non devono essere sopportati dalle fasce della popolazione con un reddito basso o medio. Solidarietà e pari opportunità sono perciò più che mai necessarie. Nessuno deve essere lasciato indietro. La salute della popolazione deve essere un’assoluta priorità. 

«La solidarietà è il cemento della nostra convivenza sociale. L’attuale contesto ne è una prova definitiva», afferma il presidente del PS Christian Levrat. «Anche lotta contro questa crisi deve perciò essere finanziata su una base solidale. Un onere che va bilanciato anche a livello intercantonale. Oggi possiamo essere lieti che il PS abbia impedito i più pericolosi eccessi in materia di sgravi fiscali. Se non fosse stato il caso, non potremmo disporre del denaro di cui abbiamo urgente bisogno». Secondo il PS è quindi anche chiaro che le aziende in crisi che ricevono un sostegno statale non possono versare né bonus né dividendi finché i prestiti non saranno rimborsati.

Per una buona e corretta ripresa dell’economia, bisognerà soprattutto attuare un programma di investimenti per una mobilità rispettosa del clima, per la ristrutturazione degli edifici e per la promozione delle energie rinnovabili. «La svolta climatica ed energetica è parte integrante della soluzione, non del problema», afferma il capogruppo PS alle Camere federali Roger Nordmann. È anche importante sostenere il settore della ristorazione e alberghiero, così come quello della cultura o relativo al tempo libero confrontati con importanti restrizioni. Il PS propone perciò che ogni abitante in Svizzera riceva un buono del valore di CHF 200.- da utilizzare in questi settori.

È anche fondamentale che sul posto di lavoro le misure di prevenzione e protezione della salute siano rispettate. Ogni persona che appartiene a un gruppo a rischio o che deve prendersi cura di parenti o famigliari che appartengono a gruppi a rischio, e che devono forzatamente restare a casa, deve ricevere un’indennità per perdita di guadagno (IPG). «Il potere d’acquisto sostiene l’economia. Gli stipendi devono perciò continuare ad essere pagati», spiega la vicepresidente del PS Marina Carobbio. «Un importante onere per molte famiglie del Paese sono i premi di cassa malati. Per questo motivo il livello dei premi per il 2021 va congelato e rimanere a quello del 2020, senza nessun aumento. Nessuna famiglia dovrebbe spendere più del 10% del proprio reddito disponibile per i premi, come chiede il PS con la sua iniziativa popolare».

Con questa crisi, la Svizzera ha riscoperto che alcune professioni hanno un’importanza basilare. Spesso si tratta di professioni e lavori scarsamente retribuiti e svolti da donne, come, ad esempio, nel settore dell’assistenza. «È necessario un programma di rilancio economico femminista», dice la vicepresidente del PS Tamara Funiciello. «Visto che lo Stato sta investendo per la ripresa economica è imperativo che questo investimento fluisca anche nel settore dell’assistenza e della cura. In questo modo ci sarà anche un miglioramento nella conciliabilità tra il lavoro e la vita famigliare così come del servizio pubblico per tutte e tutti».

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Personale sanitario, gli applausi non bastano! https://marinacarobbio.ch/2020/04/06/personale-sanitario-gli-applausi-non-bastano/ https://marinacarobbio.ch/2020/04/06/personale-sanitario-gli-applausi-non-bastano/#respond Mon, 06 Apr 2020 18:19:18 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4450 È nostro dovere riconoscere la sanità quale servizio pubblico in cui investire risorse, sottraendola alla logica della concorrenza e dei profitti ad ogni costo –...

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È nostro dovere riconoscere la sanità quale servizio pubblico in cui investire risorse, sottraendola alla logica della concorrenza e dei profitti ad ogni costo – Articolo apparso su La Regione il 6 aprile 2020

Il 2020 sarà certamente ricordato come l’anno della pandemia di Coronavirus. Ma il 2020 è anche l’anno internazionale delle infermiere e degli infermieri e delle levatrici. Nei paesi più fragili sono spesso i primi e in alcuni casi anche gli unici operatori sanitari a cui può far riferimento popolazione. Anche quando medici e ospedali sono presenti in numero più importante, è necessario investire maggiori risorse per garantire anche in futuro un’assistenza sanitaria universale ed evitare una medicina a due velocità. L’attuale emergenza sanitaria a causa del covid-19 rende evidenti alcuni problemi intrinsechi al nostro sistema sanitario, già conosciuti da tempo ma ai quali la politica ha dato finora risposte insufficienti. In Svizzera viene formato solo il 56% del personale necessario per l’insieme del settore sanitario. Nel settore infermieristico addirittura solo il 43%, cioè 10’000 persone meno del necessario. Lacuna che è colmata ricorrendo a personale straniero. Il lavoro svolto da chi opera nelle cure infermieristiche, compito prevalentemente assicurato da donne, non è riconosciuto come dovrebbe essere. Al di là dell’attuale emergenza, i ritmi di lavoro e i turni sono spesso estenuanti. Fortunatamente l’Associazione svizzera delle infermiere e degli infermieri ha depositato l’iniziativa “per cure infermieristiche forti” che propone di dare al personale infermieristico il giusto riconoscimento, di valorizzare la professione e aumentare la formazione di personale qualificato. L’iniziativa popolare è attualmente al vaglio delle Camere federali che, mi auguro, diano delle risposte concrete per potenziare il settore delle cure infermieristiche.

Il 2020 dovrà essere anche l’anno del rafforzamento delle cure di base, indispensabili nell’affiancare chi lavora negli ospedali. In Svizzera non mancano solo infermiere e infermieri, c’è carenza anche di medici, e soprattutto di medici di famiglia. Quelle figure che fanno da ponte tra l’ammalato e la struttura ospedaliera, che identificano chi ha bisogno di cure più specialistiche, che valutano chi deve essere ricoverato e chi no, che accompagnano il malato e i suoi famigliari. Per l’accesso agli studi di medicina abbiamo addirittura il numero chiuso, con la diretta conseguenza che dobbiamo ricorrere al personale medico di altri paese, ai quali sottraiamo risorse indispensabili. Un blocco alla formazione che andrà tolto con urgenza, mentre le cure di base dovranno essere rafforzate in quanto porta d’entrata al sistema sanitario, con attività di prevenzione e di cura per evitare quando possibile i ricoveri ospedalieri e garantire la presa a carico post-ospedaliera. Un approccio integrato sulla base delle competenze dei vari professionisti, medici, infermieri e altri operatori sanitari. Un sistema sanitario forte necessita infatti di una buona medicina di prossimità, oltre che di ottime strutture ospedaliere. In Ticino sono pendenti ben due iniziative popolari, “per cure mediche e ospedaliere di prossimità “e “per la qualità e sicurezza delle cure ospedaliere”, volte a rafforzare il sistema sanitario cantonale, a riconoscere maggiormente gli ospedali di interesse pubblico e a sviluppare nuovi modelli di presa a carico su tutto il territorio cantonale, anche valorizzando gli ospedali di valle il cui ruolo, come vediamo in questo periodo, è centrale. Iniziative che dovranno rapidamente essere tolte dai cassetti e concretizzate.

L’emergenza sanitaria ci ha mostrato i volti di medici, infermieri e persone attive nei settori essenziali che con grande dedizione e competenza si occupano dei nostri nonni, genitori e amici ammalati. Per tutte e tutti loro è nostro dovere riconoscere la sanità quale servizio pubblico in cui investire risorse, sottraendola alla logica della concorrenza e dei profitti ad ogni costo, che ne fanno oggi spesso oggetto di attività lucrative e molto redditizie, piuttosto che un servizio universale. Ben vengano quindi gli applausi, ma da soli non bastano.

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Coronavirus: il PS chiede misure urgenti in materia di politica sanitaria https://marinacarobbio.ch/2020/03/26/coronavirus-il-ps-chiede-misure-urgenti-in-materia-di-politica-sanitaria/ https://marinacarobbio.ch/2020/03/26/coronavirus-il-ps-chiede-misure-urgenti-in-materia-di-politica-sanitaria/#respond Thu, 26 Mar 2020 09:48:52 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4430 La Svizzera deve affrontare grandi sfide per rispondere in modo efficace agli effetti di questa crisi. Il PS apprezza le misure del Consiglio federale per...

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La Svizzera deve affrontare grandi sfide per rispondere in modo efficace agli effetti di questa crisi. Il PS apprezza le misure del Consiglio federale per mettere a disposizione aiuti rapidi e non burocratici mirati a garantire posti di lavoro e salari. Attualmente, molte persone sono impegnate in operazioni straordinarie su molti fronti, non da ultimo nel settore sanitario, che è sempre più sotto pressione. Il PS esprime il suo sincero ringraziamento a tutte queste persone per il loro eccezionale lavoro. Nella sua strategia a tre pilastri, il Partito chiede misure urgenti per rafforzare il settore sanitario e oggi le presenta nel dettaglio. 

La Confederazione deve sfruttare appieno tutte le possibilità disponibili per ammortizzare i costi sanitari supplementari, garantire condizioni di lavoro e misure di sicurezza adeguate al personale sanitario e ampliare le capacità del sistema sanitario. Non da ultimo l’attenzione deve essere rivolta anche alla salute mentale e alla prevenzione della violenza domestica.

Una panoramica delle misure urgenti necessarie:

Misure finanziarie

  • Non possiamo permettere che l’anno prossimo i premi esplodano. Pertanto, sono necessarie risorse finanziarie aggiuntive per i trattamenti ospedalieri stazionari e la prescrizione di farmaci per la cura del coronavirus. Durante questa crisi sanitaria, la Confederazione deve coprire il 45% dei costi sostenuti delle casse malati (il restante 55% è a carico dei Cantoni). Questa misura mira a ridurre l’onere a carico delle assicurate e degli assicurati.
  • Dovrebbe essere possibile richiedere riduzioni dei premi cassa malati anche dopo la data ultima normalmente prevista e sulla base della situazione attuale dei redditi.
  • La Confederazione dovrebbe farsi carico di franchigie e quota parte per i trattamenti legati al coronavirus, inclusi quelli psichiatrici e psicologici.
  • L’incasso dei crediti e la sospensione delle prestazioni a causa di difficoltà di pagamento dei premi di cassa malati devono essere sospesi per i prossimi sei mesi. Immediata deve essere la sospensione delle cosiddette “liste nere” di coloro che non possono pagare i premi.

Personale: capacità e protezione

  • La Confederazione deve sostenere il personale sanitario il personale addetto alle pulizie di manutenzione nonché il personale amministrativo affinché possa svolgere i propri compiti al meglio e con sufficiente protezione. Gli straordinari e le indennità per inconvenienti connessi al lavoro (come il compenso per il lavoro notturno, il lavoro pericoloso, ecc.) devono essere retribuiti. La Legge sul lavoro e le relative ordinanze possono essere sospese previo consenso del personale interessato. Pause e periodi di riposo sufficienti sono indispensabili.
  • È necessario mettere a disposizione sufficiente materiale di protezione nel settore ospedaliero stazionario e ambulatoriale, per le istituzioni e per i liberi professionisti. Questo vale per medici, personale infermieristico, personale addetto alle pulizie di manutenzione, personale amministrativo, personale di case di riposo e case di cura, ostetriche, fisioterapisti ed ergoterapisti che svolgono prestazioni che non possono essere rimandate.
  • Per i medici di famiglia è necessaria una revisione temporanea della struttura tariffale per le prestazioni mediche ambulatoriali (TARMED) in modo tale che siano riconosciuti anche i trattamenti per telefono dei pazienti sospetti o affetti da COVID-19. Il limite per le prestazioni in assenza delle pazienti e dei pazienti, che i medici possono fatturare, deve essere eliminato o aumentato in modo considerevole.
  • I servizi di “telemedicina” devono essere remunerati anche se forniti da personale non medico.
  • La Confederazione deve sostenere l’assunzione di personale sanitario supplementare, in particolare di ex-operatori sanitari. È necessaria una regolamentazione uniforme per tutti i Cantoni.
  • Solidarietà intercantonale: i cantoni con meno pazienti affetti da COVID-19 dovrebbero mettere a disposizione i loro posti letto per i pazienti che necessitano di un trattamento ospedaliero urgente. Questo non deve essere limitato ai pazienti con coronavirus. Il coordinamento tra gli ospedali dovrebbe essere rafforzato, soprattutto quando vi sono capacità non sfruttate.

Attrezzature mediche e farmaci

  • L’approvvigionamento di infrastrutture e attrezzature sufficienti, come respiratori, deve essere ulteriormente intensificato.
  • La Confederazione deve sostenere le aziende che producono attrezzature e vaccini sul territorio nazionale. Questa misura riguarda non solo le aziende che al momento producono questi prodotti, ma anche quelle che sarebbero in grado di farlo.
  • Occorre promuovere la costruzione di ospedali di emergenza temporanei e il rafforzamento degli ospedali pubblici. Anche i reparti chiusi possono essere riaperti.
  • È necessario facilitare l’approvazione temporanea dei farmaci provenienti dall’UE per le malattie rare e gravi.

Salute mentale e violenza domestica

  • L’accesso alla psicoterapia e ai trattamenti psicologici deve essere facilitato. Il limite di dieci sedute per prescrizione dovrebbe essere abolito.
  • Le casse malati devono rimborsare anche per le consulenze telefoniche, online e le video consulenze con i professionisti della salute (psicoterapeuti, psichiatri e infermieri).
  • Violenza domestica: le informazioni sui servizi di consulenza devono essere rese disponibili a livello nazionale e deve essere rafforzato il coordinamento tra le autorità responsabili.
  • Per coloro che necessitano aiuto, è necessario istituire un numero verde nazionale attivo 24 ore su 24.
  • La scuola è spesso il primo luogo in cui viene riconosciuta la violenza domestica. Se le scuole dovessero rimanere chiuse per un periodo di tempo prolungato, sarebbe necessario un contatto personale diretto e regolare tra insegnanti e bambini, nel quadro delle misure di protezione esistenti.

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Coronavirus: redditi e posti di lavoro – il PS esige una rapida attuazione del suo piano a tre pilastri https://marinacarobbio.ch/2020/03/19/coronavirus-redditi-e-posti-di-lavoro-il-ps-esige-una-rapida-attuazione-del-suo-piano-a-tre-pilastri/ https://marinacarobbio.ch/2020/03/19/coronavirus-redditi-e-posti-di-lavoro-il-ps-esige-una-rapida-attuazione-del-suo-piano-a-tre-pilastri/#respond Thu, 19 Mar 2020 09:58:47 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4425 Comunicato stampa del PS Svizzero – 18 marzo 2020 Il PS Svizzero sostiene le misure adottate dalle autorità per limitare il più possibile la diffusione...

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Comunicato stampa del PS Svizzero – 18 marzo 2020

Il PS Svizzero sostiene le misure adottate dalle autorità per limitare il più possibile la diffusione del virus. Le misure di politica economica annunciate dal Consiglio federale sono un passo nella giusta direzione, ma devono essere ampliate e attuate al più presto. Per il PS, la garanzia di salari e posti di lavoro deve essere la priorità assoluta. Le piccole imprese e le lavoratrici e i lavoratori indipendenti non devono essere dimenticati.

Le misure annunciate finora per alleviare l’emergenza economica sono un passo nella giusta direzione. La sicurezza sul posto di lavoro e il pagamento dei salari sono le priorità assolute del PS. Ciò vale anche per le circa 50’000 piccole imprese (da 10 a 50 dipendenti, per un totale di quasi un milione di persone) e per le 530’000 micro-imprese con meno di 10 dipendenti (per un totale di 1,16 milioni di persone), nonché per le centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori indipendenti che si aspettano risposte immediate dal Consiglio federale sulle misure specifiche che li riguardano. Il Consiglio federale ha annunciato un fondo d’emergenza di un miliardo di franchi per le misure di sostegno. Questo fondo deve ora essere attivato per proteggere centinaia di migliaia di imprese e di lavoratrici e lavoratori indipendenti dal fallimento senza che venga loro attribuita nessuna responsabilità, e con lo scopo di stabilizzare l’economia nazionale.

La settimana scorsa il PS Svizzero ha presentato un pacchetto di misure da attivare senza indugio per far fronte alle sfide economiche e sanitarie. Questo piano deve essere attuato senza ritardi. Il pacchetto di misure si articola in tre pilastri: agevolazione dell’accesso alla riduzione dell’orario di lavoro, estensione del lavoro ridotto ai contratti di lavoro temporaneo e sostegno finanziario diretto alle piccole imprese (fino a 50 dipendenti) e alle/agli indipendenti che subiscono un calo di fatturato a causa di questa situazione eccezionale. In secondo luogo, la Confederazione e i Cantoni devono assumersi i costi supplementari del sistema sanitario, in modo che tali costi non si ripercuotano sugli assicurati. In terzo luogo, occorre ora preparare un programma di stimolo economico e di ripresa per rilanciare l’economia non appena la situazione di emergenza sarà superata.

Il PS Svizzera ribadisce e chiarisce ancora una volta le misure d’emergenza che devono essere adottate senza indugio:

  1. Il lavoro ridotto dovrà essere esteso il più possibile – alle/ai dipendenti temporanei, alle lavoratrici e ai lavoratori interinali, alle lavoratrici e ai lavoratori di guardia, ai proprietari di piccole medie imprese, ecc. In linea di principio, questa misura dovrebbe essere messa a disposizione di tutte le persone soggette all’assicurazione contro la disoccupazione. Tuttavia, per le persone non soggette alla legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI), deve essere coperto almeno l’80% delle perdite di reddito e di guadagno, passate e future, dovute alle misure adottate per combattere la crisi del coronavirus. I cantoni dovranno aumentare immediatamente le loro offerte per poter elaborare le richieste di lavoro ridotto in modo rapido ed efficiente. È imperativo che le procedure siano accelerate.
  2. Per coloro che non hanno diritto alle prestazioni previste dalla LADI: per le persone che non possono beneficiare dell’assicurazione contro la disoccupazione e del sostegno alle singole aziende (parrucchieri, fisioterapisti, fioristi), e che non possono essere aiutati tramite prestiti, lavoro ridotto o tramite la LADI, le indennità di perdita di guadagno (IPG) dovranno diventare lo strumento principale per attenuare gli effetti della crisi. Anche le lavoratrici e i lavoratori indipendenti sono legati alle IPG attraverso l’AVS, il che significa che la gestione amministrativa degli aiuti sarà ancora più efficace attraverso questo canale. Dovrà anche essere possibile utilizzare il tradizionale congedo parentale come “congedo parentale di crisi”, quando i genitori devono rimanere a casa per badare ai loro figli in assenza di malattia. Il fondo d’emergenza di 1 miliardo di franchi promesso dal consigliere federale Parmelin può essere utilizzato per il finanziamento supplementare delle IPG.
  3. Aiuto in materia di liquidità e pagamenti non rimborsabili alle piccole e micro-imprese: per le persone fisiche, le/gli indipendenti o le piccole imprese, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) deve fornire immediatamente e senza oneri burocratici un ulteriore aiuto in materia di liquidità e prestiti per coprire, d’intesa con i cantoni, almeno una parte della perdita di reddito e di guadagno non assicurato, senza attribuzione di responsabilità o di colpe. L’urgenza di queste misure è stata confermata dagli esperti di politica economica di tutte le parti e ribadita in una lettera alla SECO, scritta su iniziativa della consigliera nazionale del PS Jacqueline Badran e co-firmata da rappresentanti dell’UDC, del PLR e del PPD.

Il pacchetto di 10 miliardi annunciato dal Consiglio federale non sarà sufficiente. La gestione della crisi richiederà risorse molto maggiori e il Consiglio federale ne è consapevole. Ha promesso che ora saranno attivate tutte le risorse necessarie per proteggere la salute delle persone e per attutire il più possibile le gravi conseguenze economiche della crisi.

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Coronavirus: una strategia a tre pilastri per superare la crisi https://marinacarobbio.ch/2020/03/19/coronavirus-una-strategia-a-tre-pilastri-per-superare-la-crisi/ https://marinacarobbio.ch/2020/03/19/coronavirus-una-strategia-a-tre-pilastri-per-superare-la-crisi/#respond Thu, 19 Mar 2020 09:54:28 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4420 Comunicato stampa del Partito Socialista Svizzero del 12 marzo 2020 La crisi legata alla diffusione del Covid-19 si sta aggravando in Svizzera, sia dal punto...

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Comunicato stampa del Partito Socialista Svizzero del 12 marzo 2020

La crisi legata alla diffusione del Covid-19 si sta aggravando in Svizzera, sia dal punto di vista sanitario che economico. I primi suggerimenti formulati la scorsa settimana dal PS Svizzero per affrontare questa situazione eccezionale si stanno rivelando adeguati. Il PS propone ora una strategia a tre pilastri per rispondere in modo mirato alle sfide economiche e sanitarie che ci attendono.

1. Per ammortizzare l’impatto economico della pandemia a breve termine, è necessario adottare misure che garantiscano in primo luogo l’occupazione, il versamento dei salari e la sopravvivenza di piccole imprese e di lavoratrici e lavoratori indipendenti.

  • Ampliamento e più facile accesso alle prestazioni in caso di riduzione dell’orario di lavoro per le persone con contratto a tempo determinato: le/i dipendenti poco o non assicurati (ad es. nel settore dell’arte, della cultura o degli eventi) dovrebbero essere tutelati in modo particolare.
  • Sostegno finanziario diretto alle piccole imprese (fino a 50 dipendenti) e alle lavoratrici e ai lavoratori indipendenti che subiscono un calo di fatturato a seguito delle misure prese dal Consiglio federale: ciò può avvenire tramite un credito d’emergenza per compensare direttamente le perdite di reddito e di guadagno non assicurate. Per le grandi imprese è possibile istituire un fondo di compensazione per rimediare facilmente ai problemi di liquidità mediante prestiti senza interessi o garantiti.
  • Definizione anticipata delle questioni di indennizzo: se viene ordinata la chiusura di determinate imprese (ad es. a causa della chiusura delle frontiere per le lavoratrici frontaliere e i lavoratori frontalieri), le questioni di indennizzo devono essere risolte in anticipo dalla Confederazione.
  • Risarcimento da parte della Confederazione in caso di mancata assicurazione: la Confederazione interviene quando le perdite non assicurate hanno conseguenze economiche importanti, come ad esempio la riduzione degli effettivi. Ciò può valere per le aziende che soffrono del crollo dei loro mercati di esportazione a causa della crisi del Covid-19. In questi casi, la Confederazione deve coprire una parte delle perdite mediante una garanzia straordinaria contro i rischi all’esportazione. In cambio, le aziende devono impegnarsi a non effettuare licenziamenti.

 

2. Il personale sanitario sta facendo un ottimo lavoro nella gestione della crisi, ma è sempre più sotto pressione. Sono in corso preparativi per consentire l’assistenza a un maggior numero di casi di coronavirus. Sono inoltre necessarie misure urgenti per rafforzare il settore sanitario.

  • Misure di protezione sanitarie per il personale: le misure di protezione della salute del personale sanitario e del loro entourage devono essere rafforzate. Un prolungamento della crisi porta inevitabilmente a un aumento dei casi infetti e a una maggiore esposizione del personale sanitario, già oltremodo impegnato (straordinari, congedi sospesi, aumento del carico di lavoro, aiuto da parte del personale sanitario in pensione). La Confederazione deve sostenere il personale sanitario con misure di accompagnamento per consentirgli di svolgere i propri compiti in modo adeguato e protetto, ad esempio coprendo le spese per la custodia dei bambini e altre spese eccezionali.
  • Incrementare le capacità di assistenza: è necessario alleggerire il sistema sanitario al fine di offrire una migliore assistenza ai pazienti a rischio e agli anziani. Devono essere stanziate maggiori risorse finanziarie per l’aiuto, l’assistenza e le cure a domicilio. I posti letto per il ricovero in ospedale devono essere aumentati, ove possibile, e resi disponibili per le cure. Anche le capacità ambulatoriali devono essere rafforzate, poiché non tutti coloro che necessitano di cure possono essere ricoverati in ospedale.
  • Contenere i costi supplementari della sanità: la Confederazione deve ammortizzare i costi supplementari delle cure ospedaliere e ambulatoriali all’interno del sistema sanitario, in modo che non vi sia un’esplosione dei premi nel 2021. In effetti, il 45% dei costi ospedalieri è di solito sostenuto dall’assicurata/o. La Confederazione dovrà sostenere i cantoni nella copertura dei costi supplementari, che non devono essere imputati alle assicurate e agli assicurati sotto forma di premi più elevati dell’assicurazione malattie.
  • Campagna di formazione nel settore della sanità: a medio termine, la richiesta di una campagna di formazione deve finalmente essere accolta per poter assumere un numero sufficiente di nuovi collaboratori in Svizzera. È ugualmente urgente migliorare le condizioni di lavoro in modo che le persone mantengano più a lungo il loro posto di lavoro.

 

3. Una volta che la pandemia sarà passata, l’economia non si riprenderà immediatamente. Più a lungo dura la crisi, più urgente è la necessità di preparare un piano di rilancio economico. 

  • Piano di investimento e di rilancio economico: il Consiglio federale deve elaborare un piano di investimento e di rilancio economico nel caso in cui la diffusione del coronavirus si dovesse protrarre più a lungo e se si aggravasse.
  • Misure di stimolo all’economia: quando la crisi del Covid-19 si placherà, l’economia svizzera non potrà essere rilanciata semplicemente premendo un pulsante. Le misure di stimolo all’economia devono essere chiaramente anticipate e promosse (ad esempio attraverso programmi infrastrutturali nell’ambito della politica climatica) per sostenere il commercio e le PMI, e quindi l’economia nazionale.

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4. giornata cantonale cure palliative – discorso https://marinacarobbio.ch/2019/10/16/4-giornata-cantonale-cure-palliative-discorso/ https://marinacarobbio.ch/2019/10/16/4-giornata-cantonale-cure-palliative-discorso/#comments Wed, 16 Oct 2019 16:16:21 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4258 Gentili Signore, egregi Signori Grazie mille per l’invito a portare il saluto delle istituzioni federali. Ho lavorato per diversi anni come medico di famiglia nell’ambito...

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Gentili Signore, egregi Signori

Grazie mille per l’invito a portare il saluto delle istituzioni federali. Ho lavorato per diversi anni come medico di famiglia nell’ambito delle cure palliative per “hospice Ticino”, ed è quindi un particolare piacere poter essere qui con voi. Quando nel 2007 sono stata eletta in Consiglio nazionale ho dovuto smettere questa mia attività, perché per un medico, così come lo è per un infermiere o altre tipologie di personale di cura, la presa a carico di pazienti nell’ambito delle cure palliative necessita di molta disponibilità di tempo, difficilmente conciliabile con il mandato a Berna. Il mio interesse per questo ambito tuttavia rimane, anche quasi dodici anni dopo. Il mio trascorso professionale si riconduce quindi bene al tema della giornata: “Cure palliative nella medicina di famiglia”.

Ho avuto il grande privilegio di accompagnare alcune persone durante la presa a carico in ambito palliativo, di essere loro vicina in momenti molto delicati, di conoscere le loro famiglie e di collaborare con medici, infermieri, fisioterapisti e personale di cura altamente professionale. Essere qui oggi con voi alla “4. Giornata cantonale delle cure palliative” non è per me una questione di rappresentanza, ma è poter partecipare a un momento di riflessione su un settore in cui credo molto per garantire e sviluppare cure di qualità e garantire un approccio globale della presa a carico.

 

In Svizzera abbiamo un eccellente sistema sanitario che ci viene invidiato dal mondo intero, che è però sotto pressione, in particolare per quando riguarda il continuo aumento dei premi cassa malati e dei costi sanitari: è quindi necessario che la politica garantisca le condizioni quadro per mantenere e migliorare tale eccellenza, senza tuttavia mettere in discussione il principio della solidarietà tra gli assicurati e senza mettere in pericolo l’accessibilità universale, che va garantita indipendentemente dalle risorse finanziarie del singolo.

Questa sfida è sempre stata al centro del mio lavoro politico e vale ovviamente anche per l’ambito delle cure palliative: mi impegno per assicurare un accesso equo alle cure palliative di tutte le persone che ne hanno bisogno. Ciò significa garantire del personale formato, un sostegno adeguato alla persona ammalata e ai suoi famigliari, nonché una presa a carico interdisciplinare, che oltre alle figure professionali vede presenti anche numerosi volontari.

A livello federale sono attualmente in discussione due temi molto importanti per chi si occupa di cure palliative. Il Consiglio nazionale ha approvato una modifica di legge- che ora sarà esaminata dal Consiglio degli Stati- per introdurre un congedo di 14 settimane per i famigliari curanti di bambini malati di malattie gravi. Un passo importante che andrebbe esteso anche a chi si occupa di adulti bisognosi di cure. Il secondo oggetto riguarda l’iniziativa popolare lanciata dall’Associazione svizzera delle infermiere e degli infermieri “per cure infermieristiche forti “ che intende formare più personale di cura e rafforzare la figura delle infermiere e infermieri . Attualmente la commissione preposta sta esaminando un controprogetto indiretto all’iniziativa popolare. Il bisogno di personale di cura ed infermieristico è riconosciuto e necessita ora di misure concrete.

 

Da un sondaggio realizzato tra i Cantoni su incarico dell’UFSP emerge chiaramente che negli anni scorsi l’offerta di cure palliative si è ampliata in tutta Svizzera. A questo sviluppo hanno contribuito in modo determinante le misure della Strategia nazionale in materia di cure palliative 2010-2015 e la Piattaforma cure palliative.

La «Strategia nazionale in materia di cure palliative» di Confederazione e Cantoni interessa diversi settori, quali la formazione, la sensibilizzazione e la ricerca. Quale base comune è stato elaborato il «Concetto quadro per le cure palliative in Svizzera», il quale costituisce la base per una definizione delle cure palliative su scala nazionale. Come un filo conduttore, questo concetto tocca tutte le tematiche della strategia nazionale e permette di uniformare i termini e le definizioni finora utilizzati per consentire un orientamento chiaro e una migliore comprensione reciproca. Finora nel contesto internazionale non è mai stato svolto un lavoro paragonabile.

Al momento del lancio della «Strategia nazionale in materia di cure palliative» sono state presentate anche le linee guida nazionali sulle cure palliative, responsabili di definire questa tipologia di cura, illustrare i valori fondamentali, i principi di trattamento e indicare i gruppi target e chi è chiamato a fornire questo tipo di cure. Questo documento fornisce così le basi per l’attuazione della «Strategia nazionale sulle cure palliative». Per favorirne la più ampia accettazione in Svizzera, l’elaborazione delle linee guida ha coinvolto una vasta cerchia di attori: più di 100 tra organizzazioni e istituzioni hanno infatti partecipato al processo di stesura. Organizzazioni dei diretti interessati e dei pazienti, associazioni specialistiche, mediche e di cura, istituzioni che si occupano della formazione, Cantoni, Uffici federali nonché organizzazioni ecclesiastiche, ecc. Nell’approntare il documento si è tenuto conto dei loro pareri espressi in merito alle sette linee guida.

Complementare a questa strategia è invece la più recente piattaforma Cure Palliative (PCP). Essa promuove lo scambio e la messa in rete degli attori nazionali e dei Cantoni nel campo delle cure palliative. La Svizzera è un paese federalista e questo aspetto svolge un ruolo importante anche nella politica sanitaria: sia i Cantoni che la Confederazione devono sfruttare appieno il loro margine di manovra e attuare misure volte a garantire la qualità e l’accessibilità del nostro sistema sanitario – in ambito di cure palliative e non solo.

 

Il Ticino ha fatto da pioniere nelle cure Palliative in Svizzera. Tra questi pionieri vedo oggi alcuni volti. Grazie a loro, grazie a voi, è stato possibile introdurre già diversi anni fa un’assistenza vicina ai pazienti, coinvolgendo gli ospedali cantonali ma lavorando molto a livello ambulatoriale, affiancando agli specialisti delle cure palliative medici di base e di famiglia, garantendo una presa a carico su tutto il territorio cantonale e una buona raggiungibilità.

Questa rete di cure palliative necessita evidentemente, accanto all’offerta ambulatoriale, di strutture stazionarie di supporto e di cura. Importante in questo senso è lo sviluppo della strategia cantonale, che ha incluso anche le case per anziani nella rete di cure palliative. Centrale poi è una formazione adeguata del personale curante, dai medici agli infermieri, ad altri figure professionali. Formazione che in Ticino da qualche anno trova riscontro in seminari e corsi brevi, ma anche in percorsi formativi più impegnativi erogati dalla SUPSI, quale un CAS, un DAS e un corso per medici.

Penso quindi che negli ultimi anni sono state poste le basi – giuridiche, ma anche creando reti di collaborazioni e scambio – per sviluppare le cure palliative con successo, permettendo la miglior presa a carico del paziente in questo momento difficile, per il paziente stesso e la sua famiglia. Queste basi sono un punto di partenza e non di arrivo, esse devono infatti adattarsi alla realtà che cambia. Se si parla di cure palliative giustamente non si pensa più unicamente alle persone con malattie oncologiche, ma ci si rivolge a persone affette da disturbi cognitivi o altre malattie croniche. Le cure palliative si basano sulla interdisciplinarietà della presa a carico, durante la quale non solo i professionisti sanitari giocano un ruolo centrale bensì anche i malati stesso e le loro famiglie.

 

In ambito delle cure palliative è sempre importante ricordare la differenza tra “inguaribile” e “incurabile”: solo perché il decorso della malattia non è arrestabile e il paziente non risponde più alle terapie aventi come scopo la guarigione, non significa che non si possa – e debba – più fare nulla. Oltre al controllo del dolore e degli altri sintomi assume importanza primaria il prendersi cura dei problemi psicologici, sociali e spirituali del paziente, ovunque egli si trovi, a casa o in ospedale.

Lavorare nell’ambito delle cure palliative significa quindi rispettare la vita e considerano il morire un processo naturale – un’ovvietà, ma questo non lo rende più facile da accettare in molti casi. Ecco perché è fondamentale preservare la migliore qualità della vita possibile fino alla fine – reso possibile grazie a voi. Grazie mille per il vostro invito ad essere qui oggi, ma soprattutto grazie per il vostro impegno quotidiano.

L'articolo 4. giornata cantonale cure palliative – discorso proviene da Marina Carobbio Guscetti.

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Premi e casse malati: no agli interessi di bottega, sì a vere riforme per tutte e tutti https://marinacarobbio.ch/2019/10/14/premi-e-casse-malati-no-agli-interessi-di-bottega-si-a-vere-riforme-per-tutte-e-tutti/ https://marinacarobbio.ch/2019/10/14/premi-e-casse-malati-no-agli-interessi-di-bottega-si-a-vere-riforme-per-tutte-e-tutti/#respond Mon, 14 Oct 2019 14:25:28 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4256 Come ogni autunno anche quest’anno guardiamo affranti e preoccupati le polizze per l’assicurazione malattia e gli annunci dei premi. E puntuali come da diversi anni...

L'articolo Premi e casse malati: no agli interessi di bottega, sì a vere riforme per tutte e tutti proviene da Marina Carobbio Guscetti.

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Come ogni autunno anche quest’anno guardiamo affranti e preoccupati le polizze per l’assicurazione malattia e gli annunci dei premi. E puntuali come da diversi anni a questa parte fioccano le proposte per contrastare gli aumenti. Molte persone non credono più alle promesse della politica. Come non capirli: i premi cassa malati sono tra le principali voci di spesa delle economie domestiche e pesano in maniera importante sul borsellino di molti assicurati. E, benché molte misure siano da tempo sul tavolo della politica, finora è mancata la volontà della maggioranza di portarle avanti: tanti e troppi sono gli interessi dei diversi attori. Lobby ben presenti – e ben pagate – in Parlamento, al punto che i loro interessi hanno spesso il sopravvento su quelli degli assicurati. È quindi giunto il momento di cambiare le cose.

Anzitutto agendo sul finanziamento dell’assicurazione malattia e diminuendo così i premi cassa malati e le spese non coperte dall’assicurazione malattia di base, ma che gli assicurati pagano regolarmente di tasca propria. In vent’anni premi cassa malati sono aumentati del 120 per cento, ben al di sopra dell’aumento dei salari e delle rendite pensionistiche che invece stagnano; oggi il 40 per cento degli assicurati paga più premi cassa malati che imposte. Ben vengano quindi le proposte per più trasparenza, maggiori controlli sugli assicuratori malattia, e di mettere un tetto massimo alle riserve delle casse malati oggettivamente eccessive. Speriamo che sia la volta buona! Si tratta infatti di proposte già presentate dal Partito socialista e da altri, ma regolarmente bocciate dal Parlamento di centrodestra, proprio per quegli interessi così fortemente rappresentati in a Berna. Interessi che hanno anche svuotato la legge sulla sorveglianza sull’assicurazione malattia di modalità più efficaci per controllare la determinazione dei premi.

È urgente una moratoria sui premi cassa malati che deve però essere affiancata da soluzioni durature, che di fatto ne facciano diminuire il peso a carico delle economie domestiche. Ecco perché con il mio partito abbiamo lanciato un’iniziativa popolare per mettere un tetto ai premi cassa malati al massimo al 10 per cento del reddito disponibile. Una proposta che andrà a favore soprattutto del ceto medio e medio-basso che non beneficia degli aiuti per ridurre i premi, finanziata tramite un’estensione dei sussidi da parte dell’ente pubblico, partendo dal contributo della Confederazione. Rimane l’obiettivo di una cassa malati pubblica e di premi proporzionali al reddito. Perché l’assicurazione malattia obbligatoria è un’assicurazione sociale e come tale non può essere regolata da interessi di bottega.

Bisogna poi intervenire sui costi sanitari. Ben venga quindi un rafforzamento della prevenzione e del sistema del medico di famiglia come auspicato dalla maggioranza degli intervistati in un recente sondaggio. Il 90% delle patologie possono essere curate dal medico di base, evitando anche in molti casi trattamenti inutili e costosi o doppioni. Vanno poi favorite le cure integrate e ambulatoriali, per meglio curare i pazienti con polimorbidità, ma ciò passa attraverso una maggiore interdisciplinarietà e un migliore riconoscimento del lavoro di cura e infermieristico e non dando maggiore potere agli assicuratori malattia. Si deve poi agire sul sistema tariffario, ad esempio passando a prestazioni forfettarie anche nel settore ambulatoriale, ed intervenire in maniera più marcata sul costo dei medicamenti. Prezzi dei medicamenti talmente alti che non sono giustificati dai costi per la ricerca e la produzione per lo sviluppo di nuovi prodotti, favorendo i farmaci generici, ma soprattutto facendo diminuire i costi dei nuovi prodotti sottoposti a brevetto, che sono la maggiore voce di spesa in questo campo.

Le proposte ci sono. Ci vuole la volontà politica per realizzarle. Ecco perché le elezioni federali del prossimo 20 ottobre sono una tappa fondamentale: per diminuire i premi cassa malati, agire finalmente sui costi e non fare gli interessi delle lobby.

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Per una politica climatica lungimirante a difesa dell’ambiente e della nostra salute https://marinacarobbio.ch/2019/10/07/per-una-politica-climatica-lungimirante-a-difesa-dellambiente-e-della-nostra-salute/ https://marinacarobbio.ch/2019/10/07/per-una-politica-climatica-lungimirante-a-difesa-dellambiente-e-della-nostra-salute/#respond Mon, 07 Oct 2019 06:23:19 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4230 Sabato scorso 100’000 persone sono scese in piazza per manifestare a favore di una politica climatica più incisiva, che protegga il nostro ambiente, la nostra...

L'articolo Per una politica climatica lungimirante a difesa dell’ambiente e della nostra salute proviene da Marina Carobbio Guscetti.

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Sabato scorso 100’000 persone sono scese in piazza per manifestare a favore di una politica climatica più incisiva, che protegga il nostro ambiente, la nostra salute e le future generazioni. Merito di questo successo enorme è dei giovani che sono riusciti a catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su questo tema fondamentale e a fare pressione sulla politica affinché agisca.

Assieme agli altri rappresentanti dell’area rosso-verde in Parlamento, mi impegno da tempo affinché vengano adottate misure efficaci in ambito ambientale. Purtroppo la maggior parte di queste proposte viene respinta dalla maggioranza di centro-destra, che però all’improvviso sotto le elezioni si dichiara ambientalista. Il bilancio ecorating per la 50esima legislatura lo conferma: il mio comportamento di voto è al 100% ecologista, mentre la restante deputazione ticinese non supera neppure il 50%. Il bilancio ecorating è quello che analizza se i singoli deputati hanno espresso nelle votazioni rilevanti su questo tema una posizione a favore dell’ambiente.

Se vogliamo fare finalmente dei passi avanti in ambito ambientale occorre cambiare gli equilibri a Berna e rafforzare l’area rosso-verde in entrambe le camere. È fondamentale che la politica prenda sul serio l’emergenza climatica introducendo misure più incisive per ridurre le emissioni di CO2, perché non è solo una questione di salvaguardia della biodiversità e del territorio, ma anche di protezione della nostra salute. Come medico osservo le conseguenze dell’inquinamento e della bassa qualità dell’aria, che si manifestano in particolare sull’apparato cardiovascolare e sulle malattie tumorali. Conseguenze ormai comprovate da centinaia di pubblicazioni scientifiche legate alle grandi vie di traffico, che indicano come l’inquinamento atmosferico sia la principale causa ambientale di morte prematura.

 

In Ticino, in particolare nel Mendrisiotto, viviamo questa problematica sulla nostra pelle: deteniamo ormai da molti anni il triste primato d’inquinamento dell’aria, in particolare per quanto riguarda le polveri sottili in inverno e l’ozono in estate, ciò che rende quasi costante, nel corso dell’anno, il superamento delle soglie massime di inquinamento fissate dalle diverse Ordinanze.

 

Il Cantone Ticino ha di conseguenza varato un piano con provvedimenti d’urgenza in caso d’inquinamento acuto. Misure che vanno dalle raccomandazioni per limitare l’utilizzo dei mezzi motorizzati privati fino ai provvedimenti obbligatori come il divieto assoluto di circolazione sulle strade cantonali e comunali all’interno delle aree interessate per automobili e autofurgoni diesel EURO 3 e inferiori passando dalla limitazione della velocità a 80 km/h sulle autostrade e dalla gratuità dei mezzi pubblici. Con un atto parlamentare tutt’ora pendente ho chiesto misure più incisive quando i valori di inquinanti atmosferici superano i limiti stabiliti, quali il divieto di trasporto di determinate merci con veicoli pesanti e il blocco degli automezzi particolarmente inquinanti su determinati tratti autostradali. Il Tirolo, riconoscendo un problema di salute pubblica, ha già adottato restrizioni simili su alcuni tratti autostradali. Misure, quelle previste dal Canton Ticino, sicuramente importanti che devono venir applicate, ma che non sono sufficienti: non basta agire quando si superano i limiti consentiti, ma bisogna evitare che ciò avvenga con delle misure a medio termine. Bisogna favorire le energie rinnovabili, garantire un sistema di trasporti pubblici capillare e a prezzi accessibili, promuovere un’agricoltura sostenibile e biologica, trasferire le merci su rotaia come lo chiede l’Iniziativa delle Alpi, completare AlpTransit a sud di Lugano e vietare gli investimenti di soldi pubblici in energie sporche. Misure necessarie che occorre implementare con urgenza e determinazione, come auspicano giustamente i giovani preoccupati per il loro futuro.

Articolo apparso su La Regione sabato 5 ottobre

L'articolo Per una politica climatica lungimirante a difesa dell’ambiente e della nostra salute proviene da Marina Carobbio Guscetti.

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L’approccio di genere per rafforzare i sistemi sanitari – Conferenza AMCA https://marinacarobbio.ch/2019/05/16/lapproccio-di-genere-per-rafforzare-i-sistemi-sanitari-conferenza-amca/ https://marinacarobbio.ch/2019/05/16/lapproccio-di-genere-per-rafforzare-i-sistemi-sanitari-conferenza-amca/#respond Thu, 16 May 2019 08:48:48 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=3943 Si è tenuta oggi la giornata di studio organizzata da AMCA – Aiuto medico Centro America – sul tema “Donne e salute – Uguaglianza di...

L'articolo L’approccio di genere per rafforzare i sistemi sanitari – Conferenza AMCA proviene da Marina Carobbio Guscetti.

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Si è tenuta oggi la giornata di studio organizzata da AMCA – Aiuto medico Centro America – sul tema “Donne e salute – Uguaglianza di genere e diritto alla salute”. Ho tenuto un intervento su come un approccio di genere può rafforzare i sistemi sanitari. Trovate qui sotto il testo dell’intervento e qui le slide:

 

Diapositiva 2

Fra un mese, il 14 giugno, ci sarà in tutta la svizzera lo sciopero delle donne.  Non è un caso, che in quest’anno femminista, AMCA, in collaborazione con la Fosit e con Medicus Mundi, abbia deciso di dedicare il suo convegno al tema dell’uguaglianza di genere in ambito sanitario. Una prospettiva di genere e paritaria tra donne e uomini è centrale nel nord come nel sud del mondo.  Le discriminazioni di genere sono un problema trasversale: In Svizzera abbiamo ancora oggi disparità salariali ingiustificate e molte donne hanno lavori precari. Nei paesi più poveri sono le donne che affrontano le sfide più importanti, assicurando spesso la sopravvivenza di tutta la famiglia.  In tutto il mondo, le donne subiscono discriminazioni legati al genere, sono vittime di stereotipi e di violenza sessuale, violenze e minacce online contro le donne sono in aumento. Donne che sono le principali attrici delle loro stesse rivendicazioni e le artigiane di svariate battaglie quotidiane. Quando le famiglie non hanno accesso al cibo a sufficienza, le donne sono spesso le prime ad esserne private. Sono 4,4 milioni in più rispetto agli uomini le donne che sono costrette a vivere con meno di 1,90 dollari al giorno, soglia definita dall’ONU di estrema indigenza. Negi Stati Uniti il tasso di povertà delle donne nere e indigene americane è il doppio di quello delle donne bianche e asiatiche. Anche in svizzera le donne , spesso sole con i figli a carico o le donne pensionate sono più a rischio di povertà degli uomini. Mentre è vero che i risultati scolastici delle ragazze sono in molti casi  migliori di quelli dei ragazzi, questi progressi non hanno portato la parità dei sessi nel mercato del lavoro. Il divario di retribuzione tra donne e uomini è del 23% su scala globale; senza un’azione decisiva, ci vorrà un altro 68 anni pari salariale. Mentre le donne sono molto più presenti nelle funzioni politiche su scala globale, nei parlamenti nazionali sono rappresentate solo  al 23,7. Una donna o una ragazza su cinque ha subito violenza fisica del sesso da parte di un partner.

Dati che parlano da solo e che meritano una conferenza come quella di oggi .

 

Diapositiva 3

Come presidente del Consiglio nazionale ho scelto di mettere l’accento sue due temi in particolare: La politica di genere e in maniera più specifica la rappresentanza delle donne in politica, con l’obiettivo di incoraggiare più donne a lanciarsi in politica, e la difesa delle minoranze linguistiche e culturali, attraverso la tutela dell’italiano quale lingua e cultura. Parlare di italianità vuol dire anche mettere l’accento su una Svizzera multilingue e multiculturale. E proprio le donne e il rispetto delle minoranze sono temi centrali nella cooperazione allo sviluppo e fanno parte degli obiettivi di sviluppo sostenibile. In molti parti del mondo, i diritti donne e minoranze sono calpestati o ignorati. Battersi per questi diritti vuol dire impegnarsi per un modo più giusto e solidale.

In quanto presidente del Consiglio nazionale, ho quindi deciso di visitare paesi in cui la cooperazione svizzera è attiva in modo da conoscere da vicino i progetti della cooperazione svizzera allo sviluppo. Toccare da vicino questi progetti, così come quelli delle ONG svizzere e ticinesi, permette di capire quanto sia importante il ruolo della cooperazione internazionale e come la promozione della pace e la difesa dei diritti umani devono infatti rimanere tra le priorità della politica svizzera.

 

Diapositiva 4

La lotta alle malattie e strettamente legata allo sviluppo sociale, economico ed ambientale di un paese e al rafforzamento del sistema sanitario.  Poco più di 40 anni nel settembre 1978, fu adottata la dichiarazione di Alma. La conferenza, alla quale parteciparono 134 paesi e 67 organizzazioni internazionali, fu organizzata dall’OMS e mise l’accento sull’importanza della attenzione primaria della salute come strategia per ottenere un miglior livello di salute della popolazione. Il suo motto fu: Salute per tutti entro il 2000. Purtroppo, nonostante i progressi , questo obiettivo non è ancora raggiunto anche perché è mancata la volontà concreta da parte della politica. Non solo nei paesi poveri, anche in Svizzera non tutti hanno l’accesso all’assistenza sanitaria e godono del diritto alla salute.

Lo scorso ottobre ad Astana, in Kazakistan,si è tenuta la Conferenza globale sull’assistenza sanitaria primaria con lo scopo di raggiungere la copertura sanitaria universale e gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Essa ha rilanciato il dibattito sulla necessità di investire nelle cure di base. La dichiarazione che è scaturita da questa conferenza è stata adottata all’unanimità dai 197 Stati membri dell’Organizzazione mondiale della sanità e conferma, 40 anni dopo, i valori e i principi enunciati nella Dichiarazione di Alma Ata e in particolare il diritto alla salute per tutti e i principi di giustizia sociale e solidarietà.

 

Diapositiva 5

La metà della popolazione mondiale non ha accesso, se non parzialmente, ai servizi sanitari essenziali, come risulta da un rapporto congiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e della Banca mondiale pubblicato nel 2017Secondo l’OMS circa 100 milioni di persone si trovano in una condizione di povertà estrema (sotto 1,90 dollari al giorno) a causa di spese sanitarie e il 12% della popolazione mondiale spende il 10% del suo reddito per spese legate alla salute.

In molte regioni del mondo l’accesso alla salute non è quindi ancora realtà .

E’ il caso del Mozambico, paese nel quale mi trovavo 1 mese fa in viaggio ufficiale legato alla mia Presidenza, un paese con un medico ogni 100’000 abitanti. Facendo un paragone con la popolazione svizzera, questo equivarrebbe a meno di 90 medici in tutta la nazione.

Recentemente il ciclone Idai ha devastato il paese: sono almeno mezzo milione le persone che hanno perso la propria casa, decine di migliaia di sfollati vivono in alloggi di emergenza. La zona della catastrofe si estende per centinaia di chilometri, per un totale di 1,8 milioni di persone colpite. Gli aiuti internazionali incontrano enormi problemi, tanto più che molte zone non sono ancora accessibili. A tutto ciò si aggiunge il rischio di un’epidemia di colera e un aumento considerevole dei casi di malaria in una zona già ad alto rischio.

Come mostra il recente caso del Mozambico, catastrofi ambientali, ma anche guerre, sono cause per il crollo di sistemi sanitari già precedentemente precari. È quindi necessario disporre di sistemi sanitari forti e sostenibili, che siano allo stesso tempo integrati nelle strategie e priorità a lungo termine dei singoli paesi e della comunità internazionale. Ed è quanto facciamo con AMCA in Nicaragua e Salvador.

La malaria è una delle malattie più diffuse al mondo, con stime che parlano di quasi 220 milioni di casi nel 2017, responsabili di causare mezzo milione di morti. Il gruppo più vulnerabile sono i bambini sotto i cinque anni, che corrispondono al 60% dei decessi totale. Eppure la malaria si può prevenire si può curare. Per farlo ci vuole educazione alla prevenzione, ci vuole un sistema sanitario di base accessibile e ci vogliono i medicamenti giusti. Il caso della malaria è anche emblematico per diverse ragioni: tutti sono concordi della necessità di combattere questa malattia, ONG, organizzazioni multilaterali, governi investono risorse per debellarla. Ma senza un sistema sanitario forte e senza una politica che dia un giusto riconoscimento del ruolo delle donne questo obiettivo non potrà essere raggiunto

Nei sistemi sanitari infatti, l’apporto delle donne è essenziale. Donne che si assumono il lavoro di cura, che si occupano dei figli e della loro educazione,

 

Diapositiva 5

Se globalmente, negli ultimi anni ci sono stati anche importanti progressi, ad esempio nella lotta alla malaria o alla tubercolosi, i risultati sono però al di sotto delle aspettative, in particolare per quanto riguarda la riduzione della mortalità materna ed infantile che non ha raggiunto quanto previsto dagli Obiettivi del Millennio. In molti paesi si assiste al crollo di sistemi sanitari a causa di guerre e carestie, in altri paesi la sanità diventa sempre più oggetto di interessi particolari che fanno del profitto il loro obiettivo primario, in altri ancora le privatizzazioni commercializzano l’offerta delle cure. Accanto a ciò assistiamo all’aumento preoccupante delle malattie non trasmissibili, quali obesità, diabete e malattie cardiovascolari, anche nei paesi più poveri.

Il diritto alla salute è messo in discussione non solo nei paesi più poveri ma anche in Svizzera, dove l’aumento dei premi per l’assicurazione malattia sommati ai cosiddetti costi “out of pocket “, ossia quelle spese prese a carico direttamente dagli assicurati, fan sì che la sanità diventi un peso insopportabile per molte economie domestiche.

L’accesso alla salute è considerato tra i fattori centrali per lo sviluppo di ogni paese, accanto a un approccio globale: quanto vale qui, deve valere anche per i paesi più poveri. E’ il caso della scarsa disponibilità di certi medicamenti a causa di prezzi eccessivi: nel mondo più di due miliardi di persone non hanno accesso ai medicamenti essenziali. In Svizzera il mancato rimborso di farmaci per malattie rare o per cure oncologiche causa una medicina a due velocità. In entrambi i casi si devono diminuire i prezzi dei medicamenti e renderli disponibili laddove necessario, anche quando sono protetti da patenti.

Come Svizzera, paese nel quale sono attive molte ONG, possiamo e dobbiamo continuare a contribuire in maniera efficace alla lotta alla povertà e al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione più in difficoltà, così come previsto dall’Agenda 2030 e dagli obiettivi di sviluppo sostenibile: il diritto alla salute, la solidarietà e la lotta alle disuguaglianze sono valori importanti sui quali non si può retrocedere.

 

Diapositiva 6

Se la conferenza di Astana riconosce il diritto alla salute per tutti, per raggiungerla è necessario rafforzare i sistemi sanitari pubblici, garantendo l’accesso a tutta la popolazione a cure sanitarie di qualità, partendo dalle cure sanitarie di base.

L’agenda dell’ONU 2030 e i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) definiscono lo sviluppo sostenibile come sfida globale, che non può essere trattata in maniera isolata bensì deve tener conto degli altri fattori. Qui si inserisce il ruolo centrale delle donne che ovunque, qui come nel sud del mondo , le donne sono determinanti per  lo sviluppo.

La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo migliore, sostenibile e in pace.Garantire alle donne e alle ragazze parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, così come la rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici, promuoverà economie sostenibili, di cui potranno beneficiare le società e l’umanità intera. Senza l’apporto e la partecipazione delle donne il raggiungimento dell’Agenda 2030 risulta un traguardo improbabile.

Lo mostra in maniera inequivocabile il Rapporto “Trasformare le promesse in azione: la parità di genere nell’Agenda 2030” presentato  lo scorso anno da United Nations Women. Attraverso dati, statistiche ed esempi concreti , l’Agenzia dell’Onu ha infatti mostrato come per il raggiungimento di quasi ogni singolo Target degli Obiettivi di sviluppo sostenibile la posizione di donne, bambine e anziane sia fondamentale per la costruzione di società più giuste e inclusive e una crescita economica stabile e duratura.

 

L'articolo L’approccio di genere per rafforzare i sistemi sanitari – Conferenza AMCA proviene da Marina Carobbio Guscetti.

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