politica fiscale – Marina Carobbio Guscetti https://marinacarobbio.ch Benvenuti, Herzlich Willkommen, Bienvenue Tue, 05 Oct 2021 16:14:29 +0000 it-IT hourly 1 https://marinacarobbio.ch/wp-content/uploads/sites/4/2017/05/cropped-logo-PS-32x32.png politica fiscale – Marina Carobbio Guscetti https://marinacarobbio.ch 32 32 Pandora paper. C’è urgenza d’agire per contrastare l’evasione fiscale basate sulle pratiche offshore https://marinacarobbio.ch/2021/10/05/pandora-paper-ce-urgenza-dagire-per-contrastare-levasione-fiscale-basate-sulle-pratiche-offshore/ https://marinacarobbio.ch/2021/10/05/pandora-paper-ce-urgenza-dagire-per-contrastare-levasione-fiscale-basate-sulle-pratiche-offshore/#respond Tue, 05 Oct 2021 16:13:35 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4948   Nel quadro della modifica della Legge sul riciclaggio di denaro, approvata dal Parlamento nella primavera 2021 (oggetto 19.044), la maggioranza borghese è riuscita a...

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Nel quadro della modifica della Legge sul riciclaggio di denaro, approvata dal Parlamento nella primavera 2021 (oggetto 19.044), la maggioranza borghese è riuscita a impedire che avvocati e consulenti siano subordinati alla suddetta Legge. Il GAFI (Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale) aveva già raccomandato alla Svizzera nel 2005 di assoggettare queste categorie alla legislazione. Si tratterebbe, secondo il GAFI, di una norma atta a limitare il riciclaggio di denaro che è già stata adottata a livello internazionale. Lo stesso Consigliere federale Ueli Maurer aveva sottolineato in primavera la necessità per la Svizzera di rispettare gli standard del GAFI.

Attualmente, sono questi stessi avvocati e consulenti, non assoggettati alla Legge, che si trovano al centro dello scandalo dei “Pandora Papers”[1]giocando un ruolo decisivo nel permettere ai ricchi di usare le società offshore[2](società extraterritoriali) a loro vantaggio e operando negli attuali meccanismi di evasione fiscale e di riciclaggio del denaro. Nella maggior parte dei casi, le persone fanno ricorso alle società offshore per nascondere le loro risorse finanziarie, ad esempio dalle autorità fiscali e finanziarie. Il Fondo Monetario Internazionale, indicava in un articolo del 2019 che i paradisi fiscali costano ai governi di tutto il mondo fino a 600 miliardi di dollari in tasse perse ogni anno.[3]

A seguito di quanto emerso dalle inchieste giornalistiche, il Partito Socialista svizzero ha deciso di presentare – tramite il suo gruppo parlamentare – un’iniziativa parlamentareper rimediare al più presto a questa scappatoia che danneggia l’insieme della popolazione svizzera; e non solo. A beneficiarne invece sono pochi.

In particolare, le vittime dell’evasione fiscale sono:

  1. i contribuenti onesti;
  2. Le aziende che sono estromesse dal mercato a causa della corruzione;
  3. i residenti di Paesi poveri dove lo Stato non può finanziare i servizi pubblici di base;
  4. le vittime del crimine organizzato.

Le proposte sono state presentate ieri ai media. L’iniziativa parlamentare sarà sottoposta alla Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale. È importante non perdere altro tempo e rispettare gli standard internazionali. Il riciclaggio e i paradisi fiscali danneggiano infatti la totalità della società.

Il Partito Socialista non può tollerare che la Svizzera rimanga al centro dei meccanismi finanziari globali offshore. Oltre a depositare la suddetta iniziativa parlamentare, nella prossima sessione invernale (29 novembre – 17 dicembre 2021) i rappresentanti eletti del PS presenteranno altre iniziative contro il riciclaggio del denaro e l’evasione fiscale attraverso società offshore.

Di seguito il contenuto delle tre iniziative principali:

  1. aggiungere la confisca dei beni ottenuti illegalmente al diritto penale. Questo permetterà di registrare meglio i beni ottenuti attraverso il riciclaggio di denaro (art. 70e 72CP, vedi Pa. Carlo Sommaruga 11.422 Confisca penale degli averi dei potentati);
  2. abbassare la soglia per gli obblighi di diligenza e di documentazione nel commercio dell’oro (Commercianti di metalli preziosi) (secondo la minoranza Hurni sull’art. 8a cpv. 4bis LRD nella sessione primaverile 2021 del Consiglio nazionale, vedi qui, p. 2);
  3. creare un registro centrale pubblico dei titolari effettivi, vedi Susanne Leutenegger Oberholzer 17.4251 Paradise Papers. Persone giuridiche e trust. Un registro per rendere trasparenti gli aventi economicamente diritto.

 

[1]I “Pandora Papers” sono parte di un’inchiesta svolta dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ) nella quale sono resi noti i contenuti di 11,9 millio ni di documenti fiscali e finanziari. Questi documenti svelano come politici e personaggi pubblici di tutto il mondo sfruttino le società offshore per trasferire nei paradisi fiscali un totale stimato dalle ICIJ di 32 miliardi di dollari. Si tratta di denaro che non è tassato nei Paesi dove risiedono i titolari dei conti offshore.

[2]Si tratta di enti che hanno stabilito la propria sede legale in uno Stato estero dove la tassazione può essere molto vantaggiosa (Paradisi fiscali). Queste imprese conducono la propria attività al di fuori del territorio dove sono registrate.

[3]Shaxton Nicholas, Tackling Tax Havens, in Finance & Development, September 2019.

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Distribuzione della ricchezza: dire SÌ è importante https://marinacarobbio.ch/2021/08/29/distribuzione-della-ricchezza-dire-si-e-importante/ https://marinacarobbio.ch/2021/08/29/distribuzione-della-ricchezza-dire-si-e-importante/#respond Sun, 29 Aug 2021 15:51:07 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4893   La distribuzione della ricchezza è un tema sempre di grande attualità, sia a livello internazionale, sia a livello svizzero. Nel 2019 Oxfam stimava che...

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La distribuzione della ricchezza è un tema sempre di grande attualità, sia a livello internazionale, sia a livello svizzero. Nel 2019 Oxfam stimava che i 2.153 miliardari nel mondo detenevano più ricchezza dei 4,6 miliardi di persone che costituiscono il 60% circa della popolazione globale. Nel nostro Paese oltre il 40% del capitale complessivo è detenuto dall’1% della popolazione. Eppure il benessere è il risultato degli sforzi di tutte e tutti coloro che lavorano in Svizzera.

La pandemia ha reso più visibili le fragilità del nostro sistema economico. Le immagini delle numerose persone in fila a Ginevra per ottenere un sacchetto contenente alimenti del valore di 20 franchi hanno fatto il giro del mondo. Il «New York Times» intitolava così il suo articolo al riguardo: «Una fila lunga un miglio per il cibo gratis a Ginevra, una delle città più ricche del mondo»; una delle città più ricche – aggiungo io – in una delle nazioni più benestanti. Non basta scandalizzarsi per queste immagini, bensì dobbiamo agire per fare in modo che la nostra società sia più equa e più giusta.

Un contributo importante per raggiungere questo fine può essere dato alle urne il prossimo 26 settembre, quando voteremo sull’iniziativa della Gioventù socialista denominata «99%». L’iniziativa prevede di sgravare i salari e tassare equamente il capitale, al fine di ridistribuire al 99% della popolazione circa 10 miliardi di franchi provenienti da quell’1% della popolazione, i cosiddetti super-ricchi. Non si tratta di fare regali; l’iniziativa è chiara a questo proposito: mira ad aumentare ragionevolmente le imposte per i più ricchi in modo da sgravare, appunto, i redditi bassi e medi.

In un momento storico nel quale anche a livello internazionale si intraprendono passi importanti in ambito fiscale – penso all’accordo del G7 di introdurre un’aliquota minima del 15% e di tassare i profitti delle multinazionali nei Paesi in cui operano – la Svizzera potrebbe rappresentare un esempio virtuoso.

Sul tema della fiscalità si è mosso recentemente anche il PLR ticinese con l’inopportuna proposta di sgravare fiscalmente i redditi alti affinché le persone facoltose rimangano o decidano di stabilirsi in Ticino. È davvero necessario? Qualcuno ha considerato le cifre reali? Nell’ultimo decennio c’è stato un chiaro aumento di residenti in Ticino con un patrimonio netto di oltre 10 milioni di franchi.

Una proposta profondamente sbagliata quella del PLR, che non tiene conto delle difficoltà di chi fatica ad arrivare alla fine del mese. Anziché favorire una migliore ridistribuzione della ricchezza, sottrarrà risorse all’ente pubblico, in un momento di difficoltà sociali ed economiche. Il dibattito sulla fiscalità è lanciato, ma lo è soprattutto grazie all’iniziativa 99%, che vuole una tassazione più equa come strumento contro le disuguaglianze! Il 26 settembre cogliamo l’occasione per dire sì. Vogliamo una Svizzera più giusta e solidale.

Articolo apparso sul Corriere del Ticino il 27 agosto 2021

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Abbiamo bisogno di più solidarietà! – Newsletter https://marinacarobbio.ch/2021/06/30/abbiamo-bisogno-di-piu-solidarieta-newsletter/ https://marinacarobbio.ch/2021/06/30/abbiamo-bisogno-di-piu-solidarieta-newsletter/#respond Wed, 30 Jun 2021 06:32:16 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4874 Buongiorno, il 18 giugno è terminata la sessione delle Camere federali. I temi trattati sono stati numerosi. Ho preparato una sintesi di alcuni temi discussi dalle Camere federali che...

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Buongiorno,

il 18 giugno è terminata la sessione delle Camere federali. I temi trattati sono stati numerosi. Ho preparato una sintesi di alcuni temi discussi dalle Camere federali che ho seguito da vicino. Ancora una volta spiccano la riforma dell’AVS21 e l’iniziativa per cure infermieristiche forti, che il comitato d’iniziativa ha deciso di portare al voto popolare. Il Consiglio degli Stati ha pure approvato un mio postulato per una Piena partecipazione alla vita politica e pubblica delle persone con disabilità intellettiva. Sono molto contenta di questo primo passo verso una società più inclusiva.

Inizia l’estate, ma la politica non si ferma. Il 26 settembre il popolo svizzero sarà chiamato a votare sul matrimonio per tutt*. Il 27 giugno è stata lanciata la campagna per il Sì dopo che è riuscito il referendum contro la decisione del parlamento di aprire il matrimonio alle coppie dello stesso sesso e fare così un passo importante verso l‘uguaglianza tra coppie omosessuali/bisessuali e coppie eterosessuali in Svizzera.

Voteremo anche sull’iniziativa popolare della GISO, nota come iniziativa del 99% che prevede di sgravare i salari e tassare equamente il capitale, al fine di ridistribuire meglio la ricchezza proveniente dall’1% dei super ricchi al 99% della popolazione. Leggi qui il mio intervento in parlamento a favore dell’iniziativa.

Referendum contro l’abolizione della tassa di bollo

Il PSS è contrario a elargire ulteriori privilegi “gratuiti” alle gradi imprese! Durante la sessione estiva delle camere federali, la maggioranza borghese del parlamento ha dato seguito alla prima parte del progetto volto ad abolire gradualmente la tassa di bollo. Per questa ragione, il Partito Socialista Svizzero ha lanciato il referendum contro la soppressione della tassa d’emissione sul capitale proprio, che fa parte del progetto volto ad abolire gradualmente la tassa di bollo. L’abolizione dell’imposta di bollo rappresenta infatti solo la punta dell’iceberg. Ulteriori privilegi fiscali per le grandi imprese e i ricchi sono già in programma. Non siamo ancora usciti dalla crisi economica (e nemmeno sanitaria) causata dalla pandemia di coronavirus che già si vorrebbero “regalare” miliardi al settore finanziario e alle grandi imprese a scapito di politiche sociali che gioverebbero all’insieme della popolazione. Non si tratta di briciole, nella sua totalità l’abolizione completa della tassa di bollo creerebbe un buco di 2,2 miliardi di franchi nelle casse dello Stato ogni anno, con la prima tappa mancheranno 250 milioni di franchi all’anno. Non sarebbero le Piccole medie imprese (PMI) a guadagnare dall’abolizione della tassa di bollo, bensì le grandi aziende che già contabilizzano utili importanti tutti gli anni.
La popolazione ha bisogno di politiche sociali di rilancio dell’economia e di alleggerimento dei costi “fissi” della vita, come ad esempio i premi cassa malati (tema che tornerà di stretta attualità in autunno quando finalmente si dovrebbe iniziare a discutere della nostra iniziativa popolare per limitare i premi al 10% del reddito). È irragionevole e provocatorio, a fronte di tutte le persone che faticano ad arrivare alla fine del mese, sgravare ulteriormente la finanza e le grandi imprese. Assieme possiamo fermare questo ulteriore regalo a settori dell’economia che non ne hanno certamente bisogno. Abbiamo bisogno di uno Stato solidale!
Scarica qui i formulari per firmare il referendum.
Per ulteriori informazioni puoi cliccare qui.  

Vi ringrazio per seguirmi sempre nella mia attività, per le vostre opinioni e i vostri consigli e vi auguro una bella estate.

Cari saluti,
Marina

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Sì al congedo paternità No a più deduzioni per i figli https://marinacarobbio.ch/2020/07/29/si-al-congedo-paternita-no-a-piu-deduzioni-per-i-figli/ https://marinacarobbio.ch/2020/07/29/si-al-congedo-paternita-no-a-piu-deduzioni-per-i-figli/#respond Wed, 29 Jul 2020 19:51:19 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4538 Senza contromisure, i ceti medio e medio-basso sono quelli che pagheranno maggiormente le conseguenze della crisi sociale ed economica a seguito della pandemia. Queste persone...

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Senza contromisure, i ceti medio e medio-basso sono quelli che pagheranno maggiormente le conseguenze della crisi sociale ed economica a seguito della pandemia. Queste persone necessitano di aiuti concreti per contrastare l’erosione del reddito disponibile di molte economie domestiche. È quindi necessario agire sui costi fissi quali i premi di cassa malati e gli affitti. Inoltre, dal momento che il divario salariale complessivo tra donne e uomini è ancora considerevole, è indispensabile realizzare finalmente l’effettiva parità salariale e tutte quelle misure che permettono la conciliabilità tra famiglia e lavoro. Solo così sarà possibile garantire a molte più donne la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro percependo salari dignitosi e non assumendo impieghi precari. Affinché la cura dei figli non dissuada le coppie, di solito le mamme, dall’esercitare un’attività professionale, le strutture di assistenza all’infanzia devono essere sufficienti e con costi accessibili.

Il 27 settembre il popolo svizzero sarà chiamato a esprimersi su due oggetti inerenti alla politica familiare. Da un lato, il congedo paternità di due settimane, assolutamente urgente e necessario e che deve essere visto come un primo passo verso un congedo parentale. Dall’altro, la revisione della legge sull’Imposta federale diretta per aumentare le deduzioni fiscali per i figli; che di sostegno alla famiglia ha solo il nome. Dietro questa proposta di legge si nascondono in realtà sgravi fiscali a favore di chi meno ne ha bisogno. La maggioranza del Parlamento ha infatti deciso di aumentare le deduzioni per i figli nell’ambito dell’Imposta federale diretta, passando da 6.500 franchi a 10.000 franchi per figlio. Ciò che apparentemente può sembrare una buona cosa in realtà è un vero e proprio imbroglio fiscale a spese del ceto medio: se una coppia con due figli e un reddito lordo di 500.000 franchi risparmierà 910 franchi all’anno, una coppia sempre con due figli e un reddito lordo di 110.000 franchi non risparmierà nulla. Inoltre, oltre il 40% delle coppie con figli non paga l’Imposta federale diretta e quindi non avrà nessun beneficio, mentre quasi esclusivamente le famiglie con un reddito elevato, che rappresentano solo il 6% di tutte le economie domestiche, beneficeranno di questa nuova deduzione per i figli. I costi in più a causa di questa operazione sono 370 milioni di franchi, che mancheranno nelle casse della Confederazione e dei Cantoni per attuare una vera e propria politica a favore della classe media e medio-bassa.

In Svizzera più di mezzo milione delle lavoratrici e dei lavoratori, cioè il 10% della forza lavoro, guadagna meno di 4.200 franchi. In Ticino questa percentuale è ancora maggiore. Inoltre la metà delle donne riceve uno stipendio mensile lordo inferiore a 4.330 franchi al mese, mentre un quarto di tutte le donne riceve addirittura poco meno di 2.600 franchi al mese. Dal momento che molte donne lavorano a tempo parziale, il loro reddito è ancora significativamente più basso. Per contrastare l’erosione del reddito e per una politica familiare degna di questo nome ci vogliono non solo la volontà politica ma anche le risorse finanziarie necessarie a sostenere strutture per conciliare famiglia e lavoro, ridurre le rette degli asili nido e aumentare gli aiuti alla riduzione dei premi di cassa malati. Ecco perché diminuire le entrate di Confederazione e Cantoni con sgravi a favore dei più benestanti è sbagliato e per nulla lungimirante. Se attuata, questa politica porterebbe alla riduzione dei mezzi a disposizione per politiche sociali e andrebbe a colpire proprio coloro che dovrebbero invece essere maggiormente sostenuti. Il popolo svizzero avrà la possibilità di dire la sua e fare un passo concreto per la politica familiare votando sì al congedo parentale e no a sgravi fiscali iniqui.

Articolo apparso sul Corriere del Ticino il 29 luglio 2020

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No a nuovi privilegi fiscali https://marinacarobbio.ch/2018/03/31/no-a-nuovi-privilegi-fiscali/ https://marinacarobbio.ch/2018/03/31/no-a-nuovi-privilegi-fiscali/#comments Sat, 31 Mar 2018 08:25:52 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=2613 Articolo apparso su La Regione il 31 marzo 2018 Il prossimo 29 aprile si tratta di decidere se e perché vogliamo accentuare la concorrenza fiscale...

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Articolo apparso su La Regione il 31 marzo 2018

Il prossimo 29 aprile si tratta di decidere se e perché vogliamo accentuare la concorrenza fiscale tra i Cantoni o se preferiamo mettere l’accento sulla redistribuzione della ricchezza. Da parte mia non ho dubbi: in un cantone come il Ticino, dove purtroppo il numero di persone in difficoltà non è per niente trascurabile e il precariato nel mondo del lavoro ha raggiunto un livello preoccupante, è compito della politica combattere le disuguaglianze non aumentarle. In questo contesto si inserisce anche il no della popolazione svizzera alla riforma dell’imposizione delle imprese lo scorso anno. Una modifica accettata per poco in Ticino, dove a differenza di altri cantoni era solo la sinistra ad opporsi. Un no quello del popolo svizzero che va letto come una chiara opposizione a nuovi privilegi fiscali. Soprattutto quando l’urgenza è invece quella di interventi a favore delle fasce di popolazione meno abbienti ma anche della classe media, sotto pressione a causa di costi crescenti come i premi cassa malati o l’alloggio. Preoccupazioni alle quali la politica, anche nel nostro cantone, farebbe bene a dare rapidamente una risposta.

A un anno di distanza siamo quindi nuovamente chiamati alle urne per delle riduzioni d’imposta a favore di pochi privilegiati. Questi sgravi non andranno a beneficio della classe media o delle piccole medie industrie (Pmi), bensì sono a favore dei ceti più benestanti e di grandi aziende. Per far accettare questi regali fiscali si racconta che un No alla riforma tributaria equivale a far cadere le misure in ambito sociale. Un vera e propria trappola nella quale si vuol far cascare chi andrà a votare. Nessun referendum infatti è stato indetto contro le misure di politica familiare. Per non attuarle il governo ticinese dovrà chiedere al parlamento di rinunciarvi o procrastinare l’entrata in vigore. Una proposta che sarebbe non solo contraddittoria, dal momento che lo stesso governo e le forze politiche ticinesi considerano queste misure come una necessità, ma anche irrispettosa delle cittadine e dei cittadini ticinesi che non hanno lanciato nessun referendum contro le proposte sociali. In tutta la Svizzera ci si muove oramai da qualche anno per rafforzare gli strumenti a favore della conciliabilità tra famiglia e lavoro e per far sì che nel mondo del lavoro le donne abbiano le stesse opportunità degli uomini. Non è un caso che il parlamento federale ha deciso l’anno scorso di stanziare 100 milioni supplementari per contribuire al finanziamento di progetti volti a rafforzare e ad adeguare l’offerta di posti di custodia dei bambini, milioni di cui beneficeranno anche i Cantoni. Anche il Canton Ticino può infatti permettersi di finanziare misure a favore delle famiglie senza barattarle con sgravi fiscali a vantaggio di pochi!

Sempre per parlar chiaro: misure a favore della conciliabilità tra famiglie e lavoro sono necessarie indipendentemente dalle scelte fiscali. I 52 milioni di minori entrate, compensate in misura solo parziale, mancheranno a Cantone e Comuni e potrebbero essere meglio impiegati per rispondere in misura incisiva e mirata ai bisogni di una grossa fetta della popolazione ticinese. Non è di questi sgravi fiscali che ha bisogno il Canton Ticino. Bensì di misure concrete a favore della classe media e dei giovani in cerca di lavoro, a sostegno degli artigiani e delle Pmi locali strozzati dalla concorrenza di delle grandi aziende e di interventi a favore dei piccoli commerci che arrischiano di chiudere a causa degli affitti esorbitanti.

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Sessione primaverile e #NoBillag – Newsletter https://marinacarobbio.ch/2018/02/25/sessione-primaverile-nobillag-newsletter/ https://marinacarobbio.ch/2018/02/25/sessione-primaverile-nobillag-newsletter/#respond Sun, 25 Feb 2018 16:06:03 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=2569 Trovi qui la mia ultima newsletter. Vuoi riceverla anche tu? Puoi iscriverti qui.  No Billag: una proposta pericolosa per la Svizzera italiana! Gli ultimi sondaggi...

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No Billag: una proposta pericolosa per la Svizzera italiana!

Gli ultimi sondaggi dicono che il fronte dei contrari a No Billag sta avanzando, ma non dobbiamo dare per scontato una vittoria: l’impegno di noi tutti e tutte in queste ultime settimane di campagna è fondamentale! È soprattutto importante che anche in Ticino prevalga il no, rischiando in caso contrario una modifica della cosiddetta chiave di riparto, che garantisce oggigiorno un saldo netto di oltre 188 milioni rispetto a quanto paghiamo di effettivo canone. Dobbiamo parlare con amici ed amiche, condividere articoli e post sul tema, e soprattutto ricordarci di votare.

Assieme possiamo farcela e salvaguardare il servizio pubblico!

Scopri perché voterò NO a No Billag in questo breve video:

 

Concentrazione della ricchezza e sgravi fiscali

Con quasi 10’000 firme abbiamo consegnato qualche settimana fa il referendum contro la riforma fiscale, che prevede 52 milioni di sgravi per i benestanti e le grandi imprese. E questo dovrebbe essere solo il primo pacchetto di sgravi, al quale è già stato annunciato ne seguiranno altri. Contemporaneamente a Berna sta anche iniziando la discussione sulla riforma dell’imposizione delle imprese 4, dopo che la RIE 3 è stata affossata dal popolo un anno fa.

Questi temi toccano una discussione di fondo: che fiscalità e che società vogliamo? Vogliamo che la ricchezza continui a concentrarsi nelle mani di pochi (in Svizzera l’1% possiede il 40% della ricchezza complessiva!) oppure vogliamo ridare più soldi a chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese e sgravare fiscalmente il ceto medio?

Il 29 aprile io voterò un chiaro NO alla riforma fiscale!

 

Sessione primaverile: ecco di cosa si parlerà

Domani inizia la sessione primaverile, nella quale ci attendono discussioni su temi interessanti e votazioni importanti. Eccone un riassunto.

È un bilancio in chiaro-scuro quello che sta scaturendo sulla riforma delle prestazioni complementari (PC) dopo l’esame commissionale. Dopo anni di attesa e rivendicazione da parte delle associazioni degli anziani e delle persone con handicap, la riforma conterrà finalmente un aumento degli aiuti per pagare l’affitto per le tali categorie di beneficiari PC a basso reddito (importi massimi riconosciuti per le spese di pigione). Tali prestazioni sono infatti rimaste invariate dal 2001. Da allora gli affitti sono aumentati mediamente del 18% e gli importi massimi per gli affitti riconosciuti nelle PC sono insufficienti per finanziare abitazioni adatte a persone anziane o con handicap. Inoltre, grazie a una proposta della collega socialista Silvia Schenker (BS), i disoccupati più anziani potranno lasciare il proprio avere della previdenza professionale nell’istituto di previdenza del vecchio datore di lavoro e percepire successivamente una rendita. Purtroppo però la maggioranza di centro-destra della commissione del Consiglio nazionale ha deciso di diminuire il contributo della Confederazione per la riduzione dei premi di cassa malati di 75 milioni. Una proposta inaccettabile considerato il continuo aumento dei premi cassa malati che gravano sul bilancio delle economie domestiche e malgrado il fatto che la Confederazione presenta delle eccedenze nei suoi conti. Ecco perché l’iniziativa popolare che lanceremo come PSS per limitare i premi cassa malati al 10% del reddito disponibile dimostra la sua validità ed importanza.
Per tornare alla prestazioni complementari: una valutazione definitiva potrà essere tratta solo dopo la discussione in Consiglio nazionale che avverrà il 14 marzo prossimo. Diverse sono infatti le proposte di minoranza che abbiamo presentato. Prima su tutte quella di non ridurre il contributo della Confederazione per la riduzione dei premi cassa malati. Le prestazioni complementari sono un pilastro importante del nostro sistema sociale per evitare che persone anziane o con handicap finiscano in povertà e permettono di colmare le lacune finanziarie che persistono anche con la percezione della rendita pensionistica o di invalidità.

Durante la sessione primaverile delle camere si discuterà anche di parità salariale sulla base di un progetto presentato dalla Consigliera federale Sommaruga che vuole introdurre dei controlli salariali nelle imprese con più di 50 dipendenti. Un primo passo, ma non ancora sufficiente per combattere le disuguaglianze retributive tra donne e uomini, anche perché in parlamento c’è chi non vuole nemmeno  verifiche nelle imprese con più di 100 dipendenti. Ecco perché è importante mobilitarsi l’8 marzo, partecipando alla manifestazione a Bellinzona alle 18.00. Trovate qui maggiori informazioni. Durante la sessione si parlerà anche altri temi importanti, come La Posta e la vicenda Autopostale SA, dibattito durante il quale si dovrà ribadire che il servizio pubblico non può dipendere da logiche di profitto ma deve garantire un servizio universale a tutta la popolazione.

Trovate molte più informazioni sulla mia attività politica sulla mia pagina web. Potete anche seguirmi sulla mia pagina facebook o twitter. Contattatemi pure, volentieri rispondo alle vostre domande o raccolgo le vostre idee.
Grazie per la vostra attenzione e il vostro sostegno!
Cari saluti,
Marina Carobbio

 

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Crescenti disuguaglianze – iniziativa 99% https://marinacarobbio.ch/2017/10/31/crescenti-disuguaglianze-iniziativa-99/ https://marinacarobbio.ch/2017/10/31/crescenti-disuguaglianze-iniziativa-99/#respond Tue, 31 Oct 2017 14:22:42 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=2356 Un mese fa la Gioventù Socialista ha lanciato una nuova iniziativa federale, la 99%. È assurdo che nella ricca Svizzera ci siano sempre più persone che...

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Un mese fa la Gioventù Socialista ha lanciato una nuova iniziativa federale, la 99%. È assurdo che nella ricca Svizzera ci siano sempre più persone che facciano fatica a pagare i premi di cassa malati, l’affitto e altre spese. Questo vale anche per persone per lavorano ogni giorno, ma purtroppo per salari insufficienti.

Dall’altra parte troviamo un piccolo gruppo di miliardari che guadagna milioni in dividendi senza fare nulla. Questi soldi sono inoltre privilegiati fiscalmente.

Questa iniziativa è un importante passo nella giusta direzione: vuole tassare equamente l’1% più benestante e usare le maggiori entrate per sgravare il 99% della società, abbassando le imposte per i salari medio-bassi, aumentando i sussidi di cassa malati e finanziando gli asili nido. Concretamente essa vuole tassare i redditi da capitale (cioè i soldi derivanti dal fatto di avere un patrimonio, come dividendi e tassi d’interesse) con un’imposizione del 150%. Per evitare di penalizzare le persone con piccoli risparmi, proponiamo di fissare una soglia sotto la quale l’imposizione al 150% non verrà applicata: 100’000 franchi annui. Si tratta di un importo ragionevole che fa in modo che solo le persone che possono vivere dei propri redditi da capitale, non dovendo quindi lavorare per percepire un salario, vengano toccate dall’iniziativa. Calcolando una rendita media del 3%, bisognerà possedere un patrimonio di almeno 3 milioni di franchi per essere toccati da questo aumento dell’imposizione. L’iniziativa porterà entrate supplementari stimate tra i 5 e i 10 miliardi di franchi all’anno, che andranno usate appunto per sgravare il ceto medio oppure per finanziare misure dello stato sociale.

Puoi visitare qui la pagina facebook dell’iniziativa oppure il sito per maggiori informazioni. Se vuoi invece firmare l’iniziativa puoi farlo qui.

Trovi invece qui il mio discorso (in francese e tedesco) a sostegno dell’iniziativa fatto all’assemblea dei/delle delegati/e del PSS.

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La riforma tributaria e gli errori del passato https://marinacarobbio.ch/2017/01/07/la-riforma-tributaria-gli-errori-del-passato/ https://marinacarobbio.ch/2017/01/07/la-riforma-tributaria-gli-errori-del-passato/#respond Sat, 07 Jan 2017 17:15:03 +0000 http://marinacarobbio.ch/?p=1565 Se all’ente pubblico, ai Comuni e alle Città manca il denaro, sono i cittadini a pagarne le conseguenze: con tagli alle prestazioni e al servizio...

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Se all’ente pubblico, ai Comuni e alle Città manca il denaro, sono i cittadini a pagarne le conseguenze: con tagli alle prestazioni e al servizio pubblico e con imposte e tasse più elevate. È quanto accadrà se la Riforma III dell’imposizione delle imprese, in votazione il prossimo 12 febbraio, dovesse essere accettata. Si tratta di uno scenario tutt’altro che irrealistico se guardiamo a quanto già successo in alcuni cantoni, Ticino compreso, e se teniamo anche conto di qualche elemento del passato.La Riforma fiscale delle imprese II del 2008 a detta del Dipartimento federale delle finanze e del suo direttore di allora, il consigliere federale Merz, non avrebbe causato importanti perdite all’ente pubblico. Quella riforma fu accettata dal popolo di strettissima misura. Ma come avrebbe votato il popolo svizzero allora, se avesse saputo che in realtà essa avrebbe causato perdite miliardarie, come si è poi saputo in seguito? I mancati introiti della Confederazione, in parte dovuti anche a quella riforma, hanno portato a più di un programma di risparmio. L’ultimo prevede addirittura un taglio dei contributi che la Confederazione versa ai Cantoni per i sussidi cassa malati!

Negli ultimi anni diversi Cantoni hanno a loro volta concesso sgravi fiscali alle aziende ritrovandosi poi, come il Canton Lucerna, con finanze in rosso che hanno condotto a tagli alla spesa pubblica, ad esempio nella formazione. Anche il Ticino conosce le conseguenze di una bassa fiscalità che ha attirato aziende e capannoni con salari da fame, ma non ha portato benefici per le piccole-medie aziende. Con la Riforma fiscale III si ripetono gli stessi errori del passato. Si favoriscono grandi gruppi aziendali e i loro azionisti e si accentua, inoltre, un pericoloso meccanismo di concorrenza fiscale al ribasso tra i Cantoni.

La Riforma III dell’imposizione delle imprese avrebbe dovuto essere la risposta alla necessità di adeguare il nostro Paese agli standard internazionali abolendo le facilitazioni fiscali delle imprese a statuto speciale. Purtroppo la maggioranza parlamentare l’ha trasformata in un complicato e poco trasparente sistema di nuovi privilegi fiscali che peseranno sulla popolazione. Si è rinunciato a qualsiasi contropartita per bilanciare le perdite fiscali causate della riforma. Addirittura ci potranno essere nuove facilitazioni fiscali, come le deduzioni dalle imposte per le spese per le attività di ricerca e sviluppo svolte in Svizzera non «solamente» al 100%, ma addirittura al 150%!
Le conseguenze sono incalcolabili: nessuno sa come i Cantoni applicheranno questo strumento e, oltretutto, non è ancora chiaro cosa s’intenda esattamente con «ricerca e sviluppo», visto che sarà precisato solo successivamente, nelle disposizioni esecutive del Consiglio federale.

Anche il Ticino sembra volersi adeguare nell’utilizzo di quei nuovi trucchi che la riforma permetterà, e per farci inghiottire l’amara pillola, solo pochi mesi dopo aver decretato dei tagli sui servizi delle famiglie, il Consiglio di Stato fa miracolosamente uscire dal cappello diversi milioni di aiuti per le stesse.
Con la Riforma III dell’imposizione delle imprese mancheranno tre miliardi di franchi agli enti pubblici. Questo in un momento in cui lo Stato deve avere i mezzi e gli strumenti adeguati per combattere l’erosione dei redditi delle economie domestiche e affrontare le difficoltà di molte famiglie del ceto medio e delle fasce più basse della popolazione.

Per evitare che a svuotare il portamonete di una coppia di un’insegnante e di un impiegato sia la fiscalità indiretta, ad esempio con aumento dei costi per la custodia dei figli, che a ridurre il budget degli anziani sia l’aumento dei costi per l’assistenza a domicilio o che ad accrescere le difficoltà delle famiglie monoparentali sia la diminuzione delle prestazioni sociali, dobbiamo votare no all’iniqua Riforma III della tassazione delle imprese.

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