Giovani – Marina Carobbio Guscetti https://marinacarobbio.ch Benvenuti, Herzlich Willkommen, Bienvenue Mon, 09 Sep 2019 17:33:51 +0000 it-IT hourly 1 https://marinacarobbio.ch/wp-content/uploads/sites/4/2017/05/cropped-logo-PS-32x32.png Giovani – Marina Carobbio Guscetti https://marinacarobbio.ch 32 32 Simposio DJO – Futuro animazione socioculturale per bambini e ragazzi https://marinacarobbio.ch/2019/09/09/simposio-djo-futuro-animazione-socioculturale-per-bambini-e-ragazzi/ https://marinacarobbio.ch/2019/09/09/simposio-djo-futuro-animazione-socioculturale-per-bambini-e-ragazzi/#respond Mon, 09 Sep 2019 17:24:13 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4156 Gentile Presidente Müller Gentili Signore, egregi signori È un onore poter essere qui oggi a portare un saluto a nome del Parlamento svizzero a questo...

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Gentile Presidente Müller
Gentili Signore, egregi signori

È un onore poter essere qui oggi a portare un saluto a nome del Parlamento svizzero a questo simposio sul futuro dell’animazione socioculturale per l’infanzia e la gioventù. L’animazione socioculturale è un attore importante nell’ambito dell’educazione extrascolastica e svolge un ruolo centrale per una società inclusiva di tutte le sue componenti, promuovendo l’autonomia e la partecipazione delle bambine, dei bambini e dei giovani.

La politica dell’infanzia e della gioventù in Svizzera è principalmente di competenza dei Cantoni e dei Comuni.  A livello federale fa stato la legge sulla promozione delle attività extrascolastiche. Ricordo con piacere quando, giovane eletta nel parlamento cantonale ad inizio degli anni novanta, mi occupai della Legge sul sostegno e il coordinamento delle attività giovanili, la cosiddetta “legge giovani” del Canton Ticino. Da allora Cantoni e comuni ne hanno fatto di strada in questo ambito , eppure manca ancora una base giuridica federale che obblighi i cantoni e i comuni a proporre  attività di animazione socioculturale dell’infanzia e della gio­ventù.

 

Anche sulla base della mia esperienza personale, reputo molto importante portare avanti dei progetti in ambito di animazione socioculturale per i bambini e i giovani: ho sempre iscritti i miei figli Matteo e Laura a colonie e varie tipi di attività d’animazione. Un’esperienza che è rimasta loro positivamente impressa, tant’è che attorno ai 14 anni hanno iniziato entrambi a fare gli aiuti-monitori in una colonia integrata con persone con disabilità. Passare le giornate, accompagnati da esperti del settore, con persone con disabilità fisiche e/o mentali ha permesso loro di maturare, di riconoscere l’importanza delle diversità e di rendersi conto dei privilegi che prima davano per scontati.

 

Mit grosser Freude habe ich gelesen, dass Sie mit Ihrem Symposium den Austausch unter den Regionen unseres Landes fördern wollen, indem die Gemeinsamkeiten und die Unterschiede der soziokulturellen Animation für Kinder und Jugendliche in den verschiedenen Sprachregionen herausgearbeitet werden.

Die Mehrsprachigkeit und die Vielfalt sind wichtige Themen, die ich auch im Laufe meiner Amtszeit als Nationalratspräsidentin immer wieder zur Sprache gebracht habe. Wir alle sind Schweizerinnen und Schweizer, leben im selben Land und fühlen uns diesem verbunden. Und doch sprechen wir verschiedene Sprachen, haben unterschiedliche kulturelle Bezugspunkte und sind zum Teil geografisch voneinander getrennt.

Die Beziehung zwischen nationalem Zusammenhalt und Mehrsprachigkeit ist komplex und in stetem Wandel – und manchmal bekommt diese Beziehung Risse. Als Tessinerin ist mir das nur allzu bewusst: In den vergangenen zehn Jahren ist die Distanz zwischen dem italienischsprachigen Teil des Landes, namentlich dem Tessin, und dem Rest der Schweiz grösser geworden. Angesichts dieser Entwicklung ist es umso wichtiger, durch die Förderung des persönlichen Austauschs und der Mehrsprachigkeit die verschiedenen Landesteile wieder näher zusammenzubringen. Denn der sprachliche und kulturelle Reichtum der Schweiz, ihre Vielfalt im Allgemeinen, ist unser grösster Schatz. Ein Schatz, den es zu behüten und wertzuschätzen gilt. Ich danke Ihnen für ihre Bemühungen und  für den Projekt „Sprachregionen“ wollen sie eine Basis für ein gemeinsames Verständnis und eine verstärkte Zusammenarbeit entwickeln.

 

Cette promotion des échanges et de la diversité culturelle et linguistique ne doit pas se limiter au domaine politique, mais englober tous les domaines de notre société. Je salue donc vivement votre décision de réunir, à l’occasion de ce congrès, des professionnels de l’animation socioculturelle provenant de toutes les régions linguistiques de notre pays.

Selon moi, nous pouvons toutes et tous apprendre quelque chose d’une personne qui ne parle pas la même langue que nous, qui ne partage pas la même culture ou qui a un parcours de vie différent du nôtre. En tant que politicienne j’écouterai avec un grand intérêt les résultats de la première enquête nationale sur l’animation socioculturelle avec des enfants et des jeunes et les défis et chances pour l’animation socioculturelle avec des enfants et des jeunes en Suisse.

 

Mesdames, Messieurs,

Au nom de tous mes collègues du Parlement suisse, je remercie chaleureusement les organisateurs de ce congrès, et je tiens aussi tout particulièrement à remercier chacun d’entre vous pour l’important travail que vous accomplissez tout au long de l’année aux côtés des enfants et des jeunes. Ces enfants et ces jeunes sont le futur de notre pays et grâce à vos activités, vous les aidez à devenir des adultes responsables, capables d’affronter les défis que leur réservera leur vie d’adulte.

Grazie.

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Oltre le mura, manteniamo il legame con i giovani https://marinacarobbio.ch/2018/10/11/oltre-le-mura-manteniamo-il-legame-con-i-giovani/ https://marinacarobbio.ch/2018/10/11/oltre-le-mura-manteniamo-il-legame-con-i-giovani/#respond Thu, 11 Oct 2018 17:12:31 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=3000 Ecco il mio intervento che ho potuto tenere al Convegno della fondazione Amilcare: Egregi signori, gentili signore È un onore poter essere qui oggi e...

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Ecco il mio intervento che ho potuto tenere al Convegno della fondazione Amilcare:

Egregi signori, gentili signore

È un onore poter essere qui oggi e poter intervenire oggi introducendo il convegno di questa importante Fondazione. Due giorni di congresso -con ospiti locali, nazionali e internazionali, con la presenza dei giovani stessi- che xi permettono di trattare con un a visione molto ampia un tema importante quello dei diritti dei minori e della loro protezione.

Ieri era la giornata mondiale della salute mentale. La sofferenza psichica è un tema che ci riguarda tutti, parlarne  però è ancora spesso tabù. Ad esserne toccati direttamente o indirettamente, ad esempio a causa di un famigliare che soffre di un problema psichico, sono spesso anche dei giovani o dei bambini.  Ben venga quindi la campagna che è stata lanciata da Promozione Salute Svizzera in collaborazione con i Cantoni con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione. Una campagna che metterà giustamente l’accento anche sull’importanza del benessere mentale dei giovani. Parlare dei diritti dei giovani vuol dire ascoltarli. Vuol dire renderli partecipi alle scelte che li riguardano direttamente oggi ma che potranno riguardarli anche domani. Saranno loro infatti che determineranno la società del futuro.  Vuol dire anche dir loro che abbiamo il dovere di non lasciarli soli, siano essi nati o che vivono qui, siano essi giovani e minori che arrivano nel nostro paese in fuga da loro.

Come persona attiva in politica è mio compito ascoltare i giovani, confrontarmi con loro, capire i loro bisogni, cercare assieme a loro e voi che siete attivi in settori e politiche a favore della gioventù di dare delle risposte alle loro domande e alle loro necessità.

Presente e futuro della società non possono però prescindere da quanto avvenuto in un passato più meno recente.  Uno dei capitoli più bui della storia recente del nostro Paese è senza dubbio quello degli internamenti coatti. Fino all’inizio degli anni ottanta bambini considerati “disagiati” venivano strappati dai genitori e rinchiusi in istituto. Alcuni venivano da famiglie molto povere, oppure erano figli di madri sole o orfani, ma anche semplicemente di divorziati. Altri venivano da famiglie cosiddette normali, ma avevano un carattere considerato “difficile”. Avevano insomma profili molto diversi, ma il destino era lo stesso: venivano messi in istituto, condannati a crescere senza affetti, lontani dalle famiglie, a volte castigati e picchiati senza che avessero colpe.

Io stessa ho incontrato alcune di queste persone che hanno subito tali misure coercitive e le cui infanzie e vite sono state rubate. Ho sentito e letto le loro testimonianze. Proprio perché non basta leggere i documenti  di quegli anni bui, ho ascoltato quello che hanno da dire direttamente queste persone, perché si deve dar voce a coloro che, purtroppo, questo capitolo della nostra storia l’hanno vissuto sulla loro pelle. Sono persone le quali sono state stigmatizzate e umiliate per anni e su cui pesa ancora oggi quello che hanno passato. Negli ultimi anni il bisogno di una rielaborazione collettiva è diventato sempre più chiaro nell’opinione pubblica: si tratta di rielaborare il passato per guardare a un futuro capace di rispettare tutte quelle persone che vivono situazioni difficili, di povertà e di isolamento e che non possono essere private dei loro diritti. È un atto importante, al quale non possiamo sottrarci come società.

Due anni fa il Parlamento ha quindi approvato il controprogetto all’iniziativa per la riparazione, riconoscendo gli errori del passato e creando un fondo di solidarietà per le vittime. Una decisione che mi ha reso fiera del nostro paese, imperfetto senza dubbio, ma capace di ammettere le proprie colpe.

Non basta però rielaborare il passato e cercare di rimarginare le ferite, ma è fondamentale impedire che qualcosa di simile possa accadere di nuovo. È qui che entra in gioco il prezioso lavoro di fondazioni come la Fondazione Amilcare, che si occupa da quasi vent’anni della promozione e della tutela dei diritti fondamentali degli adolescenti. La vostra missione dell’accoglienza e della reintegrazione nel tessuto sociale di adolescenti che, per una moltitudine di ragioni, si trovano in un momento di difficoltà è un faro di speranza per i diretti interessati e le loro famiglie. Il vostro lavoro va riconosciuto e sostenuto. Con il vostro operato date la possibilità concreta di poter costruire un progetto di vita: per parafrase il titolo del convegno, non abbiamo bisogno di mura, di isolamento, ma di legami. Non dobbiamo parlare dei problemi di questi giovani, ma con loro.

Grazie mille per il vostro importante lavoro, per l’opportunità che ci date oggi e domani di essere qui a sviluppare, approfondire proposte, concetti e idee, nell’interesse delle giovani generazioni e di noi tutti.

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