Donne – Marina Carobbio Guscetti https://marinacarobbio.ch Benvenuti, Herzlich Willkommen, Bienvenue Sat, 16 Oct 2021 08:49:41 +0000 it-IT hourly 1 https://marinacarobbio.ch/wp-content/uploads/sites/4/2017/05/cropped-logo-PS-32x32.png Donne – Marina Carobbio Guscetti https://marinacarobbio.ch 32 32 La parola alle donne: sguardi su passato, presente e futuro https://marinacarobbio.ch/2021/10/13/uno-sguardo-al-femminile-su-passato-presente-e-futuro/ https://marinacarobbio.ch/2021/10/13/uno-sguardo-al-femminile-su-passato-presente-e-futuro/#respond Wed, 13 Oct 2021 18:28:11 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4954   Uno sguardo al femminile – un’esposizione itinerante di foto d’archivio viste attraverso le parole di 45 donne. Si tratta dell’esposizione itinerante promossa dall’Archivio audiovisivo...

L'articolo La parola alle donne: sguardi su passato, presente e futuro proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
 

Uno sguardo al femminile – un’esposizione itinerante di foto d’archivio viste attraverso le parole di 45 donne. Si tratta dell’esposizione itinerante promossa dall’Archivio audiovisivo di Capriasca e Val Colla che vuole così celebrare il 50° anniversario del suffragio femminile in Svizzera. Sono stata invitata ad intervenire in occasione della presentazione della mostra al Giardino Belvedere di Lugano il 13 ottobre 2021. Di seguito trovate il mio intervento.

 

Egregio signor Arigoni,

Egregio signor Badaracco,

Gentili Signore, Egregi Signori,

sono lieta di essere qui oggi in questa bella cornice di natura in occasione della presentazione dell’esposizione itinerante “Uno sguardo al femminile” e ringrazio l’Archivio audiovisivo di Capriasca e Val Colla per l’invito e la Città di Lugano per lo spazio che ha dedicato a questo sguardo al femminile sulla storia.

Quest’anno celebriamo il 50esimo anniversario dell’ottenimento del diritto di voto e di eleggibilità delle donne svizzere. Non è stato un percorso privo di ostacoli, bensì una lotta durata oltre cento anni che ha visto coinvolte donne da ogni angolo del paese e con ogni percorso di vita. Non dimentico il contributo dato da molti uomini solidali che hanno affiancato queste donne coraggiose nel rivendicare la parità dei diritti, oltre che dei doveri.

Celebrare un avvenimento significa anche ricordare e onorare l’impegno e la perseveranza di coloro che lo hanno reso possibile. L’associazione Omaggio 2021, che ho l’onore di presiedere, si è impegnata per celebrare l’evento storico e far conoscere le sue protagoniste alle nuove generazioni di cittadine e cittadini. Ad agosto è stata organizzata una proiezionepanoramica per raccontare la storia delle donne svizzere sulle facciate dei palazzi di Piazza federale. Inoltre, per le vie di Berna sono stati esposti i ritratti di donne, due per ogni cantone, che hanno contribuito alla conquista dei diritti politici nel 1971. La mostra è poi diventata itinerante e si è spostata in molte città svizzere, compreso il Museo Casorella a Locarno dove si potrà ammirare fino al 1° novembre. Oggi inauguriamo una nuova esposizione che “dà la parola” alle donne. Il 29 e il 30 ottobre 2021 si terrà a Berna la seconda Sessione delle donne. Le rivendicazioni condivise delle 246 donne per raggiungere la parità donna – uomo saranno raccolte e consegnate al Parlamento. Non si può trovare via migliore per ringraziare le donne del passato se non pensando a quelle del presente e del futuro.

Celebrare le donne del passato non ha solo una valenza storica, ma ci permette di capire che i diritti dei quali godiamo oggi sono i risultati di lotte e di perseveranza e che dobbiamo sempre essere attenti per proteggerli. L’esempio delle donne e degli uomini solidali può e deve ispirarci a combattere sempre per la nostra democrazia e per una società più giusta e paritaria.

Conoscere il passato, e in questo modo immaginare il futuro, non può essere fatto senza gli archivi storici, anche audiovisivi. Le testimonianze, le immagini, le voci dei protagonisti che hanno costruito il nostro presente sono fonte di ispirazione preziose da tramandare alle generazioni future. Un esercizio interessante è quello di far dialogare donne del passato e del presente. Il libro “Uno sguardo al femminile”  ne è un ottimo esempio. Ricordo, tra i tanti, il contributo di Sarah Rusconi, portavoce di Amnesty International Svizzera, che riflette sul lavoro femminile davanti alla foto di due donne al lavatoio. Poco è cambiato, come ricorda, “il lavoro non remunerato è donna” ancora oggi. Oppure il contributo di Silva Semadeni, storica e già Consigliera nazionale, che guardando una foto di una classe Scuola consortile femminile di Lopagno Roveredo del 1911, riflette su come anche l’istruzione scolastica femminile sia stata una conquista, che deve ancora essere raggiunta in molti Paesi del mondo.

Passato, presente e futuro da sempre si intrecciano e sono imprescindibili per capire chi siamo. Ringrazio l’Archivio audiovisivo di Capriasca e Val Colla che con questa esposizione celebra lo sguardo  di generazioni di donne sulla vita.

L'articolo La parola alle donne: sguardi su passato, presente e futuro proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
https://marinacarobbio.ch/2021/10/13/uno-sguardo-al-femminile-su-passato-presente-e-futuro/feed/ 0
Proiezione Omaggio 2021- 6.8.2021 https://marinacarobbio.ch/2021/08/06/proiezione-omaggio-2021-6-8-2021/ https://marinacarobbio.ch/2021/08/06/proiezione-omaggio-2021-6-8-2021/#respond Fri, 06 Aug 2021 19:35:56 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4889   Marina Carobbio presidente di Hommage/Omaggio/Omagi 2021 e Consigliera agli Stati-TI Fa stato il testo parlato Stimato Presidente del Consiglio nazionale, Stimata Consigliera federale, signore...

L'articolo Proiezione Omaggio 2021- 6.8.2021 proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
 

Marina Carobbio presidente di Hommage/Omaggio/Omagi 2021 e Consigliera agli Stati-TI

Fa stato il testo parlato

Stimato Presidente del Consiglio nazionale,

Stimata Consigliera federale,

signore e signori,

è un grande piacere a nome dell’associazione Omaggio 2021 dare il via alle proiezioni panoramiche in occasione dei 50 anni di diritto di voto e di elezione delle donne in Svizzera in onore delle migliaia di donne svizzere che hanno lottato per la loro indipendenza e per le pari opportunità, impegnandosi così per una società più libera e più giusta.

-Linda Brenni che durante la Seconda Guerra Mondiale entrò al Servizio Complementare Femminile e diventò capo colonna delle truppe motorizzate femminili ticinesi per la Croce Rossa.

-Selina Chönz-Meyer,  scriptura grischuna, che ha dà gronda impurtanza a la tgira dal rumantsch;   sia emprima novella La chastlauna,  purtretescha ina dunna giuvna emancipada che tscherna ina vita individuala.

-Camille Vidart, organisatrice du premier Congrès des intérêts féminins à l’occasion de l’Exposition nationale à Genève à la fin du 19-ième siècle

-Verena Conzett-Knecht, die sich für einen besseren Arbeits- und Versicherungsschutz und für kürzere Arbeitszeiten eingesetzt hat.

Was wissen wir über all diese Frauen? Wenig oder nichts.  Obwohl das, was sie in Jahrzehntelanger friedlicher Zähigkeit erreicht haben, – wie Helene Stucki ganz richtig festhält – etwas Revolutionäres hat. «Es ist die völlige Umwandlung in der Stellung der Frau.»

Hommage/Omaggio/Omagi 2021 ist eine Würdigung dieser Frauen für einen Weg voller Mut, Ausdauer und Ideen, mit denen sie die Mehrheit der Schweizer Bürger und der Stände nach vielen Rückschlägen überzeugen konnten, ihnen das Stimm- und Wahlrecht endlich zuzuerkennen.

Die Projektion ruft die wichtigsten Eckpunkte dieses Weges in Erinnerung. Sie tut es auf der Basis von dokumentarischem Material. Zusätzlich ist die Ausstellungmit Porträts von 52 Frauen in der Altstadt von Bern noch bis am 16. August zu sehen.

Dank diesen und vielen tausend weiteren Frauen ist die Schweiz erst zur Demokratie geworden. Die Projektion zeigt, wie sie das geschafft haben, ohne Zugang zu politischen Gremien und ohne Möglichkeit am offiziellen Diskurs angeschlossen zu sein.

Dank ihnen haben wir Schweizerinnen nicht nur politische Rechte erhalten, sondern auch eine eigene Geschichte.

In Schulbüchern und in den Standardwerken zur Geschichte der Schweiz fehlt sie fast komplett. Hommage, Omaggio, Omagi 2021trägt dazu bei, dass diese Geschichte Teil unseres gemeinsamen Bewusstseins und unserer Identität werden kann. Es ist wichtig, dass gerade die junge Generation davon weiss, denn der Weg zur vollständigen Chancengerechtigkeit ist noch weit.

Es ist eine grosse Bestätigung für uns Frauen, dass wir die Geschichte der Schweizerinnen hier im politischen Zentrum der Schweiz präsentieren dürfen, genau da, wo die Frauen ankommen wollten, um die politische und soziale Entwicklung unseres Landes mitgestalten zu können.

Ich danke allen, die das ermöglicht haben.

La projection est le résultat de presque deux ans de travail acharné de femmes et d’hommes qui ont voulu donner de l’espace et de la visibilité à cette importante partie de notre histoire. A commencer par Liliana Heimberg, directrice artistique et âme de ce projet, inspirée par les beaux livres de Franziska Rogger, « Gebt den Schweizerinnen ihre Geschichte» et «Wir werden auf das Stimmrecht hinarbeiten». Tout en continuant avec le remarquable travail de Marie Theres Langenstein, responsable de la production. Les trois femmes en ont fait un projet national. Derrière ces noms, il y en a beaucoup d’autres que je ne peux pas énumérer ce soir mais que je tiens à remercier au nom du comité d’Hommage 2021.

Merci, Andreas Aebi et Simonetta Sommaruga d’avoir accepté notre invitation et de prendre la parole. Ich danke Ihnen, verehrtes Publikum, dass Sie Hommage 2021mit Ihrem Besuch beehren.Je vous invite à apprécier ce spectacle historique tourné vers l’avenir.

L'articolo Proiezione Omaggio 2021- 6.8.2021 proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
https://marinacarobbio.ch/2021/08/06/proiezione-omaggio-2021-6-8-2021/feed/ 0
AVS21 – Un attacco frontale alle donne https://marinacarobbio.ch/2021/02/02/avs21-un-attacco-frontale-alle-donne/ https://marinacarobbio.ch/2021/02/02/avs21-un-attacco-frontale-alle-donne/#respond Tue, 02 Feb 2021 11:09:13 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4739 L’AVS è la nostra più importante assicurazione sociale, che non solo va difesa bensì anche rafforzata per garantire a tutte e tutti una vecchiaia dignitosa....

L'articolo AVS21 – Un attacco frontale alle donne proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
L’AVS è la nostra più importante assicurazione sociale, che non solo va difesa bensì anche rafforzata per garantire a tutte e tutti una vecchiaia dignitosa. Per molte persone infatti le rendite pensionistiche non sono più sufficienti: oggi la rendita AVS ammonta a un massimo di 2’370 franchi al mese. La metà di coloro che sono andati in pensione nel 2018 si deve accontentare di meno di 1’772 franchi al mese di rendita AVS. Il reddito di tutte coppie di più di 65 anni è costituito dal 50% delle rendite AVS. Per le persone sole, l’AVS tende ad essere ancora più fondamentale.

La riforma AVS21 della quale si sta discutendo in parlamento deve essere quindi vista in questo contesto, oltre che tenendo in considerazione che continua a sussistere un divario salariale tra donne e uomini con conseguenti svantaggiati a livello di pensione per le donne. Donne che svolgono ancora due terzi del lavoro non retribuito e le cui rendite pensionistiche sono di oltre il 30% più basse di quelle degli uomini. Un terzo delle donne in pensione non ha accesso al 2. pilastro e coloro che lo ricevono, hanno in media il 40% in meno di pensione rispetto agli uomini e sono due volte più dipendenti dalle prestazioni complementari.

A tutto ciò si aggiunge una recessione economica con tutte le sue gravi conseguenze sociali. La crisi colpirà particolarmente le donne, che più frequentemente svolgono lavori precari, hanno redditi più bassi e lavorano a tempo parziale.

Nonostante tutto ciò la maggioranza della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del consiglio degli Stati ha deciso a favore di una riforma sulle spalle delle donne, che saranno penalizzate per ben tre volte: con l’innalzamento del l’età di pensionamento, con misure di compensazione insufficienti e riducendo la possibilità di pensionamento anticipato di due anni rispetto a quanto previsto dal Consiglio federale. Quanto proposto dalla maggioranza commissionale e che sarà discusso nel plenum del Consiglio degli Stati a marzo è inaccettabile. È necessaria una riforma dell’AVS che migliori realmente le reddite pensionistiche della popolazione e che non sia a scapito delle donne!

L'articolo AVS21 – Un attacco frontale alle donne proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
https://marinacarobbio.ch/2021/02/02/avs21-un-attacco-frontale-alle-donne/feed/ 0
Per cure infermieristiche forti – dibattito parlamentare https://marinacarobbio.ch/2020/06/11/per-cure-infermieristiche-forti-dibattito-parlamentare/ https://marinacarobbio.ch/2020/06/11/per-cure-infermieristiche-forti-dibattito-parlamentare/#respond Thu, 11 Jun 2020 10:26:51 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4502 In Svizzera tra dieci anni, mancheranno 65 000 infermiere e infermieri. Il 46 per cento, quasi una infermiera o un infermiere su due, abbandona prematuramente...

L'articolo Per cure infermieristiche forti – dibattito parlamentare proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
In Svizzera tra dieci anni, mancheranno 65 000 infermiere e infermieri. Il 46 per cento, quasi una infermiera o un infermiere su due, abbandona prematuramente la professione. Nella primavera del 2020 erano vacanti oltre 11 000 posti per infermiere e infermieri. Queste cifre basterebbero da sole per farci capire la necessità di intervenire con determinazione ed urgenza nella formazione e nelle condizioni di lavoro del personale infermieristico. Ma ciò non basta. Non è sufficiente investire di più nella formazione, bisogna invece anche creare le condizioni perché questa professione rimanga attrattiva, una professione che, lo voglio ricordare, è svolta prevalentemente da donne. La pandemia ci ha rilevato l’importanza essenziale delle professioni nel settore della cura e delle professioni infermieristiche, che devono essere rivalutate e riconosciute. Il nostro paese ha bisogno di personale infermieristico ben formato. Le misure di sostegno alla formazione e al perfezionamento professionale, accanto al riconoscimento delle competenze del personale infermieristico, sono strumenti importanti per rispondere alle esigenze future nei settori ospedaliero e delle cure.

Oggi al consiglio degli Stati mi sono battuta per migliorare il controprogetto indiretto all’iniziativa “per cure infermieristiche forti”. Purtroppo , accanto agli aspetti positivi quali più soldi per la formazione nel settore infermieristico e il riconoscimento delle loro competenze, si è voluto legare la possibilità di fattura autonomamente le prestazioni di cura effettuate dal personale infermieristico a convenzioni prese con gli assicuratori malattia. Un passo pericoloso, che potrebbe vanificare le misure intraprese per migliorare l’attrattività della professione. Ma non dobbiamo demordere: il controprogetto indiretto torna ora al Consiglio  nazionale e può essere migliorato, in modo da rispondere meglio alle richieste dell’iniziativa che altrimenti andrà in votazione popolare.

Il mio intervento intero – sotto forma di video – è qui disponibile. 

L'articolo Per cure infermieristiche forti – dibattito parlamentare proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
https://marinacarobbio.ch/2020/06/11/per-cure-infermieristiche-forti-dibattito-parlamentare/feed/ 0
Femmicidio e atti parlamentari – comunicato stampa https://marinacarobbio.ch/2020/06/05/femmicidio-e-atti-parlamentari-comunicato-stampa/ https://marinacarobbio.ch/2020/06/05/femmicidio-e-atti-parlamentari-comunicato-stampa/#respond Fri, 05 Jun 2020 12:23:10 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4495 I dati parlano chiaro: il femminicidio e la violenza di genere in Svizzera sono fenomeni tristemente diffusi. Le segnalazioni di atti violenti sono quasi 20’000...

L'articolo Femmicidio e atti parlamentari – comunicato stampa proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
I dati parlano chiaro: il femminicidio e la violenza di genere in Svizzera sono fenomeni tristemente diffusi. Le segnalazioni di atti violenti sono quasi 20’000 all’anno e in media ogni due settimane una donna rimane vittima di femminicidio. Una realtà che deve preoccupare e va combattuta. Per questo le deputate ticinesi alle camere hanno inoltrato diversi atti parlamentari sul tema.

Con due mozioni, una alla camera alta e una alla camera bassa, si chiede una modifica dell’art. 113 del Codice penale svizzero che regola l’omicidio passionale. L’obiettivo è quello di sostituire, nella versione italiana e francese, l’aggettivo “passionale” con un termine più neutro, che non alimenti l’equivoco diffuso, secondo cui l’omicidio passionale ai sensi dell’art. 113 del CPS è quello tra (ex)coniugi e (ex)partner. Nella versione tedesca si parla di “Totschlag”, un termine neutro che non alimenta equivoci sessisti.

L’interpellanza “eradicare il femmincidio”, inoltrata da Marina Carobbio al Consiglio degli Stati, vuole far luce sulle misure già prese e quelle previste per combattere il grave fenomeno del femminicidio. Si invita poi il Consiglio federale ad incoraggiare l’utilizzo del termine “femminicidio” nel linguaggio mediatico e diplomatico, per evitare che gli omicidi delle donne siano banalizzati con termini quali “delitto passionale”.

Da ultimo con una mozione Greta Gysin in Consiglio nazionale chiede, con una modifica dell’art. 541 del Codice civile svizzero, che l’indegnità di cui all’art. 540 si estenda anche agli discendenti dell’autore del reato, se questi non sono discendenti diretti della vittima. In sostanza, non solo l’autore di un reato ma anche i suoi discendenti devono essere indegni di succedere e ereditare. La norma attualmente stride in maniera lampante con il senso di giustizia e va quindi rivista.

Comunicato stampa di Greta Gysin e Marina Carobbio

L'articolo Femmicidio e atti parlamentari – comunicato stampa proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
https://marinacarobbio.ch/2020/06/05/femmicidio-e-atti-parlamentari-comunicato-stampa/feed/ 0
La pandemia e i diritti delle donne https://marinacarobbio.ch/2020/04/30/la-pandemia-e-i-diritti-delle-donne/ https://marinacarobbio.ch/2020/04/30/la-pandemia-e-i-diritti-delle-donne/#comments Thu, 30 Apr 2020 06:53:41 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4469 “Non dimenticate mai che ci vorrà una crisi politica, economica o religiosa perché i diritti delle donne siano messi in discussione. I diritti delle donne...

L'articolo La pandemia e i diritti delle donne proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
“Non dimenticate mai che ci vorrà una crisi politica, economica o religiosa perché i diritti delle donne siano messi in discussione. I diritti delle donne non possono mai essere dati per scontati. Dovete rimanere vigili per il resto della vostra vita”. Un’affermazione di Simone de Beauvoir scritta molti decenni fa, più che mai attuale e che ben sintetizza la situazione in cui si trovano i diritti delle donne oggi in piena emergenza sanitaria ed economica.

Benché le donne svolgano un ruolo centrale in campo medico, infermieristico, nella ricerca o nel lavoro di cura dentro e fuori le mura domestiche, sono poco presenti ai tavoli di discussione nei quali si decide che risposte dare alla crisi. Parlare di diritti delle donne vuol dire anche riflettere finalmente su come riconoscere in maniera giusta e paritaria quei lavori svolti prevalentemente da donne. Significa rivalutare il lavoro di cura non retribuito, ma anche riconoscere il lavoro svolto in quei settori per i quali l’home office non è possibile, dal commercio al dettaglio al settore delle pulizie. Lavori indispensabili ma spesso malpagati, nei quali le donne rappresentano più del 70% delle persone impiegate nel settore della vendita, quasi il 90% in quello delle pulizie e oltre l’80% in quello delle cure sanitarie.

Ci sono poi tutte quelle persone che lo stato di emergenza ha confinato a casa: ciò che potrebbe essere un’occasione per suddividere in maniera paritaria il lavoro domestico rischia di rivelarsi un consolidamento di ruoli tradizionali. Già con la crisi finanziaria del 2008 si era visto come le crisi economiche hanno un impatto negativo sulla parità fra i sessi mettendo a nudo le disuguaglianze sociali e di genere. L’aumento della disoccupazione sarà più pesante per chi svolge lavori precari, su chiamata o a tempo parziale e le conseguenze sociali saranno più gravi per persone con bassi redditi, settori nei quali troviamo molte donne.

C’è un silenzio assordante sulle conseguenze per le donne dell’emergenza sanitaria, sociale ed economica. Eppure molte donne si sono fatte sentire, inizialmente con discrezione perché c’è chi ci dice che la politica di genere di fronte a questa crisi non è prioritaria, che prima si deve affrontare l’emergenza sanitaria, poi si devono risolvere i problemi quotidiani durante la quarantena, infine va gestita la ripresa delle attività. Come se tutto ciò non riguardasse anche noi donne.

Lasciamo quindi da parte la discrezione e rivendichiamo la nostra presenza. L’abbiamo fatto l’anno scorso con lo sciopero delle donne e dobbiamo farlo anche oggi, perché senza noi donne non si va da nessuna parte, senza la nostra partecipazione non ci sarà un domani diverso. Per ripartire dopo la crisi dobbiamo costruire un contratto sociale per contrastare precarietà e disuguaglianze, partendo da salari dignitosi e parità salariale, dalla riconsiderazione dei lavori essenziali anche a livello salariale, dal riconoscimento del lavoro di cura pure a livello di assicurazioni sociali e il lavoro dei famigliari curanti. Proposte alla cui elaborazione devono poter partecipare donne e uomini, solo così avremo una società più giusta e senza stereotipi di genere.

Articolo apparso sul Corriere del Ticino il 30 aprile

L'articolo La pandemia e i diritti delle donne proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
https://marinacarobbio.ch/2020/04/30/la-pandemia-e-i-diritti-delle-donne/feed/ 1
Per una parità dei sessi a beneficio di tutti e tutte https://marinacarobbio.ch/2019/09/29/per-una-parita-dei-sessi-a-beneficio-di-tutti-e-tutte/ https://marinacarobbio.ch/2019/09/29/per-una-parita-dei-sessi-a-beneficio-di-tutti-e-tutte/#respond Sun, 29 Sep 2019 12:53:21 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4213 La parità dei sessi a livello costituzionale è una realtà dal 1981, anche se la legge sulla parità è entrata in vigore nel 1996; eppure...

L'articolo Per una parità dei sessi a beneficio di tutti e tutte proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
La parità dei sessi a livello costituzionale è una realtà dal 1981, anche se la legge sulla parità è entrata in vigore nel 1996; eppure resta ancora molto da fare proprio per raggiungere la parità effettiva. Nonostante l’articolo sulla parità stabilisca che «uomo e donna hanno diritto a un salario uguale per un lavoro di uguale valore» infatti, la quotidianità dice che il cosiddetto «salario mediano» delle donne è inferiore del 12 per cento rispetto a quello degli uomini. Una parte considerevole di questa disparità non è giustificabile in termini di esperienza sul lavoro, di formazione scolastica o professionale e neppure di posizione gerarchica, ma solo con il genere. Questa disparità poi, si riflette inevitabilmente anche sulle assicurazioni sociali ed in particolare sulle rendite pensionistiche. Ma non solo.

Affinché si possa realizzare la parità infatti, servono dei passi concreti per migliorare la conciliabilità tra famiglia e lavoro, passando anche da una migliore ridistribuzione del lavoro di cura dei figli e dei lavori domestici, ma pure dall’indispensabile mutamento culturale che metta fine agli stereotipi di genere. La conciliabilità, è bene ribadirlo, non concerne solo le donne: è nell’interesse della società e dell’economia non confinare metà popolazione nella sola sfera domestica, ma garantirne una partecipazione attiva. Le disparità di genere nella società e nel mondo del lavoro hanno infatti un impatto di non poco conto sull’economia globale, con un costo in termini di reddito di circa 12.000 miliardi di dollari, pari al 16 per cento del PIL mondiale, come ha calcolato il Centro per lo sviluppo dell’OCSE, in uno studio pubblicato in occasione della giornata della donna del 2016. A livello svizzero poi il lavoro gratuito (la cura dei figli, degli anziani, i lavori domestici), sempre nel 2016, è stato valutato in 40 miliardi di franchi.

Queste disparità tra i sessi, oltre a rendere difficile se non addirittura ad impedire l’accesso delle donne a posizioni professionali superiori, si traduce anche in una sorta di «femminilizzazione» della povertà, soprattutto a livello pensionistico, proprio perché le donne si dedicano alla cura dei figli e ai lavori domestici gratuitamente, rinunciando così ad una attività lavorativa remunerata. Una rinuncia che troppo spesso è imposta dalla mancanza di asili nido, di servizi di dopo-scuola e di mense, ma pure dalla poca propensione dei datori di lavoro ad offrire impieghi a tempo parziale, possibilità di job-sharing anche a livello dirigenziale, proposte di telelavoro e, più in generale, a superare gli stereotipi di genere. La conciliabilità tra famiglia e lavoro, oltre che da una migliore ridistribuzione del lavoro, passa infatti anche dall’introduzione del congedo parentale, ma pure dalla scelta professionale, dove resistono proprio gli stereotipi che influenzano la decisione delle giovani e dei giovani.

Anche la partecipazione delle donne alla vita politica deve essere migliorata sensibilmente e le imminenti elezioni federali costituiscono indubbiamente un’ottima occasione per migliorare la situazione. Attualmente infatti, in Consiglio nazionale le donne sono meno del 32 per cento; mentre agli Stati la percentuale scende al 13. E potrebbe scendere ancora in considerazione della rinuncia di diverse parlamentari a ripresentarsi. Anche in Ticino la situazione è decisamente problematica per le donne, che sono solo due fra i dieci componenti della deputazione alle Camere federali; mentre storicamente nessuna donna ticinese è mai stata eletta nel Consiglio degli Stati.

La responsabilità dell’esigua presenza di donne ticinesi in politica è soprattutto dei partiti che, spesso, riducono le donne a semplici alibi, inserendo i loro nomi delle liste elettorali, ma senza offrire loro delle reali possibilità di essere elette. Molte associazioni ed organizzazioni infatti, oltre ad essere presiedute da uomini, preferiscono non sostenere concretamente le candidate. Senza dimenticare che il sempre più marcato inasprimento del dibattito politico e il sempre minore rispetto delle idee degli altri (che spesso sconfina in attacchi personali anche sessisti), non inducono certo le donne a candidarsi.

Ecco perché sono importanti campagne di sensibilizzazione come «Helvetia Chiama» o #IoVotoDonna: perché le competenze ci sono e devono essere valorizzate e soprattutto perché un’equa partecipazione e rappresentanza porta beneficio alla democrazia e alla società intera.

Articolo apparso sul Corriere del Ticino

L'articolo Per una parità dei sessi a beneficio di tutti e tutte proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
https://marinacarobbio.ch/2019/09/29/per-una-parita-dei-sessi-a-beneficio-di-tutti-e-tutte/feed/ 0
Discorso di fine legislatura https://marinacarobbio.ch/2019/09/27/discorso-di-fine-legislatura/ https://marinacarobbio.ch/2019/09/27/discorso-di-fine-legislatura/#comments Fri, 27 Sep 2019 14:23:15 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4208 Care colleghe, cari colleghi, Sono passati dieci mesi da quando mi avete concesso l’onore di presiedere questo consesso e mi restano poco più di due...

L'articolo Discorso di fine legislatura proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
Care colleghe, cari colleghi,

Sono passati dieci mesi da quando mi avete concesso l’onore di presiedere questo consesso e mi restano poco più di due mesi per terminare il mio mandato di Presidente. Anzitutto vi ringrazio per la collaborazione, importante soprattutto quando i dibattiti e le discussioni vertevano su temi controversi o ricchi di emozioni.

 

Nel mio discorso di insediamento avevo messo l’accento sulla diversità linguistica e culturale quale valore. Uno degli elementi principali per il mantenimento dell’identità di una nazione è appunto la lingua. Di primo acchito questo può sembrare un problema in Svizzera, si può forse temere che si creino delle divisioni tra le varie regioni linguistiche. Eppure, nonostante questa situazione particolare, o forse proprio grazie a questa situazione, è la coesione tra i diversi idiomi e culture che fa la forza del nostro paese. Ognuna delle lingue nazionali elvetiche ha la sua identità e le sue tradizioni, ma è la loro somma che fa la Svizzera. Ne risulta che il plurilinguismo e la protezione delle minoranze linguistiche e culturali sono, accanto alla democrazia diretta e al federalismo, fattori centrali dell’identità nazionale.

 

L’abbiamo visto ieri con la giornata dedicata al plurilinguismo e il segnale che avete dato parlando in una lingua diversa dalla vostra lingua madre. L’ho fatto anch’io conducendo i dibattiti del Consiglio nazionale interamente in italiano. Infatti l’italiano non è solo una lingua, ma una cultura a sé e allo stesso tempo una colonna portante della Svizzera. Ho potuto in tal modo, non solo dare il giusto riconoscimento alla lingua e alla cultura italiana anche a livello istituzionale, ma anche scoprire che siete in molti a parlare o capire la lingua di Dante.

 

Sono convinta che i vostri sforzi e il lavoro fatti dai Servizi del Parlamento per promuovere la lingua italiana non si arresteranno al termine della mia presidenza, perché abbiamo compiuto dei cambiamenti che dureranno nel tempo. Penso al rafforzamento dei corsi di lingue o ai paragrammi in italiano, novità di questa legislatura. E penso soprattutto a quanto è accaduto in quest’aula: durante i primi tre anni di questa legislatura, la media degli interventi in italiano nelle due camere non sorpassava quasi mai l’1 per cento del tempo di parola. Dal dicembre 2018 la parte di interventi in italiano è più che raddoppiata, raggiungendo ora il 2.5% di tutti i discorsi. In altre parole, su un centinaio di ore di tempo netto di dibattito, sotto la cupola federale abbiamo parlato almeno due o tre ore in italiano durante ogni sessione. Un record.

 

Così come abbiamo un record non solo di candidature complessive alle prossime elezioni federali, ma soprattutto di candidature femminili. Una presenza trasversale ai partiti, presupposto indispensabile ma da solo non sufficiente per rafforzare la presenza delle donne nelle due camere legislative. Le donne vanno candidate ed elette, non per una ragione fine a se stessa, ma perché la democrazia svizzera deve rappresentare equamente tutta la popolazione, ossia le donne e gli uomini.

 

In questi mesi ho incontrato molte cittadine e cittadini fieri delle nostre istituzioni. Ho anche avuto modo di visitare altri paesi, per i quali la Svizzera è non solo un partner interessante e affidabile, bensì è anche riconosciuta come un attore importante sullo scacchiere internazionale, in particolare nell’ambito della cooperazione internazionale, ruolo che dovrà continuare ad avere anche in futuro.

Ho potuto seguirvi dall’alto di questa sedia; ho potuto conoscervi meglio e soprattutto ho potuto rafforzare i rapporti e i legami che ho con molti di voi. Dal mio insediamento, abbiamo trascorso ben 229.55 ore – alle quali bisogna ancora aggiungere l’attuale sessione in corso – assieme in quest’aula. Per un totale di 1154 ore sull’arco di tutta legislatura. Ore alle quali si aggiungono quelle di riunioni di commissione, dei gruppi parlamentari oppure ancora di altre riunioni legate al nostro mandato parlamentare.

 

Tempo sottratto alla professione e in particolare agli affetti. Ma anche tempo che voi avete dedicato con passione alla cosa pubblica, che significa impegno per trovare delle soluzioni il più possibile condivise ai problemi del nostro Paese. Che vuol dire però anche portare rispetto nell’esercizio della carica e durante il confronto politico, nell’interesse delle istituzioni e quindi a tutela del bene comune.

 

Ces 1154  heures de sessions correspondent aussi à plus de 10 000 pages du bulletin officiel, dans lequel les débats sont retranscrits avec précision par les procès-verbalistes du Parlement. Durant ces quelques mois, j’ai eu l’occasion de faire plus ample connaissance avec une grande partie des personnes qui travaillent avec discrétion et fiabilité au sein des Services du Parlement. Des collaborateurs qui nous apportent, à nous tous, une aide précieuse dans l’accomplissement du mandat qui nous a été confié par le peuple, et dont le travail est indispensable pour le bon fonctionnement des institutions. Bien que la législature ne soit pas encore terminée – ni pour nous, ni pour eux –, je tiens d’ores et déjà à remercier les secrétaires des commissions, les procès-verbalistes, les huissiers, le personnel de sécurité, les employés du service du protocole, le personnel de nettoyage, les stagiaires, les collaborateurs du Café Vallotton et de la Galerie des Alpes, les traducteurs et les interprètes. Ma gratitude va aussi aux services des relations internationales, de la communication, de l’infrastructure, de l’informatique, de la bibliothèque, des ressources humaines et des finances du Parlement. Je remercie également les personnes engagées au sein du réseau Femmes des Services du Parlement, avec lesquelles j’ai créé et développé la page « Femmes politiques » et d’autres initiatives, ainsi que Mesdames Gilda Puca et Laura Riget, sans lesquelles j’aurais difficilement pu gérer mon agenda et tout le reste.

 

Ausserdem möchte ich dem Sekretär des Nationalrates, Pierre-Hervé Freléchoz, und seiner Stellvertreterin Annina Jegher meinen besonderen Dank aussprechen – für ihre grosse Unterstützung vor, während und nach den Plenarsitzungen, aber auch für ihre Verfügbarkeit und ihre präzise Arbeit. Ein grosses Dankeschön auch an Botschafter Claudio Fischer und sein Team für die Unterstützung in internationalen Belangen. Im Weiteren möchte ich dem Generalsekretär der Bundesversammlung, Philippe Schwab, herzlich danken. Er war jederzeit für mich da und zeichnet sich durch seine Professionalität und seine umfassenden Kenntnisse des parlamentarischen Systems der Schweiz aus, wodurch er für mich, aber auch für Sie, eine grosse Stütze war.

 

Zu guter Letzt gebührt Vizepräsidentin Isabelle Moret und Vizepräsident Heinz Brand mein Dank dafür, dass sie teils schwierige Beschlüsse mit mir getragen haben. Ich wünsche ihnen viel Erfolg für ihre künftige Tätigkeit als Präsidentin bzw. Präsident.

 

Care colleghe, cari colleghi,

Concludo parafrasando il preambolo della nostra Costituzione, che reputo rispecchiare molto bene il mio anno presidenziale e gli accenti che ho voluto porre: “Il popolo svizzero e i Cantoni sono determinati a vivere la loro molteplicità nell’unità, nella considerazione e nel rispetto reciproci ; coscienti delle acquisizioni comuni nonché delle loro responsabilità verso le generazioni future ; Consci che libero è soltanto chi usa della sua libertà e che la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri”.

L'articolo Discorso di fine legislatura proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
https://marinacarobbio.ch/2019/09/27/discorso-di-fine-legislatura/feed/ 3
Riflessione film “Female Pleasure” https://marinacarobbio.ch/2019/09/01/riflessione-film-female-pleasure/ https://marinacarobbio.ch/2019/09/01/riflessione-film-female-pleasure/#comments Sun, 01 Sep 2019 14:09:53 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4139 Mi ha fatto molto piacere essere stata invitata sabato 31 agosto 2019 al “CineMo 2019” e grazie ovviamente all’associazione Pro Grigioni Italiano – Moesano per...

L'articolo Riflessione film “Female Pleasure” proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
Mi ha fatto molto piacere essere stata invitata sabato 31 agosto 2019 al “CineMo 2019” e grazie ovviamente all’associazione Pro Grigioni Italiano – Moesano per aver organizzato questo festival cinematografico, con l’obiettivo di dare ampia visibilità ai lavori dei cineasti della Svizzera Italiana e avvicinare il pubblico al mondo delle produzioni cinematografiche locali.

Come immagino anche voi, sono molto curiosa di assistere alla proiezione della regista svizzera Barbara Müller. Un film, Female Pleasure, di cui ho sentito parlare tanto, ma che non ho ancora avuto la possibilità di vedere.

 

Negli scorsi tempi c’è stata una forte rinascita dei movimenti femministi, dai social media con #metoo alle strade con le “women’s march”, dalla “huelga feminista” in Spagna alle nostre latitudine con lo sciopero dello scorso 14 giugno. Movimenti che hanno coinvolte donne, e uomini solidali, di tutte le generazioni, culture e condizioni sociale. Un movimento variegato, la cui varietà si rispecchiava anche nelle rivendicazioni poste. Da rivendicazioni che potremmo quasi definire “tradizionali” dei movimenti femministi – ma non per questo meno importanti – come la parità salariale e una miglior conciliabilità lavoro – famiglia; a rivendicazioni più legate alla sfera sessuale.

 

Per me il femminismo è quel movimento sociale che si impegna per garantire alle donne, così come alle minoranze LGBT, le stesse opportunità e libertà degli uomini cisgender ed eterosessuali. La libertà di avere una carriera; la libertà di avere un lavoro e una famiglia; la libertà di uscire da sole la sera senza timori; la libertà di vivere la propria sessualità. Quello della sessualità è un ambito in cui le strutture patriarcali sono ancora particolarmente radicate, un ambito accompagnato allo stesso tempo da un grande tabù sociale. Penso che uno dei meriti di questo film – perlomeno da quello che ho letto sui media e sentito – è proprio di parlare di sessualità e piacere femminile, cercando di dare il proprio contributo a rompere questo tabù.

Questo tabù si palesa ancora di più quando la sessualità va di pari passo con la violenza – un binomio che purtroppo è diffuso anche in Svizzera. Un recente studio di Amnesty stima che 1 donna su 5 in Svizzera abbia già subito una molestia sessuale; 1 su 10 un rapporto sessuale contro la propria volontà. Il numero delle denunce è però nettamente inferiore. Oltre alla violenza in sé, queste donne portano spesso con sé anche il senso di colpa e di vergogna. Sentimenti causati e alimentati dalla società patriarcale, che instilla alle donne un senso di inferiorità e di dovere: è il dovere delle donne soddisfare gli uomini, indipendentemente dalla propria voglia. Oppure colpevolizzando le donne: per come erano vestite, per come si atteggiavano; trasmettendo l’idea dell’uomo che non riesce a resistere ai propri istinti e che viene sedotto.

Misconcezioni dure a morire, che però bisogna tematizzare. Perché parlarne è il primo passo per superarle.

 

 

Un secondo aspetto che mi interessa particolarmente è il fatto che il film verte intorno a cinque donne, provenienti da culture molto diverse tra loro. È interessante e importante perché ci ricorda che per quanto diverse, noi donne di tutte le parti del mondo affrontiamo in parte anche problemi simili. E ci ricorda che il femminismo non è un movimento solo europeo o occidentale; bensì mondiale. O meglio, i femminismi. Perché non c’è solo un tipo di femminismo; un tipo di rivendicazione; o un tipo di donna. Perché siamo tutte diverse e tutti diversi – e questa è la nostra più grande ricchezza.

L'articolo Riflessione film “Female Pleasure” proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
https://marinacarobbio.ch/2019/09/01/riflessione-film-female-pleasure/feed/ 1
Allocuzione primo agosto – La Svizzera da festeggiare https://marinacarobbio.ch/2019/08/01/allocuzione-primo-agosto-la-svizzera-da-festeggiare/ https://marinacarobbio.ch/2019/08/01/allocuzione-primo-agosto-la-svizzera-da-festeggiare/#comments Thu, 01 Aug 2019 12:19:24 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4088 Care amiche e cari amici Gentili signore ed egregi signori Il primo d’agosto. La festa della patria. Il compleanno della Svizzera. La festa nazionale. Tante...

L'articolo Allocuzione primo agosto – La Svizzera da festeggiare proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
Care amiche e cari amici
Gentili signore ed egregi signori

Il primo d’agosto. La festa della patria. Il compleanno della Svizzera. La festa nazionale. Tante denominazioni per indicare questa giornata, che rispecchiano la varietà della Svizzera stessa e di come ognuno di noi la definisce.

Io sono qui oggi a festeggiare la Svizzera di Henry Dunant e del suo prezioso retaggio umanitario che ci ha trasmesso quale fondatore della Croce Rossa. Sconvolto dall’orribile carneficina della battaglia di Solferino nella metà del 1800, Dunant lancia un appello per la creazione, in ogni Stato, di società di soccorso e invita a definire dei principi internazionali condivisi oltre gli steccati nazionali. Dunant getta così le fondamenta del futuro diritto internazionale umanitario. Sono passati oltre 150 anni, ma finché l’uccisione e lo stupro di persone civili, i soldati-bambini, la tortura e più in generale la guerra persisteranno, il suo impegno deve venir portato avanti e anche la Svizzera deve prendere sul serio la propria responsabilità in questi conflitti.

E sono qui oggi a festeggiare la Svizzera di Iris von Roten e del suo femminismo moderno e provocatorio descritto in “Frauen im Laufgitter”. Un’adeguata assicurazione maternità, asili nidi per favorire la conciliabilità lavoro e famiglia, la liberazione anche sessuale della donna: rivendicazioni radicali, in particolare se poste negli anni cinquanta, tant’è che sono tuttora attuali e hanno accompagnato anche il recente sciopero femminista. Centinaia di migliaia di donne che scendono in piazza per rivendicare pari diritti e opportunità, non sanciti unicamente dalla costituzione, ma garantiti effettivamente in tutti gli ambiti della vita.

Sono qui a festeggiare questa incredibile mobilizzazione sociale. E a festeggiare la Svizzera di Paul Grüninger. Condannato per aver salvato ebrei in fuga dal nazionalsocialismo facendoli entrare illegalmente in Svizzera, per poi venir successivamente riabilitato e premiato per il suo coraggio e impegno per salvare la cosa più sacra di tutte. La vita umana. Una storia dai chiari parallelismi a una figura di grande attualità, il cui impegno è simbolico per l’epoca nella quale viviamo: un’epoca in cui si costruiscono muri – visibili e invisibili, reali e immaginari – tra persone divise in categorie. Uomini e donne; svizzeri e stranieri; privilegiati e non privilegiati. Differenziazioni che si assottigliano nella rigida dicotomia “giusto e sbagliato”.
Viviamo in un’epoca in cui sessismo e razzismo stanno prendendo piede; ma che per fortuna stanno provocando anche una forte reazione, un movimento sociale nato dal basso; un movimento variegato e pluralista che si impegna per l’uguaglianza e la solidarietà.

Sono qui oggi anche a festeggiare la Svizzera di Sohail Ajab Khan, perché non bisogna avere il passaporto rossocrociato per far parte del nostro paese e per contribuire al nostro sviluppo comune. Permettimi di ringraziarti di cuore, caro Sohail, per il tuo impegno. In un’intervista alla “Luzerner Zeitung” e a “La Regione”, hai spiegato cosa ti ha spinto a iniziare il tuo progetto integrativo “Education for integration”. Dici che la lingua è l’aspetto più importante nell’integrazione; che senza sapere la lingua del posto non si riesce ad entrare in contatto con le persone e trovare un lavoro. Concordo pienamente: la lingua è molto di più delle parole che usiamo per esprimerci; la lingua è lo strumento di socializzazione e di interazione. In un paese plurilinguista come la Svizzera, e non mi riferisco solo alle 4 lingue ufficiali del paese ma anche a tutti quelli idiomi di tutto il mondo che si parlano quotidianamente nelle case svizzere, la lingua è un aspetto centrale che ci definisce. La nostra più grande ricchezza è proprio questa varietà linguistica e culturale, che va difesa e valorizzata.

 

Uno dei due temi che ho voluto portare avanti durante la mia Presidenza del Consiglio nazionale, assieme al promovimento delle donne in politica, è proprio legato alla lingua e alla cultura. La decisione di condurre i dibattiti parlamentari in italiano vuole dare alla nostra lingua il giusto spazio che si merita in politica, sperando che questo possa rafforzarla anche in altri ambiti. Lo scopo ultimo non si limita però all’italiano in sé, ma vuole essere il mio contributo, grazie anche alla visibilità della carica di Presidente del Consiglio nazionale, per dare una voce a chi non ce l’ha e non riesce a farsi sentire. Alle minoranze di qualsiasi tipo, gli italofoni, le donne, le persone con un passato migratorio, i sans-papiers e molti altri.

Si dice che la forza di un paese si misura in base al benessere delle sue fasce più deboli. Sì, e anche la Svizzera può e deve fare di più in questo ambito: siamo uno dei paesi più ricchi al mondo ma anche da noi la povertà esiste; anche da noi le donne non hanno ancora le stesse opportunità degli uomini; anche da noi gli stranieri vengono discriminati.

In quanto presidente del Consiglio nazionale ho pure l’opportunità di visitare altri paesi per degli incontri ufficiali. In Ruanda, in Mozambico e in Mongolia, ho visitato progetti sostenuti dalla cooperazione svizzera allo sviluppo e di ONG svizzere e ticinesi. Ho toccato per mano la solidarietà verso chi è meno fortunato e l’importanza per il nostro paese di essere presente nella cooperazione. Cooperazione allo sviluppo che deve continuare ad essere uno degli ambiti prioritari della nostra politica estera. Durante questi viaggi ho conosciuto popoli fieri delle loro culture, delle loro tradizioni e della loro identità, così come in Svizzera siamo fieri della nostra identità di paese plurilingue. Un paese, il nostro, che deve continuare a far coesistere lingue e culture diverse e garantire la coesione nazionale e sociale abbattendo le disuguaglianze e le paure.

Io, voi e molti altri non qui presenti oggi portiamo avanti l’idea e la speranza di una Svizzera diversa, capace di continuare il lavoro di Dunant, Von Roten e Grüninger, ma anche di dare voce e opportunità a persone come Sohail Ajab Khan e di non lasciare “indietro” chi è in difficoltà. Una Svizzera solidale, multiculturale, aperta, umanitaria e giusta. Grazie mille per il vostro sostegno a realizzare questa visione di Svizzera: grazie per l’invito, ma soprattutto grazie per organizzare questa giornata che sottolinea i valori svizzeri. Grazie, e viva la Svizzera solidale!

L'articolo Allocuzione primo agosto – La Svizzera da festeggiare proviene da Marina Carobbio Guscetti.

]]>
https://marinacarobbio.ch/2019/08/01/allocuzione-primo-agosto-la-svizzera-da-festeggiare/feed/ 7