Coronavirus – Marina Carobbio Guscetti https://marinacarobbio.ch Benvenuti, Herzlich Willkommen, Bienvenue Mon, 15 Jun 2020 10:41:25 +0000 it-IT hourly 1 https://marinacarobbio.ch/wp-content/uploads/sites/4/2017/05/cropped-logo-PS-32x32.png Coronavirus – Marina Carobbio Guscetti https://marinacarobbio.ch 32 32 Sessione straordinaria, povertà e solidarietà internazionale – Newsletter https://marinacarobbio.ch/2020/06/15/sessione-straordinaria-poverta-e-solidarieta-internazionale-newsletter/ https://marinacarobbio.ch/2020/06/15/sessione-straordinaria-poverta-e-solidarieta-internazionale-newsletter/#respond Mon, 15 Jun 2020 10:40:50 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4508 Buongiorno “Storicamente, le pandemie hanno sempre costretto gli esseri umani a rompere con il passato e a immaginare il loro mondo da capo. Questa non...

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Buongiorno
“Storicamente, le pandemie hanno sempre costretto gli esseri umani a rompere con il passato e a immaginare il loro mondo da capo. Questa non è diversa. È un portale, un cancello tra un mondo e un altro. Possiamo scegliere di attraversarlo trascinandoci dietro le carcasse del nostro odio, dei nostri pregiudizi, la nostra avidità, le nostre banche dati, le nostre vecchie idee, i nostri fiumi morti e cieli fumosi. Oppure possiamo attraversarlo con un bagaglio più leggero, pronti a immaginare un mondo diverso. E a lottare per averlo.”
Arundhati Roy , scrittrice indiana
Spero che tu e i tuoi cari siate in salute. La scorsa settimana l’ho passata interamente a Berna, dapprima per la sessione straordinaria delle Camere federali dedicata alle misure sanitarie ed economiche per fronteggiare le conseguenze della pandemia, in seguito per lavori commissionali. Dopo l’interruzione della terza settimana della sessione primaverile, dal 6 di aprile hanno ripreso i lavori nelle commissioni, sfociati nella sessione straordinaria. Affrontare la crisi non vuole dire sacrificare il dibattito democratico, ci deve infatti essere spazio per opinioni diverse, per il confronto sulle misure per superare la crisi e affrontare le emergenze sociali ed economiche, così su come rafforzare il nostro sistema sociale e sanitario.

Un pacchetto di misure contro la povertà

Durante la sessione straordinaria, l’assemblea federale ha varato 58 miliardi di franchi di misure ed aiuti. Misure giuste e necessarie, ma non sufficienti per arginare la grave crisi sociale che colpisce le persone più fragili della nostra società. Nel mio intervento generale sul momento che stiamo vivendo ho messo ancora una volta l’accento sulla solidarietà. In queste settimane sono stati molti i richiami a questo valore e gli appelli ad aiutare chi è in difficoltà. E molti sono stati anche i gesti solidali, verso chi si è ammalato e  chi ha lavorato in condizioni difficili. Parole e azioni che non possono limitarsi al periodo dell’allarme sanitario, ma che devono far parte del dopo emergenza. L’emergenza sanitaria sta infatti diventando sempre più un’emergenza sociale ed economica. Le misure finanziarie a sostegno dei salari e dei posti di lavoro decise dal Consiglio federale e approvate dal parlamento sono necessarie ma non sono sufficienti per evitare che i costi di questa crisi ricadano sui più deboli o sulle classi medie, facendo aumentare la povertà. Anche in Svizzera sono aumentate le persone che hanno bisogno di aiuti per i beni di prima necessità, cibo e viveri, ma anche per poter accedere all’assistenza sanitaria e pagare le bollette. Abbiamo visto tutti le immagini delle persone in coda a Ginevra. Persone fragili, precarie, sans papier o con permessi di dimora limitati. Da una parte si tratta di persone senza regolari permessi di lavoro, impiegate come badanti, aiuto domestico o nell’agricoltura la cui situazione va urgentemente regolarizzata. Dall’altra di persone residenti ma con redditi molto bassi o con situazioni sociali difficili. Per affrontare queste emergenze ed evitare che aumenti la povertà, ho sollecitato un pacchetto di misure contro la povertà dovuta al coronavirus tramite la seguente mozione e assieme a colleghi e colleghe del Partito Socialista e dei Verdi abbiamo presentato degli atti parlamentari. Trovate qui più informazioni. Sia a livello svizzero che ticinese come Partito Socialista richiediamo un fondo di solidarietà per far fronte alla crisi sociale. I costi di questa crisi non devono essere pagati dalla classe media e dalle persone più vulnerabili, non possono essere caricati sulle assicurazioni sociali e compensati con misure di risparmio, ma devono essere finanziati in maniera solidale da un lato con parte delle riserve della Banca nazionale e dall’altro da una tassa di solidarietà sui redditi elevati, sui patrimoni molto consistenti e sulle eredità di oltre 10 milioni di franchi.

Solidali sì, in Svizzera come nel resto del mondo

La crisi sanitaria che stiamo vivendo in queste settimane è una crisi globale che non risparmia nessun continente e colpisce i paesi più ricchi come quelli più poveri. È una crisi che mette a nudo le contraddizioni di uno sviluppo eccessivo, di un utilizzo sproporzionato delle risorse disponibili. Ecco perché il dopo crisi non può prescindere da quanto avviene nel resto del mondo, anche nei paesi più fragili e a basso reddito. In collaborazione con public eye mi sono occupata dell’accesso equo ai medicamenti nella lotta al covid-19 e ho presentato un’interpellanza in merito, disponibile qui. Il Consiglio federale ha deciso di stanziare 400 milioni di franchi come aiuto umanitario: ben venga questo intervento, ma esso non può però andare a scapito della cooperazione allo sviluppo. È infatti necessario intervenire a lungo termine, combattendo la povertà e rafforzando i sistemi sanitari dei paesi più fragili.

E per concludere una nota più personale: dal 1. giugno diventerò presidente dell’associazione “palliative ch”, un’associazione multiprofessionale che ha come obiettivo quello di migliorare l’accesso per le persone colpite e i loro familiari e di promuovere e garantire in modo professionale la qualità della medicina palliativa, delle cure e del sostegno alle persone ammalate e alle loro famiglie. Nel mese di  aprile sono diventata anche membro di comitato dell’associazione “donne di pace nel mondo”, un’organizzazione internazionale è impegnata nella partecipazione delle donne alla costruzione della pace. Una rete internazionale nata dalle 1’000 donne nominate al premio Nobel per la pace nel 2005 che promuove lo scambio di esperienze tra le donne in tutto il mondo e si impegna. Proprio ieri ho partecipato a una conferenza online con una ventina di donne da tutto il mondo, è stato un bellissimo scambio di idee.

Trovi qui comunicati stampa, interviste e articoli miei e del PS in merito al coronavirus. Buona lettura. Cari saluti,
Marina

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Intervento tema povertà – sessione straordinaria https://marinacarobbio.ch/2020/05/14/intervento-tema-poverta-sessione-straordinaria/ https://marinacarobbio.ch/2020/05/14/intervento-tema-poverta-sessione-straordinaria/#comments Thu, 14 May 2020 09:07:23 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4475 La crisi sanitaria che abbiamo vissuto in queste settimane è una crisi globale che non risparmia nessun continente e colpisce i paesi più ricchi come...

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La crisi sanitaria che abbiamo vissuto in queste settimane è una crisi globale che non risparmia nessun continente e colpisce i paesi più ricchi come quelli più poveri. In poche settimane abbiamo cambiato il nostro modo di vivere, abbiamo ridotto i contatti sociali e rallentato le attività. La popolazione si è attenuta a queste regole. Per questo ad essa va certamente un nostro grazie. La nostra vicinanza va a quelle persone che sono colpite dalla crisi, perché vi sono dei loro cari ammalati o deceduti o perché hanno dovuto lavorare nonostante la difficile situazione e le paure che potevano avere sul mondo del lavoro o all’interno della famiglia. Dietro tutte queste persone e dietro i numeri del contagio, che abbiamo letto ogni giorno, ci sono dei volti e magari anche delle persone che conosciamo.

Il Consiglio federale ha dovuto prendere decisioni in poco tempo, avvalendosi della legge sulle epidemie e introducendo lo stato d’urgenza. Un grazie quindi anche da parte mia al Consiglio federale perché in poco tempo ha portato avanti delle importanti misure di politica sanitaria ed economiche.
È una crisi globale che evidenzia la necessità di risposte coordinate e solidali, perché così come in altri paesi del mondo anche in Svizzera ci sono regioni più colpite di altre, com’è il caso del mio cantone, del Canton Ticino. È un cantone che per quanto riguarda il numero di persone ammalate e ricoverate è ai primi posti. Ha dovuto adottare anche delle misure straordinarie e fino a ieri aveva misure più restrittive del resto della Svizzera.

Sulla base dei dati sanitari le autorità cantonali ticinesi hanno potuto chiedere la cosiddetta finestra di crisi, in modo da interrompere tutte le attività non essenziali e rallentare così i contagi, proteggere la salute della popolazione e salvaguardare anche il nostro servizio sanitario, ma anche – e in questo senso ringrazio il Consiglio federale per aver capito questa situazione molto difficile – garantire alla popolazione del nostro cantone, alle lavoratrici e ai lavoratori, le importanti misure economiche decise dal Consiglio federale. Misure che poi andavano estese anche a quei settori che nel Canton Ticino avevano dovuto chiudere l’attività proprio perché c’era bisogno di misure più restrittive per rallentare la crisi.

Questo è stato un gesto di solidarietà molto importante da parte di uno Stato federalista verso un cantone più in difficoltà. Penso che anche in una situazione dove le massime decisioni sono concentrate a livello federale – ed è giusto così – dev’esserci lo spazio di manovra per misure di politica sanitaria più restrittive per rallentare la diffusione di un’epidemia. Ringrazio quindi il Consiglio federale per aver riconosciuto questa situazione e per aver portato avanti misure oggettivamente difficili e delicate, anche resistendo alle pressioni che sono arrivate da più parti, da chi magari avrebbe voluto aperture ancora più rapide, indipendentemente dalla valutazione sanitaria.

Se dico questo è perché i dati sanitari ed epidemiologici devono sempre essere alla base delle nostre valutazioni e decisioni. Questo vale sia per il Consiglio federale, che ha già preso le sue decisioni, sia per noi in questa questa sessione straordinaria. Evidentemente ciò non vuol dire non riconoscere anche la necessità di misure economiche ma queste devono basarsi sui dati epidemiologici e sanitari. C’è poi stato il lavoro del Parlamento, molto importante, che ha contribuito ad estendere le misure adottate anche ai lavoratori indipendenti indirettamente toccati dalle misure di chiusura oppure a riconoscere il lavoro ridotto anche per le agenzie interinali oppure a chiarire la definizione di “persone vulnerabili” che necessitano di particolare attenzione al momento della ripresa delle attività.

L’emergenza sanitaria sta diventando sempre più un’emergenza sociale ed economica e c’è il rischio di una grave recessione. Le misure finanziarie a sostegno dei salari e dei posti di lavoro decise dal Consiglio federale sono necessarie ma a mio parere non sono sufficienti per evitare che i costi di questa crisi ricadano sui più de- boli o sulle classi medie, facendo aumentare la povertà. Spero quindi che accanto a misure che adotteremo o che discuteremo questi giorni – per sostenere, con una soluzione sugli affitti, i proprietari di stabili commerciali, per garantire le strutture di accoglienza per i bambini, tanto importanti, per la ripresa delle attività lavorative o per sostenere il turismo – ci siano anche delle riflessioni su misure per preservare il potere d’acquisto del- le economie domestiche, sulle quali pesa anzitutto il carico dei costi sanitari e dei premi cassa malati. Non sappiamo ancora come evolveranno questi premi ma dovremo seguire attentamente la situazione.

È però urgente anche uno sforzo nazionale ed internazionale di solidarietà per combattere la povertà in Svizzera come nel resto del mondo. Ci vogliono quindi misure concrete e rapide per le persone economicamente più fragili che vivono anche nel nostro paese. E ci vuole a mio parere un programma legato all’emergenza sociale ed economica per combattere la povertà. Chiedo quindi alla consigliera federale, approfittando anche della possibilità di fare delle domande, se sono previste delle misure in questo senso.

Dans cette phase de reprise graduelle des activités, la priorité doit être accordée à la santé de la population. Ce ne sera que de cette façon que l’économie pourra vraiment redémarrer. Ce sont les données épidémiologiques qui doivent dicter la prolongation du respect des règles de distanciation sociale et les prochaines étapes de la reprise des activités. En même temps, il faut prendre toutes les mesures nécessaires visant à garantir les salaires et les emplois.

Beaucoup a été fait grâce à deux instruments très importants et au droit d’urgence: l’extension de l’instrument du chômage partiel et les allocations pour perte de gain “coronavirus”. Cependant, il y a encore des lacunes, comme je l’ai dit, surtout pour les personnes ayant les revenus les plus faibles et les personnes en situation de pauvreté. Il faut donc prendre les mesures nécessaires pour que les membres les plus faibles de notre société reçoivent également un soutien suffisant. Déjà aujourd’hui, un million de personnes vivent en dessous ou juste au-dessus du seuil de pauvreté. Elles sont particulièrement vulnérables. Elles ont donc besoin aussi de bénéficier des mesures de soutien. Je pense que le Parlement doit en discuter mais que le Conseil fédéral doit en discuter aussi. Comme je l’ai dit, j’aimerais savoir si le Conseil fédéral pense proposer des mesures ciblées contre la pauvreté.

Cette crise nous montre aussi que le système de santé publique doit être renforcé. Le travail des soins à la personne et celui effectué dans le secteur de la santé doivent être mieux reconnus. Notre système de santé a été en mesure de répondre à l’urgence de la crise: les hôpitaux se sont transformés; des unités de soins intensifs ont été mises en place rapidement pour traiter les patients atteints du Covid-19. Les travailleurs de la santé ont dû oeuvrer dans des conditions difficiles. Tout cela était nécessaire. Mais, maintenant, nous ne pouvons pas revenir à la situation d’avant la crise. La Suisse et le monde entier ont redécouvert à l’occasion de cette crise un certain nombre de métiers d’importance systémique. Nos sociétés ne fonctionnent pas sans les salariés des soins à la personne, de la santé, du nettoyage, de la sécurité, du secteur alimentaire, de la logistique. Or, nous le savons, ce sont souvent des emplois mal rémunérés et mal considérés, et, pour la plupart, exercés par des femmes, il faut toujours le rappeler. Beaucoup de femmes qui ont travaillé pendant la crise ont joué un rôle très important pour cette crise, soit au travail, soit dans le secteur des soins la personne, soit à la maison.

Cette crise nous a également montré la nécessité d’investir pour l’approvisionnement en médicaments. On a besoin de promouvoir la production décentralisée de médicaments et de préserver et garantir les capacités de production des médicaments spécifiques en Suisse. Déjà durant cette session, dans cette salle, nous ferons des réflexions sur la nécessité d’un approvisionnement suffisant en médicaments et en vaccins. Je pense que cette réflexion est une des plus importantes à mener avec celle relative à la revalorisation des métiers essentiels au système, qui devra avoir lieu ces prochains mois.

On a beaucoup à apprendre de cette crise. Mais, comme je l’ai dit, une chose est très importante, et nous en avons parlé beaucoup durant ces dernières semaines: c’est la solidarité. On a vu se développer la solidarité entre les personnes, entre les gens qui étaient confinés à la maison et les gens qui devaient travailler; on a vu se développer la solidarité envers les plus faibles. On doit donc apprendre à être encore plus solidaire.

Je pense qu’il faut éviter que les coûts de cette crise ne soient payés par la classe moyenne et les personnes les plus fragiles. Voilà pourquoi je pense que la création d’un fonds de crise, financé de manière solidaire, représenterait un pas très important. Le financement solidaire, cela signifierait que ceux qui peuvent se le permettre devraient contribuer à alimenter ce fonds, c’est-à-dire les personnes ayant les plus hauts revenus, les plus grandes fortunes, la Banque nationale Suisse, la Confédération. Mais c’est sûrement une réflexion que nous ferons durant les prochaines semaines et les prochains mois.

J’ai commencé mon intervention en mentionnant la solidarité, je vais la terminer en parlant de solidarité en remerciant toutes les personnes qui ont fait preuve de solidarité. Nous devons continuer d’agir de manière solidaire, pour sauvegarder notre pays mais aussi pour sauvegarder les plus faibles.

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La pandemia e i diritti delle donne https://marinacarobbio.ch/2020/04/30/la-pandemia-e-i-diritti-delle-donne/ https://marinacarobbio.ch/2020/04/30/la-pandemia-e-i-diritti-delle-donne/#comments Thu, 30 Apr 2020 06:53:41 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4469 “Non dimenticate mai che ci vorrà una crisi politica, economica o religiosa perché i diritti delle donne siano messi in discussione. I diritti delle donne...

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“Non dimenticate mai che ci vorrà una crisi politica, economica o religiosa perché i diritti delle donne siano messi in discussione. I diritti delle donne non possono mai essere dati per scontati. Dovete rimanere vigili per il resto della vostra vita”. Un’affermazione di Simone de Beauvoir scritta molti decenni fa, più che mai attuale e che ben sintetizza la situazione in cui si trovano i diritti delle donne oggi in piena emergenza sanitaria ed economica.

Benché le donne svolgano un ruolo centrale in campo medico, infermieristico, nella ricerca o nel lavoro di cura dentro e fuori le mura domestiche, sono poco presenti ai tavoli di discussione nei quali si decide che risposte dare alla crisi. Parlare di diritti delle donne vuol dire anche riflettere finalmente su come riconoscere in maniera giusta e paritaria quei lavori svolti prevalentemente da donne. Significa rivalutare il lavoro di cura non retribuito, ma anche riconoscere il lavoro svolto in quei settori per i quali l’home office non è possibile, dal commercio al dettaglio al settore delle pulizie. Lavori indispensabili ma spesso malpagati, nei quali le donne rappresentano più del 70% delle persone impiegate nel settore della vendita, quasi il 90% in quello delle pulizie e oltre l’80% in quello delle cure sanitarie.

Ci sono poi tutte quelle persone che lo stato di emergenza ha confinato a casa: ciò che potrebbe essere un’occasione per suddividere in maniera paritaria il lavoro domestico rischia di rivelarsi un consolidamento di ruoli tradizionali. Già con la crisi finanziaria del 2008 si era visto come le crisi economiche hanno un impatto negativo sulla parità fra i sessi mettendo a nudo le disuguaglianze sociali e di genere. L’aumento della disoccupazione sarà più pesante per chi svolge lavori precari, su chiamata o a tempo parziale e le conseguenze sociali saranno più gravi per persone con bassi redditi, settori nei quali troviamo molte donne.

C’è un silenzio assordante sulle conseguenze per le donne dell’emergenza sanitaria, sociale ed economica. Eppure molte donne si sono fatte sentire, inizialmente con discrezione perché c’è chi ci dice che la politica di genere di fronte a questa crisi non è prioritaria, che prima si deve affrontare l’emergenza sanitaria, poi si devono risolvere i problemi quotidiani durante la quarantena, infine va gestita la ripresa delle attività. Come se tutto ciò non riguardasse anche noi donne.

Lasciamo quindi da parte la discrezione e rivendichiamo la nostra presenza. L’abbiamo fatto l’anno scorso con lo sciopero delle donne e dobbiamo farlo anche oggi, perché senza noi donne non si va da nessuna parte, senza la nostra partecipazione non ci sarà un domani diverso. Per ripartire dopo la crisi dobbiamo costruire un contratto sociale per contrastare precarietà e disuguaglianze, partendo da salari dignitosi e parità salariale, dalla riconsiderazione dei lavori essenziali anche a livello salariale, dal riconoscimento del lavoro di cura pure a livello di assicurazioni sociali e il lavoro dei famigliari curanti. Proposte alla cui elaborazione devono poter partecipare donne e uomini, solo così avremo una società più giusta e senza stereotipi di genere.

Articolo apparso sul Corriere del Ticino il 30 aprile

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Solidarietà contro la crisi da coronavirus – comunicato stampa PSS https://marinacarobbio.ch/2020/04/17/solidarieta-contro-la-crisi-da-coronavirus-comunicato-stampa-pss/ https://marinacarobbio.ch/2020/04/17/solidarieta-contro-la-crisi-da-coronavirus-comunicato-stampa-pss/#respond Fri, 17 Apr 2020 09:43:10 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4463 La crisi generata dal coronavirus ha sconvolto sia la nostra convivenza sociale, sia l’economia. La Svizzera è quindi confrontata con enormi sfide per quanto riguarda...

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La crisi generata dal coronavirus ha sconvolto sia la nostra convivenza sociale, sia l’economia. La Svizzera è quindi confrontata con enormi sfide per quanto riguarda la sanità, l’economia e la politica sociale. Oggi il PS Svizzero ha presentato un documento con cui chiede di adottare delle misure concrete di politica economica e sociale. L’obiettivo è salvare vite umane, proteggere i posti di lavoro e creare un futuro migliore. I costi della crisi non devono essere sopportati dalle fasce della popolazione con un reddito basso o medio. Solidarietà e pari opportunità sono perciò più che mai necessarie. Nessuno deve essere lasciato indietro. La salute della popolazione deve essere un’assoluta priorità. 

«La solidarietà è il cemento della nostra convivenza sociale. L’attuale contesto ne è una prova definitiva», afferma il presidente del PS Christian Levrat. «Anche lotta contro questa crisi deve perciò essere finanziata su una base solidale. Un onere che va bilanciato anche a livello intercantonale. Oggi possiamo essere lieti che il PS abbia impedito i più pericolosi eccessi in materia di sgravi fiscali. Se non fosse stato il caso, non potremmo disporre del denaro di cui abbiamo urgente bisogno». Secondo il PS è quindi anche chiaro che le aziende in crisi che ricevono un sostegno statale non possono versare né bonus né dividendi finché i prestiti non saranno rimborsati.

Per una buona e corretta ripresa dell’economia, bisognerà soprattutto attuare un programma di investimenti per una mobilità rispettosa del clima, per la ristrutturazione degli edifici e per la promozione delle energie rinnovabili. «La svolta climatica ed energetica è parte integrante della soluzione, non del problema», afferma il capogruppo PS alle Camere federali Roger Nordmann. È anche importante sostenere il settore della ristorazione e alberghiero, così come quello della cultura o relativo al tempo libero confrontati con importanti restrizioni. Il PS propone perciò che ogni abitante in Svizzera riceva un buono del valore di CHF 200.- da utilizzare in questi settori.

È anche fondamentale che sul posto di lavoro le misure di prevenzione e protezione della salute siano rispettate. Ogni persona che appartiene a un gruppo a rischio o che deve prendersi cura di parenti o famigliari che appartengono a gruppi a rischio, e che devono forzatamente restare a casa, deve ricevere un’indennità per perdita di guadagno (IPG). «Il potere d’acquisto sostiene l’economia. Gli stipendi devono perciò continuare ad essere pagati», spiega la vicepresidente del PS Marina Carobbio. «Un importante onere per molte famiglie del Paese sono i premi di cassa malati. Per questo motivo il livello dei premi per il 2021 va congelato e rimanere a quello del 2020, senza nessun aumento. Nessuna famiglia dovrebbe spendere più del 10% del proprio reddito disponibile per i premi, come chiede il PS con la sua iniziativa popolare».

Con questa crisi, la Svizzera ha riscoperto che alcune professioni hanno un’importanza basilare. Spesso si tratta di professioni e lavori scarsamente retribuiti e svolti da donne, come, ad esempio, nel settore dell’assistenza. «È necessario un programma di rilancio economico femminista», dice la vicepresidente del PS Tamara Funiciello. «Visto che lo Stato sta investendo per la ripresa economica è imperativo che questo investimento fluisca anche nel settore dell’assistenza e della cura. In questo modo ci sarà anche un miglioramento nella conciliabilità tra il lavoro e la vita famigliare così come del servizio pubblico per tutte e tutti».

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Buongiorno

È un periodo di grande difficoltà e incertezze. Legate alla propria salute e quella dei propri cari, a come si arriverà alla fine del mese, quando si potrà riaprire la propria attività commerciale e quando i propri bambini potranno tornare a scuola.

Qualcosa di positivo sta però nascendo anche da questi crisi: il nostro paese sta vivendo un’ondata di solidarietà, dai volontari agli applausi-flashmob per il personale indispensabile che giorno dopo giorno permette alla nostra società di andare avanti. Mostriamo la nostra parte migliore, dobbiamo essere solidali ed uniti per superare assieme questa crisi: #distanti ma vicini!

Sono giorni particolari anche per la politica, che come tutti noi si è trovata a dover dare risposte immediate ai problemi complessi di cittadini e cittadine. Questa settimana ha ripreso l’attività delle commissioni del parlamento federale, incaricate di preparare la sessione straordinaria del 4-8 maggio interamente dedicata alle misure per affrontare l’emergenza sanitaria e le ripercussioni sul mercato del lavoro e sull’economia.

Tre settimane fa, come Partito Socialista abbiamo presentato una strategia a tre pilastri per rispondere in modo mirato alle sfide economiche e sanitarie che ci attendono. Trovi qui il comunicato stampa con maggiori informazioni.

Nell’immediato bisogna garantire i redditi e i salari delle persone e lavorare sulla diminuzione delle spese (affitti e premi cassa malati soprattutto). Per le PMI è necessario garantire la liquidità, evitando licenziamenti ed indebitamento. Ecco perché accanto alle misure già previste sono necessari anche crediti a fondo perso per le PMI che rispecchiano determinati criteri sociali (quali salari dignitosi, equità salariale) e/o ecologici. C’è poi tutto il settore del lavoro, su chiamata e ad ore che non è coperto dal lavoro ridotto. Proprio su questi aspetti sto lavorando sia con il Partito Socialista, con il quale stiamo approfondendo anche misure a medio e lungo termine, sia nelle commissioni parlamentari.

Il pacchetto d’aiuto presentato quasi due settimane fa dal Consiglio federale è stato un passo importante, che affronta alcuni dei temi che abbiamo posto come Partito Socialista negli scorsi giorni, ossia un intervento pubblico per affrontare i settori colpiti dalla crisi: dalle misure per i lavoratori indipendenti all’estensione del lavoro ridotto fino all’aumento dei crediti a disposizione. Queste misure non sono però ancora sufficienti e in parte sono incomplete: va esteso la possibilità di ricorrere al lavoro ridotto a quella fascia di indipendenti per ora non coperte dalle indennità  e garantito il salario anche per i lavoratori più precari. Le conseguenze economiche di questa emergenza sanitaria si faranno sentire in maniera importante nei prossimi mesi, ecco perché si deve agire con urgenza mettendo un limite ai premi cassa malati, che già prima della pandemia erodevano i redditi dei ceto medio e medio-basso. La nostra proposta di limitare i premi cassa malati al 10% del reddito disponibile è quindi più che mi di attualità. Sono pure urgenti delle misure per combattere la povertà e l’esclusione perché chi già prima della crisi si trovava in difficoltà ora rischia di fare ancora più fatica.

 

 

Il sistema sanitario è sotto pressione, evidenziando come ad emergenza sanitaria sarà necessario apportare finalmente dei correttivi: bisognerà infatti rafforzare il nostro sistema sanitario (pubblico), garantendo sufficiente risorse e formando più personale – in particolare personale infermieristico e medici di famiglia per una presa a carico su tutto il territorio cantonale. Lavori fondamentali che vanno adeguatamente riconosciuti! Trovi qui un articolo “Personale sanitario, gli applausi non bastano” che ho pubblicato su La Regione.

Un altro rischio è far ricadere la pressione sanitaria a livello di costi sugli assicurati: sarebbe inaccettabile e metterebbe a rischio l’accessibilità universale del nostro sistema sanitario. La Confederazione deve sfruttare appieno tutte le possibilità disponibili per ammortizzare i costi sanitari supplementari, sospendendo per esempio le franchigie e le partecipazioni ai costi dei pazienti in questa situazione straordinaria. Non da ultimo l’attenzione deve essere rivolta anche alla salute mentale e alla prevenzione della violenza domestica.

Trovi una panoramica delle misure urgenti che proponiamo come Partito Socialista Svizzero in un questo comunicato.

Per quanto riguarda invece gli affitti, la voce di spesa principale delle economie domestiche e una spesa molto importante anche per le imprese, sostengo con convinzione le proposte dell’Associazione svizzera degli inquilini, che puoi trovare qui.

 

 

Essere solidali di fronte all’emergenza significa anche impegnarci per la solidarietà internazionale: l’emergenza del Coronavirus colpisce infatti in modo particolarmente duro le persone in fuga, che non hanno accesso a servizi igienici e medicine, e vivono a strettissimo contatto. Se il virus si diffonde in queste circostanze un disastro umanitario è imminente!

La situazione umanitaria dei rifugiati in Grecia – soprattutto a Camp Moria, a Lesbo – è peggiorata in modo massiccio. Il campo deve venir evacuato immediatamente! La Svizzera deve accogliere rifugiati ed esigere lo stesso dagli Stati dell’UE: la solidarietà non può fermarsi ai confini nazionali e ogni Stato deve fare la sua parte per evitare un disastro umanitario. Al di là delle cifre del contagio la pandemia avrà degli effetti anche sugli Stati più fragili con sistemi sanitari precari, paesi  che non possono essere dimenticati e lasciati soli.

 

 

Trovi qui comunicati stampa, interviste e articoli miei e del PS in merito al coronavirus. Buona lettura.

Spero che queste informazioni  ti possano interessare e che assieme ci impegneremo per ricostruire rapporti sociali solidali. Cari saluti,
Marina

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Personale sanitario, gli applausi non bastano! https://marinacarobbio.ch/2020/04/06/personale-sanitario-gli-applausi-non-bastano/ https://marinacarobbio.ch/2020/04/06/personale-sanitario-gli-applausi-non-bastano/#respond Mon, 06 Apr 2020 18:19:18 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4450 È nostro dovere riconoscere la sanità quale servizio pubblico in cui investire risorse, sottraendola alla logica della concorrenza e dei profitti ad ogni costo –...

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È nostro dovere riconoscere la sanità quale servizio pubblico in cui investire risorse, sottraendola alla logica della concorrenza e dei profitti ad ogni costo – Articolo apparso su La Regione il 6 aprile 2020

Il 2020 sarà certamente ricordato come l’anno della pandemia di Coronavirus. Ma il 2020 è anche l’anno internazionale delle infermiere e degli infermieri e delle levatrici. Nei paesi più fragili sono spesso i primi e in alcuni casi anche gli unici operatori sanitari a cui può far riferimento popolazione. Anche quando medici e ospedali sono presenti in numero più importante, è necessario investire maggiori risorse per garantire anche in futuro un’assistenza sanitaria universale ed evitare una medicina a due velocità. L’attuale emergenza sanitaria a causa del covid-19 rende evidenti alcuni problemi intrinsechi al nostro sistema sanitario, già conosciuti da tempo ma ai quali la politica ha dato finora risposte insufficienti. In Svizzera viene formato solo il 56% del personale necessario per l’insieme del settore sanitario. Nel settore infermieristico addirittura solo il 43%, cioè 10’000 persone meno del necessario. Lacuna che è colmata ricorrendo a personale straniero. Il lavoro svolto da chi opera nelle cure infermieristiche, compito prevalentemente assicurato da donne, non è riconosciuto come dovrebbe essere. Al di là dell’attuale emergenza, i ritmi di lavoro e i turni sono spesso estenuanti. Fortunatamente l’Associazione svizzera delle infermiere e degli infermieri ha depositato l’iniziativa “per cure infermieristiche forti” che propone di dare al personale infermieristico il giusto riconoscimento, di valorizzare la professione e aumentare la formazione di personale qualificato. L’iniziativa popolare è attualmente al vaglio delle Camere federali che, mi auguro, diano delle risposte concrete per potenziare il settore delle cure infermieristiche.

Il 2020 dovrà essere anche l’anno del rafforzamento delle cure di base, indispensabili nell’affiancare chi lavora negli ospedali. In Svizzera non mancano solo infermiere e infermieri, c’è carenza anche di medici, e soprattutto di medici di famiglia. Quelle figure che fanno da ponte tra l’ammalato e la struttura ospedaliera, che identificano chi ha bisogno di cure più specialistiche, che valutano chi deve essere ricoverato e chi no, che accompagnano il malato e i suoi famigliari. Per l’accesso agli studi di medicina abbiamo addirittura il numero chiuso, con la diretta conseguenza che dobbiamo ricorrere al personale medico di altri paese, ai quali sottraiamo risorse indispensabili. Un blocco alla formazione che andrà tolto con urgenza, mentre le cure di base dovranno essere rafforzate in quanto porta d’entrata al sistema sanitario, con attività di prevenzione e di cura per evitare quando possibile i ricoveri ospedalieri e garantire la presa a carico post-ospedaliera. Un approccio integrato sulla base delle competenze dei vari professionisti, medici, infermieri e altri operatori sanitari. Un sistema sanitario forte necessita infatti di una buona medicina di prossimità, oltre che di ottime strutture ospedaliere. In Ticino sono pendenti ben due iniziative popolari, “per cure mediche e ospedaliere di prossimità “e “per la qualità e sicurezza delle cure ospedaliere”, volte a rafforzare il sistema sanitario cantonale, a riconoscere maggiormente gli ospedali di interesse pubblico e a sviluppare nuovi modelli di presa a carico su tutto il territorio cantonale, anche valorizzando gli ospedali di valle il cui ruolo, come vediamo in questo periodo, è centrale. Iniziative che dovranno rapidamente essere tolte dai cassetti e concretizzate.

L’emergenza sanitaria ci ha mostrato i volti di medici, infermieri e persone attive nei settori essenziali che con grande dedizione e competenza si occupano dei nostri nonni, genitori e amici ammalati. Per tutte e tutti loro è nostro dovere riconoscere la sanità quale servizio pubblico in cui investire risorse, sottraendola alla logica della concorrenza e dei profitti ad ogni costo, che ne fanno oggi spesso oggetto di attività lucrative e molto redditizie, piuttosto che un servizio universale. Ben vengano quindi gli applausi, ma da soli non bastano.

L'articolo Personale sanitario, gli applausi non bastano! proviene da Marina Carobbio Guscetti.

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Coronavirus – interviste https://marinacarobbio.ch/2020/03/31/coronavirus-interviste/ https://marinacarobbio.ch/2020/03/31/coronavirus-interviste/#respond Tue, 31 Mar 2020 07:34:35 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4436 La scorsa settimana è stata intensa per tutti e tutte noi. Moltissime persone stanno facendo grandi sforzi, mostrando solidarietà con chi non può uscire di...

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La scorsa settimana è stata intensa per tutti e tutte noi. Moltissime persone stanno facendo grandi sforzi, mostrando solidarietà con chi non può uscire di casa o ammalato. Tantissimi altri e altre sono attivi sul fronte sanitario e nei servizi essenziali quali la vendita o la presa a carico di persone bisognose.  Per quanto mi riguarda la scorsa settimana sono stata attiva sia come medico di base sia come politica, in particolare cercando di portare le legittime necessità del Canton Ticino e della Svizzera italiana a Berna a seguito dell’emergenza legata al Covid19 e dando una mano al Consiglio di Stato ticinese per trovare risposta a queste esigenze di salute pubblica, che venerdì hanno trovato riscontro nelle decisioni del Consiglio federale. Oltre ai contatti con la Berna ufficiale ho avuto l’opportunità di rilasciare anche alcune interviste. Le trovate qui:

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Coronavirus: il PS chiede misure urgenti in materia di politica sanitaria https://marinacarobbio.ch/2020/03/26/coronavirus-il-ps-chiede-misure-urgenti-in-materia-di-politica-sanitaria/ https://marinacarobbio.ch/2020/03/26/coronavirus-il-ps-chiede-misure-urgenti-in-materia-di-politica-sanitaria/#respond Thu, 26 Mar 2020 09:48:52 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4430 La Svizzera deve affrontare grandi sfide per rispondere in modo efficace agli effetti di questa crisi. Il PS apprezza le misure del Consiglio federale per...

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La Svizzera deve affrontare grandi sfide per rispondere in modo efficace agli effetti di questa crisi. Il PS apprezza le misure del Consiglio federale per mettere a disposizione aiuti rapidi e non burocratici mirati a garantire posti di lavoro e salari. Attualmente, molte persone sono impegnate in operazioni straordinarie su molti fronti, non da ultimo nel settore sanitario, che è sempre più sotto pressione. Il PS esprime il suo sincero ringraziamento a tutte queste persone per il loro eccezionale lavoro. Nella sua strategia a tre pilastri, il Partito chiede misure urgenti per rafforzare il settore sanitario e oggi le presenta nel dettaglio. 

La Confederazione deve sfruttare appieno tutte le possibilità disponibili per ammortizzare i costi sanitari supplementari, garantire condizioni di lavoro e misure di sicurezza adeguate al personale sanitario e ampliare le capacità del sistema sanitario. Non da ultimo l’attenzione deve essere rivolta anche alla salute mentale e alla prevenzione della violenza domestica.

Una panoramica delle misure urgenti necessarie:

Misure finanziarie

  • Non possiamo permettere che l’anno prossimo i premi esplodano. Pertanto, sono necessarie risorse finanziarie aggiuntive per i trattamenti ospedalieri stazionari e la prescrizione di farmaci per la cura del coronavirus. Durante questa crisi sanitaria, la Confederazione deve coprire il 45% dei costi sostenuti delle casse malati (il restante 55% è a carico dei Cantoni). Questa misura mira a ridurre l’onere a carico delle assicurate e degli assicurati.
  • Dovrebbe essere possibile richiedere riduzioni dei premi cassa malati anche dopo la data ultima normalmente prevista e sulla base della situazione attuale dei redditi.
  • La Confederazione dovrebbe farsi carico di franchigie e quota parte per i trattamenti legati al coronavirus, inclusi quelli psichiatrici e psicologici.
  • L’incasso dei crediti e la sospensione delle prestazioni a causa di difficoltà di pagamento dei premi di cassa malati devono essere sospesi per i prossimi sei mesi. Immediata deve essere la sospensione delle cosiddette “liste nere” di coloro che non possono pagare i premi.

Personale: capacità e protezione

  • La Confederazione deve sostenere il personale sanitario il personale addetto alle pulizie di manutenzione nonché il personale amministrativo affinché possa svolgere i propri compiti al meglio e con sufficiente protezione. Gli straordinari e le indennità per inconvenienti connessi al lavoro (come il compenso per il lavoro notturno, il lavoro pericoloso, ecc.) devono essere retribuiti. La Legge sul lavoro e le relative ordinanze possono essere sospese previo consenso del personale interessato. Pause e periodi di riposo sufficienti sono indispensabili.
  • È necessario mettere a disposizione sufficiente materiale di protezione nel settore ospedaliero stazionario e ambulatoriale, per le istituzioni e per i liberi professionisti. Questo vale per medici, personale infermieristico, personale addetto alle pulizie di manutenzione, personale amministrativo, personale di case di riposo e case di cura, ostetriche, fisioterapisti ed ergoterapisti che svolgono prestazioni che non possono essere rimandate.
  • Per i medici di famiglia è necessaria una revisione temporanea della struttura tariffale per le prestazioni mediche ambulatoriali (TARMED) in modo tale che siano riconosciuti anche i trattamenti per telefono dei pazienti sospetti o affetti da COVID-19. Il limite per le prestazioni in assenza delle pazienti e dei pazienti, che i medici possono fatturare, deve essere eliminato o aumentato in modo considerevole.
  • I servizi di “telemedicina” devono essere remunerati anche se forniti da personale non medico.
  • La Confederazione deve sostenere l’assunzione di personale sanitario supplementare, in particolare di ex-operatori sanitari. È necessaria una regolamentazione uniforme per tutti i Cantoni.
  • Solidarietà intercantonale: i cantoni con meno pazienti affetti da COVID-19 dovrebbero mettere a disposizione i loro posti letto per i pazienti che necessitano di un trattamento ospedaliero urgente. Questo non deve essere limitato ai pazienti con coronavirus. Il coordinamento tra gli ospedali dovrebbe essere rafforzato, soprattutto quando vi sono capacità non sfruttate.

Attrezzature mediche e farmaci

  • L’approvvigionamento di infrastrutture e attrezzature sufficienti, come respiratori, deve essere ulteriormente intensificato.
  • La Confederazione deve sostenere le aziende che producono attrezzature e vaccini sul territorio nazionale. Questa misura riguarda non solo le aziende che al momento producono questi prodotti, ma anche quelle che sarebbero in grado di farlo.
  • Occorre promuovere la costruzione di ospedali di emergenza temporanei e il rafforzamento degli ospedali pubblici. Anche i reparti chiusi possono essere riaperti.
  • È necessario facilitare l’approvazione temporanea dei farmaci provenienti dall’UE per le malattie rare e gravi.

Salute mentale e violenza domestica

  • L’accesso alla psicoterapia e ai trattamenti psicologici deve essere facilitato. Il limite di dieci sedute per prescrizione dovrebbe essere abolito.
  • Le casse malati devono rimborsare anche per le consulenze telefoniche, online e le video consulenze con i professionisti della salute (psicoterapeuti, psichiatri e infermieri).
  • Violenza domestica: le informazioni sui servizi di consulenza devono essere rese disponibili a livello nazionale e deve essere rafforzato il coordinamento tra le autorità responsabili.
  • Per coloro che necessitano aiuto, è necessario istituire un numero verde nazionale attivo 24 ore su 24.
  • La scuola è spesso il primo luogo in cui viene riconosciuta la violenza domestica. Se le scuole dovessero rimanere chiuse per un periodo di tempo prolungato, sarebbe necessario un contatto personale diretto e regolare tra insegnanti e bambini, nel quadro delle misure di protezione esistenti.

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Coronavirus: redditi e posti di lavoro – il PS esige una rapida attuazione del suo piano a tre pilastri https://marinacarobbio.ch/2020/03/19/coronavirus-redditi-e-posti-di-lavoro-il-ps-esige-una-rapida-attuazione-del-suo-piano-a-tre-pilastri/ https://marinacarobbio.ch/2020/03/19/coronavirus-redditi-e-posti-di-lavoro-il-ps-esige-una-rapida-attuazione-del-suo-piano-a-tre-pilastri/#respond Thu, 19 Mar 2020 09:58:47 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4425 Comunicato stampa del PS Svizzero – 18 marzo 2020 Il PS Svizzero sostiene le misure adottate dalle autorità per limitare il più possibile la diffusione...

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Comunicato stampa del PS Svizzero – 18 marzo 2020

Il PS Svizzero sostiene le misure adottate dalle autorità per limitare il più possibile la diffusione del virus. Le misure di politica economica annunciate dal Consiglio federale sono un passo nella giusta direzione, ma devono essere ampliate e attuate al più presto. Per il PS, la garanzia di salari e posti di lavoro deve essere la priorità assoluta. Le piccole imprese e le lavoratrici e i lavoratori indipendenti non devono essere dimenticati.

Le misure annunciate finora per alleviare l’emergenza economica sono un passo nella giusta direzione. La sicurezza sul posto di lavoro e il pagamento dei salari sono le priorità assolute del PS. Ciò vale anche per le circa 50’000 piccole imprese (da 10 a 50 dipendenti, per un totale di quasi un milione di persone) e per le 530’000 micro-imprese con meno di 10 dipendenti (per un totale di 1,16 milioni di persone), nonché per le centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori indipendenti che si aspettano risposte immediate dal Consiglio federale sulle misure specifiche che li riguardano. Il Consiglio federale ha annunciato un fondo d’emergenza di un miliardo di franchi per le misure di sostegno. Questo fondo deve ora essere attivato per proteggere centinaia di migliaia di imprese e di lavoratrici e lavoratori indipendenti dal fallimento senza che venga loro attribuita nessuna responsabilità, e con lo scopo di stabilizzare l’economia nazionale.

La settimana scorsa il PS Svizzero ha presentato un pacchetto di misure da attivare senza indugio per far fronte alle sfide economiche e sanitarie. Questo piano deve essere attuato senza ritardi. Il pacchetto di misure si articola in tre pilastri: agevolazione dell’accesso alla riduzione dell’orario di lavoro, estensione del lavoro ridotto ai contratti di lavoro temporaneo e sostegno finanziario diretto alle piccole imprese (fino a 50 dipendenti) e alle/agli indipendenti che subiscono un calo di fatturato a causa di questa situazione eccezionale. In secondo luogo, la Confederazione e i Cantoni devono assumersi i costi supplementari del sistema sanitario, in modo che tali costi non si ripercuotano sugli assicurati. In terzo luogo, occorre ora preparare un programma di stimolo economico e di ripresa per rilanciare l’economia non appena la situazione di emergenza sarà superata.

Il PS Svizzera ribadisce e chiarisce ancora una volta le misure d’emergenza che devono essere adottate senza indugio:

  1. Il lavoro ridotto dovrà essere esteso il più possibile – alle/ai dipendenti temporanei, alle lavoratrici e ai lavoratori interinali, alle lavoratrici e ai lavoratori di guardia, ai proprietari di piccole medie imprese, ecc. In linea di principio, questa misura dovrebbe essere messa a disposizione di tutte le persone soggette all’assicurazione contro la disoccupazione. Tuttavia, per le persone non soggette alla legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI), deve essere coperto almeno l’80% delle perdite di reddito e di guadagno, passate e future, dovute alle misure adottate per combattere la crisi del coronavirus. I cantoni dovranno aumentare immediatamente le loro offerte per poter elaborare le richieste di lavoro ridotto in modo rapido ed efficiente. È imperativo che le procedure siano accelerate.
  2. Per coloro che non hanno diritto alle prestazioni previste dalla LADI: per le persone che non possono beneficiare dell’assicurazione contro la disoccupazione e del sostegno alle singole aziende (parrucchieri, fisioterapisti, fioristi), e che non possono essere aiutati tramite prestiti, lavoro ridotto o tramite la LADI, le indennità di perdita di guadagno (IPG) dovranno diventare lo strumento principale per attenuare gli effetti della crisi. Anche le lavoratrici e i lavoratori indipendenti sono legati alle IPG attraverso l’AVS, il che significa che la gestione amministrativa degli aiuti sarà ancora più efficace attraverso questo canale. Dovrà anche essere possibile utilizzare il tradizionale congedo parentale come “congedo parentale di crisi”, quando i genitori devono rimanere a casa per badare ai loro figli in assenza di malattia. Il fondo d’emergenza di 1 miliardo di franchi promesso dal consigliere federale Parmelin può essere utilizzato per il finanziamento supplementare delle IPG.
  3. Aiuto in materia di liquidità e pagamenti non rimborsabili alle piccole e micro-imprese: per le persone fisiche, le/gli indipendenti o le piccole imprese, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) deve fornire immediatamente e senza oneri burocratici un ulteriore aiuto in materia di liquidità e prestiti per coprire, d’intesa con i cantoni, almeno una parte della perdita di reddito e di guadagno non assicurato, senza attribuzione di responsabilità o di colpe. L’urgenza di queste misure è stata confermata dagli esperti di politica economica di tutte le parti e ribadita in una lettera alla SECO, scritta su iniziativa della consigliera nazionale del PS Jacqueline Badran e co-firmata da rappresentanti dell’UDC, del PLR e del PPD.

Il pacchetto di 10 miliardi annunciato dal Consiglio federale non sarà sufficiente. La gestione della crisi richiederà risorse molto maggiori e il Consiglio federale ne è consapevole. Ha promesso che ora saranno attivate tutte le risorse necessarie per proteggere la salute delle persone e per attutire il più possibile le gravi conseguenze economiche della crisi.

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Coronavirus: una strategia a tre pilastri per superare la crisi https://marinacarobbio.ch/2020/03/19/coronavirus-una-strategia-a-tre-pilastri-per-superare-la-crisi/ https://marinacarobbio.ch/2020/03/19/coronavirus-una-strategia-a-tre-pilastri-per-superare-la-crisi/#respond Thu, 19 Mar 2020 09:54:28 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4420 Comunicato stampa del Partito Socialista Svizzero del 12 marzo 2020 La crisi legata alla diffusione del Covid-19 si sta aggravando in Svizzera, sia dal punto...

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Comunicato stampa del Partito Socialista Svizzero del 12 marzo 2020

La crisi legata alla diffusione del Covid-19 si sta aggravando in Svizzera, sia dal punto di vista sanitario che economico. I primi suggerimenti formulati la scorsa settimana dal PS Svizzero per affrontare questa situazione eccezionale si stanno rivelando adeguati. Il PS propone ora una strategia a tre pilastri per rispondere in modo mirato alle sfide economiche e sanitarie che ci attendono.

1. Per ammortizzare l’impatto economico della pandemia a breve termine, è necessario adottare misure che garantiscano in primo luogo l’occupazione, il versamento dei salari e la sopravvivenza di piccole imprese e di lavoratrici e lavoratori indipendenti.

  • Ampliamento e più facile accesso alle prestazioni in caso di riduzione dell’orario di lavoro per le persone con contratto a tempo determinato: le/i dipendenti poco o non assicurati (ad es. nel settore dell’arte, della cultura o degli eventi) dovrebbero essere tutelati in modo particolare.
  • Sostegno finanziario diretto alle piccole imprese (fino a 50 dipendenti) e alle lavoratrici e ai lavoratori indipendenti che subiscono un calo di fatturato a seguito delle misure prese dal Consiglio federale: ciò può avvenire tramite un credito d’emergenza per compensare direttamente le perdite di reddito e di guadagno non assicurate. Per le grandi imprese è possibile istituire un fondo di compensazione per rimediare facilmente ai problemi di liquidità mediante prestiti senza interessi o garantiti.
  • Definizione anticipata delle questioni di indennizzo: se viene ordinata la chiusura di determinate imprese (ad es. a causa della chiusura delle frontiere per le lavoratrici frontaliere e i lavoratori frontalieri), le questioni di indennizzo devono essere risolte in anticipo dalla Confederazione.
  • Risarcimento da parte della Confederazione in caso di mancata assicurazione: la Confederazione interviene quando le perdite non assicurate hanno conseguenze economiche importanti, come ad esempio la riduzione degli effettivi. Ciò può valere per le aziende che soffrono del crollo dei loro mercati di esportazione a causa della crisi del Covid-19. In questi casi, la Confederazione deve coprire una parte delle perdite mediante una garanzia straordinaria contro i rischi all’esportazione. In cambio, le aziende devono impegnarsi a non effettuare licenziamenti.

 

2. Il personale sanitario sta facendo un ottimo lavoro nella gestione della crisi, ma è sempre più sotto pressione. Sono in corso preparativi per consentire l’assistenza a un maggior numero di casi di coronavirus. Sono inoltre necessarie misure urgenti per rafforzare il settore sanitario.

  • Misure di protezione sanitarie per il personale: le misure di protezione della salute del personale sanitario e del loro entourage devono essere rafforzate. Un prolungamento della crisi porta inevitabilmente a un aumento dei casi infetti e a una maggiore esposizione del personale sanitario, già oltremodo impegnato (straordinari, congedi sospesi, aumento del carico di lavoro, aiuto da parte del personale sanitario in pensione). La Confederazione deve sostenere il personale sanitario con misure di accompagnamento per consentirgli di svolgere i propri compiti in modo adeguato e protetto, ad esempio coprendo le spese per la custodia dei bambini e altre spese eccezionali.
  • Incrementare le capacità di assistenza: è necessario alleggerire il sistema sanitario al fine di offrire una migliore assistenza ai pazienti a rischio e agli anziani. Devono essere stanziate maggiori risorse finanziarie per l’aiuto, l’assistenza e le cure a domicilio. I posti letto per il ricovero in ospedale devono essere aumentati, ove possibile, e resi disponibili per le cure. Anche le capacità ambulatoriali devono essere rafforzate, poiché non tutti coloro che necessitano di cure possono essere ricoverati in ospedale.
  • Contenere i costi supplementari della sanità: la Confederazione deve ammortizzare i costi supplementari delle cure ospedaliere e ambulatoriali all’interno del sistema sanitario, in modo che non vi sia un’esplosione dei premi nel 2021. In effetti, il 45% dei costi ospedalieri è di solito sostenuto dall’assicurata/o. La Confederazione dovrà sostenere i cantoni nella copertura dei costi supplementari, che non devono essere imputati alle assicurate e agli assicurati sotto forma di premi più elevati dell’assicurazione malattie.
  • Campagna di formazione nel settore della sanità: a medio termine, la richiesta di una campagna di formazione deve finalmente essere accolta per poter assumere un numero sufficiente di nuovi collaboratori in Svizzera. È ugualmente urgente migliorare le condizioni di lavoro in modo che le persone mantengano più a lungo il loro posto di lavoro.

 

3. Una volta che la pandemia sarà passata, l’economia non si riprenderà immediatamente. Più a lungo dura la crisi, più urgente è la necessità di preparare un piano di rilancio economico. 

  • Piano di investimento e di rilancio economico: il Consiglio federale deve elaborare un piano di investimento e di rilancio economico nel caso in cui la diffusione del coronavirus si dovesse protrarre più a lungo e se si aggravasse.
  • Misure di stimolo all’economia: quando la crisi del Covid-19 si placherà, l’economia svizzera non potrà essere rilanciata semplicemente premendo un pulsante. Le misure di stimolo all’economia devono essere chiaramente anticipate e promosse (ad esempio attraverso programmi infrastrutturali nell’ambito della politica climatica) per sostenere il commercio e le PMI, e quindi l’economia nazionale.

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