Consiglio degli Stati – Marina Carobbio Guscetti https://marinacarobbio.ch Benvenuti, Herzlich Willkommen, Bienvenue Sat, 16 Oct 2021 08:28:24 +0000 it-IT hourly 1 https://marinacarobbio.ch/wp-content/uploads/sites/4/2017/05/cropped-logo-PS-32x32.png Consiglio degli Stati – Marina Carobbio Guscetti https://marinacarobbio.ch 32 32 Abbiamo bisogno di più solidarietà! – Newsletter https://marinacarobbio.ch/2021/06/30/abbiamo-bisogno-di-piu-solidarieta-newsletter/ https://marinacarobbio.ch/2021/06/30/abbiamo-bisogno-di-piu-solidarieta-newsletter/#respond Wed, 30 Jun 2021 06:32:16 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4874 Buongiorno, il 18 giugno è terminata la sessione delle Camere federali. I temi trattati sono stati numerosi. Ho preparato una sintesi di alcuni temi discussi dalle Camere federali che...

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Buongiorno,

il 18 giugno è terminata la sessione delle Camere federali. I temi trattati sono stati numerosi. Ho preparato una sintesi di alcuni temi discussi dalle Camere federali che ho seguito da vicino. Ancora una volta spiccano la riforma dell’AVS21 e l’iniziativa per cure infermieristiche forti, che il comitato d’iniziativa ha deciso di portare al voto popolare. Il Consiglio degli Stati ha pure approvato un mio postulato per una Piena partecipazione alla vita politica e pubblica delle persone con disabilità intellettiva. Sono molto contenta di questo primo passo verso una società più inclusiva.

Inizia l’estate, ma la politica non si ferma. Il 26 settembre il popolo svizzero sarà chiamato a votare sul matrimonio per tutt*. Il 27 giugno è stata lanciata la campagna per il Sì dopo che è riuscito il referendum contro la decisione del parlamento di aprire il matrimonio alle coppie dello stesso sesso e fare così un passo importante verso l‘uguaglianza tra coppie omosessuali/bisessuali e coppie eterosessuali in Svizzera.

Voteremo anche sull’iniziativa popolare della GISO, nota come iniziativa del 99% che prevede di sgravare i salari e tassare equamente il capitale, al fine di ridistribuire meglio la ricchezza proveniente dall’1% dei super ricchi al 99% della popolazione. Leggi qui il mio intervento in parlamento a favore dell’iniziativa.

Referendum contro l’abolizione della tassa di bollo

Il PSS è contrario a elargire ulteriori privilegi “gratuiti” alle gradi imprese! Durante la sessione estiva delle camere federali, la maggioranza borghese del parlamento ha dato seguito alla prima parte del progetto volto ad abolire gradualmente la tassa di bollo. Per questa ragione, il Partito Socialista Svizzero ha lanciato il referendum contro la soppressione della tassa d’emissione sul capitale proprio, che fa parte del progetto volto ad abolire gradualmente la tassa di bollo. L’abolizione dell’imposta di bollo rappresenta infatti solo la punta dell’iceberg. Ulteriori privilegi fiscali per le grandi imprese e i ricchi sono già in programma. Non siamo ancora usciti dalla crisi economica (e nemmeno sanitaria) causata dalla pandemia di coronavirus che già si vorrebbero “regalare” miliardi al settore finanziario e alle grandi imprese a scapito di politiche sociali che gioverebbero all’insieme della popolazione. Non si tratta di briciole, nella sua totalità l’abolizione completa della tassa di bollo creerebbe un buco di 2,2 miliardi di franchi nelle casse dello Stato ogni anno, con la prima tappa mancheranno 250 milioni di franchi all’anno. Non sarebbero le Piccole medie imprese (PMI) a guadagnare dall’abolizione della tassa di bollo, bensì le grandi aziende che già contabilizzano utili importanti tutti gli anni.
La popolazione ha bisogno di politiche sociali di rilancio dell’economia e di alleggerimento dei costi “fissi” della vita, come ad esempio i premi cassa malati (tema che tornerà di stretta attualità in autunno quando finalmente si dovrebbe iniziare a discutere della nostra iniziativa popolare per limitare i premi al 10% del reddito). È irragionevole e provocatorio, a fronte di tutte le persone che faticano ad arrivare alla fine del mese, sgravare ulteriormente la finanza e le grandi imprese. Assieme possiamo fermare questo ulteriore regalo a settori dell’economia che non ne hanno certamente bisogno. Abbiamo bisogno di uno Stato solidale!
Scarica qui i formulari per firmare il referendum.
Per ulteriori informazioni puoi cliccare qui.  

Vi ringrazio per seguirmi sempre nella mia attività, per le vostre opinioni e i vostri consigli e vi auguro una bella estate.

Cari saluti,
Marina

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Piena partecipazione alla vita politica e pubblica delle persone con disabilità intellettiva https://marinacarobbio.ch/2021/06/08/piena-partecipazione-alla-vita-politica-e-pubblica-delle-persone-con-disabilita-intellettiva/ https://marinacarobbio.ch/2021/06/08/piena-partecipazione-alla-vita-politica-e-pubblica-delle-persone-con-disabilita-intellettiva/#respond Tue, 08 Jun 2021 15:44:36 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4859     In Svizzera, la Costituzione (art. 8, par. 1 e 2) e la Legge federale sull’eliminazione di svantaggi nei confronti dei disabili (151.3 LDis)...

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In Svizzera, la Costituzione (art. 8, par. 1 e 2) e la Legge federale sull’eliminazione di svantaggi nei confronti dei disabili (151.3 LDis) costituiscono i pilastri principali della partecipazione delle persone con disabilità alla società.

Di principio, nessuna persona è incapace di discernimento, e quindi priva dell’esercizio dei diritti civili, permanentemente, soltanto per le persone con handicap gravissimi o per gli anziani affetti da demenza lo si può affermare in generale. In Svizzera, le persone considerate permanentemente incapaci di discernimento e poste sotto la curatela generale sono in linea di principio escluse dal diritto di voto e di candidarsi.

A livello federale, l’articolo 136 capoverso 1 Cost. garantisce i diritti politici a tutte le persone di cittadinanza svizzera che hanno compiuto il diciottesimo anno d’età, purché non siano interdette per infermità o debolezza mentali. Dall’entrata in vigore del nuovo diritto di protezione degli adulti, per persone interdette escluse dal diritto di voto s’intendono le persone che a causa di durevole incapacità di discernimento sono sottoposte a curatela generale o sono rappresentate da una persona che hanno designato con mandato precauzionale (art. 2 LDP).

La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CDPD) è stata adottata il 13 dicembre 2006 a New York dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite ed è entrata in vigore il 3 maggio 2008. Si tratta della prima convenzione che tratta nello specifico i diritti delle persone con disabilità. La Convenzione non introduce nuovi diritti per le persone con disabilità, ma concretizza e specifica la portata dei diritti fondamentali dei vari strumenti di tutela dei diritti umani, rapportandoli alla particolare situazione delle persone con disabilità. Lo scopo è permettere ai disabili di esercitare i propri diritti nella stessa misura dei normodotati. Contempla quindi diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. La CDPD è stata ratificata dalla Svizzera il 15 aprile 2014 ed è entrata in vigore il 15 maggio 2014. La Svizzera si impegna a eliminare gli ostacoli che incontrano i disabili, a proteggerli dalle discriminazioni e a promuoverne le pari opportunità e l’integrazione nella società civile.

È in quest’ottica che ho presentato il mio postulato 21.3296 Piena partecipazione alla vita politica e pubblica delle persone con disabilità intellettiva. Il Consiglio federale ha proposto di accogliere il postulato. Il Consiglio degli Stati lo ha adottato il 08.06.2021. Di seguito il mio intervento pronunciato al Consiglio degli Stati.

Le but de mon postulat est d’exposer dans un rapport les mesures nécessaires pour permettre aux personnes ayant un handicap intellectuel de participer pleinement à la vie politique et publique. Le Conseil fédéral propose d’accepter mon postulat et je l’en remercie.

Permettez-moi quand même de développer brièvement les raisons pour lesquelles je propose de faire un rapport.

Actuellement – et je le souligne, car c’est un concept qui a évolué au fil du temps – la Convention de l’ONU relative aux droits des personnes handicapées, ratifiée par la Suisse en 2014, indique que par personne handicapée, on entend les “personnes qui présentent des incapacités physiques, mentales, intellectuelles ou sensorielles durables dont l’interaction avec diverses barrières peut faire obstacle à leur pleine et effective participation à la société sur la base de l’égalité avec les autres”. Selon cette définition, qui a fait partie du modèle social du handicap, le handicap est défini comme la conséquence de l’interaction entre l’individu et une société qui ne s’adapte pas aux différences de la personne et limite ou entrave la participation de celle-ci à la société. En conséquence, les facteurs sociaux, juridiques, économiques, politiques et environnementaux qui entravent le plein exercice par les personnes handicapées de leurs droits devraient nécessairement être éliminés.

Mon postulat s’inscrit dans cette approche et charge le Conseil fédéral de présenter les mesures pour avoir une société suisse qui soit inclusive et capable d’intégrer toutes les personnes qui la composent. Il est nécessaire de n’isoler ni d’exclure d’une pleine participation à la vie publique ou politique aucune catégorie. Je pense notamment aux personnes ayant un handicap intellectuel.

Comme dans le reste de la population, il y a au sein de ce groupe des personnes qui veulent être politiquement actives et d’autres qui ne s’en sentent pas capables ou n’en ressentent pas le besoin. Les points que je cite sont également expliqués dans la convention des Nations Unies susmentionnée, qui invite les Etats signataires à faire en sorte que les personnes handicapées puissent participer effectivement et pleinement à la vie politique et publique sur la base de l’égalité avec les autres, que cela se fasse directement ou par l’intermédiaire de représentants librement choisis, et qu’elles aient notamment la possibilité de voter et d’être élues.

L’interpellation Baume-Schneider 21.3295 contient un résumé de la situation au niveau suisse sur le plan constitutionnel et sous l’angle de la loi fédérale sur l’élimination des inégalités frappant les personnes handicapées où sont définis les principaux piliers sur lesquels se fonde la participation des personnes handicapées à la société.

En Suisse, les personnes considérées comme durablement incapables de discernement et placées sous curatelle générale sont en principe exclues du droit de vote et d’éligibilité. Au niveau fédéral, l’article 136 de la Constitution garantit les droits politiques à toutes les personnes de nationalité suisse âgées de 18 ans révolus, pour autant qu’elles ne soient pas exclues pour cause d’infirmité ou de faiblesse mentale. Depuis l’entrée en vigueur du nouveau droit de la protection des adultes, les personnes privées du droit de vote sont définies comme des personnes soumises à une curatelle générale ou représentées par une personne qu’elles ont désignée avec un mandat de précaution.

En Europe non seulement, mais en Suisse aussi, dans certains cantons, la législation évolue pour permettre l’inclusion des personnes souffrant de handicaps intellectuels à la vie publique et politique. Il y a des exemples en France, en Autriche et dans d’autres pays. Comme cela a été rappelé dans le cadre de l’interpellation Baume-Schneider, la population du canton de Genève a accepté l’année passée la mise en oeuvre de l’article 29 de la Convention de l’ONU relative aux droits des personnes handicapées, par plus de 74 pour cent des voix.

En modifiant la constitution cantonale, la population du canton de Genève a décidé que les droits politiques d’une personne durablement incapable de discernement ne peuvent pas être suspendus. Le Grand Conseil du canton de Neuchâtel a adopté une motion en ce sens ce printemps. Dans d’autres cantons, comme le canton de Vaud et le canton de Zurich, des interventions parlementaires ont été déposées. Dans le canton du Valais, la question est actuellement débattue par la constituante.

Par mon postulat, je demande donc au Conseil fédéral d’évaluer la situation en tenant compte de ces changements au niveau des cantons et de présenter les mesures nécessaires pour améliorer la participation à la vie publique et politique des personnes avec des handicaps intellectuels. “Une feuille de route”, selon Mme la conseillère aux Etats Baume-Schneider, une feuille de route importante pour évaluer la situation et, le cas échéant, prendre des décisions.

Permettetemi qualche parola in italiano, vista l’importanza del tema.

Come dicevo, la società è chiamata ad essere inclusiva ed eliminare gli ostacoli che non permettono a tutti di partecipare alla vita pubblica. Questo significa anche mettere in pratica dei progetti per favorire la partecipazione alla vita politica e il voto delle persone con disabilità cognitive. Penso ad esempio ad uno strumento, quello della lingua facile, che è già presente ad alcuni livelli della vita pubblica e politica, a livello federale, anche in questo Parlamento; e sempre più cantoni vanno poi in questa direzione. Si tratta ora però di generalizzare il ricorso allo strumento della lingua facile.

Oppure, a livello europeo esistono dei progetti come “My opinion My vote” che ha quali obiettivi aiutare le persone con disabilità intellettiva ad esercitare i loro diritti politici, incoraggiare le persone con disabilità intellettiva a formare ed esprimere un’opinione o una decisione informata in occasione di elezioni locali o nazionali oppure di una votazione su un referendum, e ad aumentare la consapevolezza tra quelli che sono nella posizione di facilitare le persone con disabilità intellettiva ad esercitare i loro diritti politici. Si tratta di un esempio da quale attingere per sostenere e anche sviluppare delle pratiche. Ma ci sono altri esempi, in altri paesi a noi vicini, che possono essere presi in considerazione, affinché tutti e tutte possono essere cittadini attivi.

Ritengo che tutti abbiano diritto di poter partecipare pienamente alla vita politica e di prendere posizione sui temi politici. Non avere una disabilità mentale non implica essere al riparo dall’influenza che le persone o le campagne elettorali possono esercitare sulle nostre decisioni. Non possiamo quindi escludere con buona coscienza una categoria di cittadini perché ritenuti facilmente influenzabili.

È importante fornire i mezzi necessari a tutti, anche alle persone con disabilità cognitiva, che sono interessati alla vita politica per permettere loro di formarsi un’opinione e prendere decisioni indipendenti.

Si tratta quindi di avere un rapporto che illustri queste misure per arrivare a una società che includa tutti i suoi membri e che ne promuova i diritti. Questo vuol dire avere una società forte. Negare alle persone con disabilità intellettiva la piena partecipazione alla vita pubblica e politica è discriminatorio.

Intervento al Consiglio degli Stati il 08.06.2021

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Buongiorno

Il 17 novembre 2019 mi avete dato fiducia eleggendomi al Consiglio degli Stati. È passato un anno e le bellissime emozioni di quel giorno sono impresse indelebilmente nella mia mente. In questo anno sono successe molte cose: la principale è certamente la crisi sanitaria, sociale ed economica dovuta al Coronavirus, una crisi globale che colpisce tutti ma che ha conseguenze più gravi per le persone più vulnerabili, i settori economici e culturali e i paesi più fragili.

Nella funzione di rappresentante del Ticino a Berna ho portato avanti le necessità della popolazione ticinese, chiedendo maggiori interventi economici e sociali a favore delle categorie più svantaggiate, battendomi perché le misure decise dalla Confederazione siano estese anche a chi ha lavori temporanei o su chiamata o ai lavoratori autonomi che non sono coperti dal sistema classico di sicurezza sociale e chiedendo che per il settore sanitario e i settori essenziali non ci siano più solo appalusi bensì misure concrete per migliorare le condizioni di lavoro e formare più personale medico e infermieristico. Tramite una mozione ho chiesto misure concrete per combattere l’aumento della povertà (mozione 20.3423). Il Consiglio degli Stati ha demandato la mia mozione per esame alla commissione competente.

La crisi ci sta mostrando la necessità di rafforzare il servizio pubblico e il sistema sanitario, e di rivedere il nostro modello di sviluppo basato spesso su facili profitti. Abbiamo anche costatato l’urgenza di raggiungere la parità di genere. Pur svolgendo la maggior parte dei lavori indispensabili, le donne sono le più colpite dalle conseguenze sociali ed economiche della pandemia. La crisi attuale ha mostrato alle Nazioni la necessità di agire a livello internazionale, collaborando con altri Stati e con le organizzazioni multilaterali per rafforzare i sistemi sanitari di base e pubblici e garantire l’accesso alle cure a tutta la popolazione mondiale.

Naturalmente, mi sono occupata anche di altri oggetti: dal continuo aumento dei premi cassa malati e dei costi sanitari alla violenza di genere, con particolare attenzione la femminicidio, dal sostegno ai programmi di ricerca internazionali e al credito quadriennale per la formazione, ricerca e cultura all’importanza di contrastare il cambiamento climatico con misure incisive e urgenti.

Un anno fa avevo dedicato la mia elezione al Consiglio degli Stati alle donne e a chi ha meno voce a livello politico. Sto lavorando per dare seguito a questo impegno ma non posso farlo senza di voi. Come durante la campagna elettorale dello scorso anno, quando il vostro sostegno è stato decisivo per la mia elezione, così anche ora per svolgere al meglio il mio incarico di vostra rappresentante politica mi farebbe molto piacere discutere con voi, anche se, per ora, solo virtualmente, e ricevere vostre idee e suggerimenti.

Se lo ritenete utile, contattatemi pure, mi farebbe molto piacere!

Invito a un doppio sì alle urne il 29 novembre 2020

Sì all’iniziativa popolare «Per imprese responsabili – a tutela dell’essere umano e dell’ambiente»
L’iniziativa chiede che le multinazionali con sede in Svizzera che distruggono l’ambiente e non rispettano i diritti umani siano ritenute responsabili delle proprie azioni. Sembra un’ovvietà ma purtroppo ancora oggi molte multinazionali possono sfruttare il lavoro minorile o inquinare intere aree senza subire conseguenze legali. L’iniziativa non mette a rischio le piccole-medie imprese; come invece sostengono le lobby economiche contrarie all’iniziativa.
La Svizzera, che gode di una lunga e consolidata tradizione umanitaria e che si impegna per la tutela dell’ambiente non dovrebbe più tollerare il comportamento di alcune multinazionali che all’estero non garantiscono e promuovono questi valori.
Maggiori informazioni sul sito dell’Iniziativa per multinazionali responsabili.

Sì all’Iniziativa popolare «Per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico»
Ogni anno miliardi di franchi svizzeri affluiscono nella produzione di armi. Quest’ultime sono utilizzate in guerre lontane da noi geograficamente ma che portano conseguenze fino nel nostro Paese.
Smettiamo di finanziare la causa del malessere, dell’uccisione e dello spostamento forzato di milioni di persone. Investiamo invece i miliardi di franchi svizzeri nelle energie sostenibili e nella protezione del clima. Solo in questo modo potremo assicurare a tutte e a tutti un futuro di pace e serenità.
Maggiori informazioni sul sito dell’Iniziativa contro i commerci bellici.

Stabilizzazione dell’AVS (AVS 21)

La Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati, di cui faccio parte, si sta occupando della riforma AVS 21. Concordo con quanto esposto dall’Unione sindacale svizzera (vedi comunicato stampa USS in francese del 10.11.2020) che chiede uno sviluppo dell’AVS invece di un suo ridimensionamento, come lo prevede invece la riforma in esame.
In particolare, se accettata, la riforma porterebbe a una diminuzione della rendita mediana annuale delle donne di 1’200 franchi. Questo quando le donne ricevono già delle rendite di un terzo inferiori a quelle degli uomini.
Il mio impegno per raggiungere e garantire la parità di genere e per garantire un futuro dignitoso e privo di povertà a tutte e tutti i cittadini è forte e costante. Per questo mi impegno all’interno della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati affinché i punti critici della riforma in esame siano affrontati e risolti.

Migliorare il finanziamento delle cure palliative

In quanto Presidente di palliative ch ho portato avanti la richiesta di creare le basi legali e finanziarie necessarie a garantire cure e assistenza conformi ai bisogni alle persone che si trovano alla fine della loro vita. La Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati ha approvato e depositato una mozione in questo senso (20.4264). Lo scorso mese di settembre il Consiglio federale ha presentato il rapporto “Migliorare l’assistenza e le cure alle persone che si trovano alla fine della loro vita” (puoi trovare il rapporto qui) che descrive come le cure palliative generali e specialistiche debbano essere consolidate in Svizzera a medio e lungo termine. Come si è visto anche durante la pandemia di Coronavirus, le cure palliative permettono un netto miglioramento della qualità dell’assistenza e del trattamento delle persone alla fine della loro vita, sia nel settore ospedaliero sia in quello ambulatoriale. In particolare, permettono di alleviare i sintomi gravi, sostenere le persone alla fine della loro vita nel processo decisionale, pianificare il trattamento in anticipo e fornire ai pazienti e alle loro famiglie un sostegno psicosociale e spirituale.

Vi ringrazio per il sostegno dimostratomi non solo l’anno scorso in occasione delle elezioni, ma anche e soprattutto durante questi mesi di mandato quale rappresentate del Ticino a Berna.
Voglio inoltre ricordare l’importanza di adottare tutte le misure precauzionali per contrastare la diffusione del coronavirus, dalle misure igieniche all’uso della mascherina in luoghi affollati e nei mezzi pubblici, così come l’utilizzo dell’App di tracciamento swisscovid.
Puoi avere più informazioni sulla mia attività seguendomi sui social o visitando il mio sito web.
Rinnovo l’invito a contattarmi a chiunque fosse interessato a uno scambio di opinioni in merito ai temi politici.

Cari saluti,
Marina

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Apertura della 51esima legislatura – Newsletter https://marinacarobbio.ch/2019/12/02/apertura-della-51esima-legislatura-newsletter/ https://marinacarobbio.ch/2019/12/02/apertura-della-51esima-legislatura-newsletter/#respond Mon, 02 Dec 2019 14:21:01 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4358 BuonaseraSi è tenuto oggi l’insediamento dell’Assemblea federale e l’apertura della 51esima legislatura: ho quindi potuto prendere posto ufficialmente al Consiglio degli Stati. Negli scorsi giorni ho comunicato...

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BuonaseraSi è tenuto oggi l’insediamento dell’Assemblea federale e l’apertura della 51esima legislatura: ho quindi potuto prendere posto ufficialmente al Consiglio degli Stati. Negli scorsi giorni ho comunicato la mia rinuncia per il Consiglio nazionale, fiduciosa che la giustizia faccia il suo corso in merito al ricorso contro la procedura elettorale e chiarisca la questione in tempi rapidi. Auguri quindi a Bruno Storni, che mi è subentrato in Consiglio nazionale: sono sicura che, assieme a Greta Gysin, saprà battersi per l’ambiente e il mercato del lavoro, la socialità e i trasporti pubblici. Complimenti ad entrambi!

Ora inizia quindi la parte davvero difficile: sono pronta per lavorare per il bene del nostro paese e rappresentare il Ticino a Berna. Tutto questo è possibile solo grazie al vostro sostegno: grazie ancora di cuore!

Cari saluti e grazie ancora,
Marina

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Discorso congresso elettorale https://marinacarobbio.ch/2019/06/18/discorso-congresso-elettorale/ https://marinacarobbio.ch/2019/06/18/discorso-congresso-elettorale/#respond Tue, 18 Jun 2019 10:19:01 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4028 Ecco il mio discorso al congresso elettorale del Partito Socialista Ticino, che ha approvata la mia candidatura per il Consiglio degli Stati e il Consiglio...

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Ecco il mio discorso al congresso elettorale del Partito Socialista Ticino, che ha approvata la mia candidatura per il Consiglio degli Stati e il Consiglio nazionale. Grazie! È un onore per me cercare di rappresentare il Ticino solidale a Berna. 

Gentile consigliera federale, cara Simonetta,
Caro presidente della frazione socialista alle camere federali, caro Roger,
Care compagne e cari compagni,
Gentili ospiti,

Venerdì mattina quando poco prima delle 11 ho interrotto la seduta del Consiglio nazionale e sono uscita sulla piazza federale, mi son venute le lacrime agli occhi di fronte alla piazza così gremita di donne; una piazza federale con un forte accento viola ma nel contempo multicolore. Come multicolore e variegata è la diversità che deve essere forza e non rappresentare un rischio d’esclusione. L’ho detto in Consiglio nazionale, l’ho ripetuto in piazza e lo dico ancora oggi: la parità fra i sessi ci riguarda tutte e tutti, è una questione di giustizia e democrazia.

Venerdì 14 giugno ho pensato a due donne a me molto vicine, donne la cui storia potrebbe essere simile a quella di tante altre, di chi come voi è qui al congresso. A mia mamma Graziella, che ha partecipato ancora una volta come molte altre donne della sua generazione, al corteo femminista e che per prima mi ha insegnato che vuol dire essere donna e femminista. A mia figlia Laura, che di anni ne ha quindici e che merita un mondo nel quale non si debba più scendere in piazza per ottenere la parità salariale, per non essere discriminata sul posto di lavoro o giudicata per come si veste e in quanto donna.

Quell’emozione forte, che ho provato a Berna, l’ho vissuta nuovamente la sera a Bellinzona. E mi son detta, ora è veramente possibile. Le cose cambieranno, non si possono ignorare le centinaia di migliaia di donne che hanno manifestato, sono scese in piazza, si sono astenute dal lavoro nonostante pressioni e difficoltà. Certo ora toccherà alla politica, chi è attivo in un consesso istituzionale dovrà portare avanti con forza e convinzione la richiesta di un’effettiva parità salariale, dell’introduzione anche in Svizzera del congedo parentale,  il riconoscimento del lavoro di cura a partire dalle assicurazioni sociali.

Questo movimento trasversale che rivendica rispetto, pari diritti e lotta contro le discriminazioni di genere ha una forza dirompente, come dirompente è quello dei giovani che manifestano per il clima.

In entrambi questi movimenti c’è la volontà di cambiare le cose e di rivendicare un mondo più giusto, paritario, inclusivo e solidale. Un mondo dove la ricchezza sia effettivamente redistribuita e non appannaggio di pochi e nel quale si metta un freno a una crescita insostenibile, salvaguardando l’ambiente e soprattutto, come loro ci chiedono, il futuro dei nostri giovani. Un mondo nel quale chi viene dl lontano non sia calpestato, dove chi è in difficoltà non sia emarginato.

Sono molte le persone che partecipano a manifestazioni, incontri, e riflessioni, che fanno sentire la propria voce, chiedendo un cambiamento verso una società più giusta, capace di difendere i più deboli e di valorizzare la differenza. Perché la diversità, di genere, di origine e di cultura è una ricchezza, è un valore. La capacità di integrare le diverse componenti che compongono la società sarà la forza del nostro Cantone.

In questi mesi di presidenza del Consiglio nazionale ho incontrato molte persone e ho visitato e visiterò paesi del sud del mondo. Ho visto la necessità di investire nella cooperazione allo sviluppo, non di ridurne gli aiuti; ho discusso con donne che subiscono violenze sessuali; ho incontrato donne e bambini in un centro sanitario del Mozambico con un unico medico per migliaia di persone. E sempre più sono convinta che la questione climatica non può essere disgiunta da quella sociale. A livello mondiale il 10% dei più ricchi sono responsabili della metà delle emissioni di CO2 e l’1% dei più ricchi causa le stesse emissioni che la metà più povera del mondo. Ecco perché la riduzione delle disuguaglianze darà un contributo notevole al superamento della crisi climatica.

 

Anche oggi però è una giornata speciale: con l’approvazione della lista del partito socialista per il Consiglio nazionale e la candidatura agli Stati, con le congiunzioni delle liste con le altre forze di sinistra, creiamo i presupposti per raddoppiare i seggi dell’area progressista, socialista e femminista a Berna e di avere per la prima volta nella storia del Canton Ticino una donna consigliera agli Stati. Un sogno? Forse. Ma per parafrasare il grande scrittore cileno Luis Sepulveda dobbiamo credere nei nostri sogni fino a trasformarli in realtà.

I rapporti di forza attuali hanno conseguenze tangibili per la gente comune, per le famiglie, le lavoratrici e i lavoratori e per il territorio in cui viviamo, e contribuiscono a un aumento delle disuguaglianze e della precarietà. Guardiamo, ad esempio, l’evoluzione dei costi sanitari e di conseguenza dei premi. Schiacciato dal peso delle lobby e da interessi particolari, il parlamento non affronta il problema del continuo aumento dei premi cassa malati che erodono i budget delle famiglie. Ciò che ci ha spinto come PSS a lanciare l’iniziativa popolare per limitare i premi cassa malati al 10% del reddito disponibile di un’economia domestica. Assemblea federale che dovrà anche urgentemente dare una risposta alle persone ultracinquantenni che perdono il lavoro, alle mamme che sono licenziate dopo la nascita di un figlio o addirittura in gravidanza, ai giovani formati che sono impiegati come praticanti invece di ricevere un lavoro stabile con salari dignitosi ed eque condizioni di lavoro.

È necessario ridare potenzialità e opportunità al nostro Cantone, non isolando dal resto della Svizzera e del mondo, ma costruendo ponti. Ponti tra lingue e culture è uno dei segnali che ho voluto dare nel mio anno di presidenza del Consiglio nazionale, partendo dall’utilizzo della lingua italiana in quanto presidente e difendendo il riconoscimento delle minoranze linguistiche e culturali. Perché l’identità di un paese si basa anche sulla capacità che esso ha di riconoscere, sostenere e valorizzare le diverse componenti che lo compongono e si devono rimuovere tutti quelli ostacoli, anche quelli linguistici, che si frappongono alla piena partecipazione delle cittadine e dei cittadini alla vita democratica.

La congiunzione con le altre forze rossoverdi è indubbiamente un passo importante sia in vista delle elezioni federali ma anche per una maggiore collaborazione a livello cantonale. Ringrazio sin d’ora chi si è messo a disposizione: le candidate e i candidati del partito socialista al CN, Andrea, Bruno, Chiara, Cristina Davide, Igor, Martina e le candidate e i candidati della lista “i verdi e alleanza di sinistra”.

La mia candidatura al Consiglio degli Stati non è un progetto individuale e un progetto collettivo. Del quale sarò felice di farne parte se mi darete la vostra fiducia. Gli obiettivi che ci siamo posti potranno diventare realtà in autunno, se tutte e tutti noi ci metteremo passione e determinazione nel portare avanti gli ideali e i valori che ci contraddistinguono di solidarietà, giustizia sociale, difesa dell’ambiente e di una migliore qualità di vita.

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