Cassa malati pubblica – Marina Carobbio Guscetti https://marinacarobbio.ch Benvenuti, Herzlich Willkommen, Bienvenue Mon, 14 Oct 2019 14:25:28 +0000 it-IT hourly 1 https://marinacarobbio.ch/wp-content/uploads/sites/4/2017/05/cropped-logo-PS-32x32.png Cassa malati pubblica – Marina Carobbio Guscetti https://marinacarobbio.ch 32 32 Premi e casse malati: no agli interessi di bottega, sì a vere riforme per tutte e tutti https://marinacarobbio.ch/2019/10/14/premi-e-casse-malati-no-agli-interessi-di-bottega-si-a-vere-riforme-per-tutte-e-tutti/ https://marinacarobbio.ch/2019/10/14/premi-e-casse-malati-no-agli-interessi-di-bottega-si-a-vere-riforme-per-tutte-e-tutti/#respond Mon, 14 Oct 2019 14:25:28 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4256 Come ogni autunno anche quest’anno guardiamo affranti e preoccupati le polizze per l’assicurazione malattia e gli annunci dei premi. E puntuali come da diversi anni...

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Come ogni autunno anche quest’anno guardiamo affranti e preoccupati le polizze per l’assicurazione malattia e gli annunci dei premi. E puntuali come da diversi anni a questa parte fioccano le proposte per contrastare gli aumenti. Molte persone non credono più alle promesse della politica. Come non capirli: i premi cassa malati sono tra le principali voci di spesa delle economie domestiche e pesano in maniera importante sul borsellino di molti assicurati. E, benché molte misure siano da tempo sul tavolo della politica, finora è mancata la volontà della maggioranza di portarle avanti: tanti e troppi sono gli interessi dei diversi attori. Lobby ben presenti – e ben pagate – in Parlamento, al punto che i loro interessi hanno spesso il sopravvento su quelli degli assicurati. È quindi giunto il momento di cambiare le cose.

Anzitutto agendo sul finanziamento dell’assicurazione malattia e diminuendo così i premi cassa malati e le spese non coperte dall’assicurazione malattia di base, ma che gli assicurati pagano regolarmente di tasca propria. In vent’anni premi cassa malati sono aumentati del 120 per cento, ben al di sopra dell’aumento dei salari e delle rendite pensionistiche che invece stagnano; oggi il 40 per cento degli assicurati paga più premi cassa malati che imposte. Ben vengano quindi le proposte per più trasparenza, maggiori controlli sugli assicuratori malattia, e di mettere un tetto massimo alle riserve delle casse malati oggettivamente eccessive. Speriamo che sia la volta buona! Si tratta infatti di proposte già presentate dal Partito socialista e da altri, ma regolarmente bocciate dal Parlamento di centrodestra, proprio per quegli interessi così fortemente rappresentati in a Berna. Interessi che hanno anche svuotato la legge sulla sorveglianza sull’assicurazione malattia di modalità più efficaci per controllare la determinazione dei premi.

È urgente una moratoria sui premi cassa malati che deve però essere affiancata da soluzioni durature, che di fatto ne facciano diminuire il peso a carico delle economie domestiche. Ecco perché con il mio partito abbiamo lanciato un’iniziativa popolare per mettere un tetto ai premi cassa malati al massimo al 10 per cento del reddito disponibile. Una proposta che andrà a favore soprattutto del ceto medio e medio-basso che non beneficia degli aiuti per ridurre i premi, finanziata tramite un’estensione dei sussidi da parte dell’ente pubblico, partendo dal contributo della Confederazione. Rimane l’obiettivo di una cassa malati pubblica e di premi proporzionali al reddito. Perché l’assicurazione malattia obbligatoria è un’assicurazione sociale e come tale non può essere regolata da interessi di bottega.

Bisogna poi intervenire sui costi sanitari. Ben venga quindi un rafforzamento della prevenzione e del sistema del medico di famiglia come auspicato dalla maggioranza degli intervistati in un recente sondaggio. Il 90% delle patologie possono essere curate dal medico di base, evitando anche in molti casi trattamenti inutili e costosi o doppioni. Vanno poi favorite le cure integrate e ambulatoriali, per meglio curare i pazienti con polimorbidità, ma ciò passa attraverso una maggiore interdisciplinarietà e un migliore riconoscimento del lavoro di cura e infermieristico e non dando maggiore potere agli assicuratori malattia. Si deve poi agire sul sistema tariffario, ad esempio passando a prestazioni forfettarie anche nel settore ambulatoriale, ed intervenire in maniera più marcata sul costo dei medicamenti. Prezzi dei medicamenti talmente alti che non sono giustificati dai costi per la ricerca e la produzione per lo sviluppo di nuovi prodotti, favorendo i farmaci generici, ma soprattutto facendo diminuire i costi dei nuovi prodotti sottoposti a brevetto, che sono la maggiore voce di spesa in questo campo.

Le proposte ci sono. Ci vuole la volontà politica per realizzarle. Ecco perché le elezioni federali del prossimo 20 ottobre sono una tappa fondamentale: per diminuire i premi cassa malati, agire finalmente sui costi e non fare gli interessi delle lobby.

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Qualità e sostenibilità non sono incompatibili https://marinacarobbio.ch/2019/09/15/qualita-e-sostenibilita-non-sono-incompatibili/ https://marinacarobbio.ch/2019/09/15/qualita-e-sostenibilita-non-sono-incompatibili/#respond Sun, 15 Sep 2019 13:17:30 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=4164 Puntualmente anche quest’anno ci sarà l’ennesimo aumento dei premi cassa malati. In 20 anni i premi sono più che raddoppiati, mentre i salari e le pensioni...

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Puntualmente anche quest’anno ci sarà l’ennesimo aumento dei premi cassa malati. In 20 anni i premi sono più che raddoppiati, mentre i salari e le pensioni sono aumentati sono in maniera limitata. Premi sempre più alti, costi per cure non riconosciute dall’assicurazione malattia obbligatoria, franchigie e partecipazioni ai costi: voci di spesa che incidono pesantemente sul budget famigliare. Pesano soprattutto sul borsellino di coloro che ricevono solo un minimo aiuto alla riduzione dei premi e di quella casse media che non beneficia di nessuna riduzione di premio.  Senza contromisure il rischio è quello di avere un sistema sanitario a due velocità: da una parte i pochi che possono permettersi qualsiasi spesa, dall’altra coloro che rinunciano a cure o si assumono i rischi di franchigie molto alte.  Si deve frenare l’aumento dei costi sanitari, riducendo così i premi cassa malati e garantendo al contempo la qualità delle cure. Una via percorribile, da un lato, limitando i premi cassa malati al 10% del reddito disponibile di un’economia domestica, così come richiesto dall’iniziativa lanciata dal Partito socialista svizzero. Dall’altra riducendo il consumo di prestazioni non necessarie; diminuendo i costi dei medicamenti; favorendo nuovi modelli di cura interdisciplinari; valorizzando la medicina di famiglia e le cure infermieristiche; puntando sulla qualità piuttosto che sul profitto e regolando a livello pianificatorio sia il settore stazionario che quello ambulatoriale. In questi anni di politica federale ho fatto proposte concrete sulle quali vorrei continuare a lavorare nei prossimi anni.  Mi sono battuta per una cassa malati pubblica e per ridurre i premi cassa malati, ho fatto proposte puntuali accettate dal parlamento, come la valutazione di misure per evitare una corsa agli investimenti nel settore ospedaliero che potrebbe causare sovraccapacità e ulteriori aumenti dei costi o la necessità di garantire l’accesso ai medicamenti necessari per i bambini malati di cancro. Una sanità di qualità, accessibile e a costi sostenibili deve essere una priorità della politica, di medici, ospedali e assicurati. Assieme dobbiamo impegnarci per trovare con urgenza delle soluzioni condivise.

Articolo apparso su TicinoManagement Donna. 

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Limitiamo i premi di cassa malati! https://marinacarobbio.ch/2018/09/20/limitiamo-i-premi-di-cassa-malati/ https://marinacarobbio.ch/2018/09/20/limitiamo-i-premi-di-cassa-malati/#comments Thu, 20 Sep 2018 13:22:16 +0000 https://marinacarobbio.ch/?p=2892 Il PS Svizzero ha presentato oggi l’iniziativa federale per “l’alleggerimento dei premi cassa malati”, che chiede di limitare i premi al massimo del 10% del reddito...

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Il PS Svizzero ha presentato oggi l’iniziativa federale per “l’alleggerimento dei premi cassa malati”, che chiede di limitare i premi al massimo del 10% del reddito disponibile delle economie domestiche. Trovate qui il mio intervento tradotto che ho tenuto alla conferenza stampa e in fondo ulteriore documentazione riguardo l’iniziativa: 

Da oltre vent’anni mi occupo di temi legati alla sanità e in modo particolare legati ai costi del nostro sistema di finanziamento e alle conseguenze dal carattere antisociale dei premi non in base al reddito. Lo stesso vale per il Partito Socialista: da anni denunciamo le difficoltà per molte persone a gestire i costi crescenti dei premi di cassa malati.

Abbiamo fatto varie proposte concrete per controllare l’evoluzione dei costi. Ci battiamo per una maggiore regolamentazione e minore concorrenza tra gli ospedali e nel settore ambulatoriale, per più qualità e meno profitto, per gli interessi di tanti e non gli interessi di pochi. Eravamo a fianco degli assicurati e dei Cantoni quando si trattava di trovare una soluzione per i premi pagati in eccedenza, abbiamo sostenuto la procedura proposta dal Consiglio federale per la revisione del TARMED, auspichiamo una regolamentazione delle ammissioni nell’ambito ambulatoriale.

Ma oggi non siamo qui per ripassare la storia delle proposte e rivendicazioni fatte del Partito Socialista a livello cantonale e federale – quelle le trovate nella lista allegata. Oggi siamo qui per presentare un’iniziativa popolare di fronte all’immobilismo parlamentare in materia di riforma del sistema sanitario e i suoi continui attacchi contro gli interessi degli assicurati. Bisogna urgentemente limitare la spesa dei premi per l’assicurazione obbligatoria al 10% del reddito disponibile degli assicurati. Questi ultimi anni, la concorrenza e la ricerca di facili profitti hanno favorito l’aumento delle prestazioni – non sempre necessarie – e quindi dei costi. Inoltre numerosi Cantoni hanno diminuito in maniera importante gli aiuti alla riduzione dei premi cassa malati. È quindi urgente trovare delle soluzioni e limitare il peso dei premi cassa malati per quanto riguarda l’assicurazione malattia obbligatoria. La nostra proposta permetterà di alleggerire le economie domestiche confrontate con il continuo aumento dei premi e costringerà allo stesso tempo la politica ad intervenire sui costi sanitari.

Ricordiamo quindi alcune cifre e fatti:

  • L’obiettivo sociale perseguito dall’introduzione della LAMal – quindi che l’onere finanziario dei premi di cassa malati non pesasse più che l’8% sul reddito imponibile di una famiglia – non è mai stato raggiunto.
  • Anzi: l’onere finanziario dei premi è cresciuto dal 2010 in tutti i Cantoni mediamente dal 10 al 12%. Ci sono addirittura economie domestiche che spendono fino al 20% del loro reddito per i premi di cassa malati.

Graphique 1: Monitoring 2014 de l’OFSP

Vale quindi la pena paragonare lo sviluppo dei premi malattia con quella delle pensioni e dei salari: dall’introduzione della LAMal i premi sono esplosi! Mentre i premi sono oltre raddoppiati, i salari e le pensioni sono cresciuti solo in maniera limitata.

 

Graphique 2: Statistique de l’AOS 2016, chiffres USS

Con l’introduzione della riduzione individuale dei premi, il legislatore sperava di raggiungere un correttivo sociale e non più sostenere unicamente le persone dipendenti dagli aiuti sociali. È però compito dei Cantoni definire precisamente questo obiettivo sociale e gestire l’implementazione dei sussidi, situazione da cui risultano notevoli differenze cantonali, già nella determinazione del reddito usato per calcolare la riduzione individuale dei premi.

A causa delle differenze tra i vari Cantoni in ambito della riduzione individuale dei premi, nonché dei costi crescenti direttamente a carico degli assicurati (i cosiddetti costi ouf of pocket), il reddito disponibile delle economie domestiche sta diminuendo. Queste spese a carico degli assicurati si sommano agli elevati premi di cassa malati e alle imposte. Secondo uno studio dell’OCSE del 2017, queste spese sono responsabili del 28% di tutte le spese sanitarie. Concretamente oltre alla franchigia e alla quota a carico dell’assicurato, anche le spese per medicamenti non rimborsati, come per esempio materiale di bendaggio oppure di disinfestazione delle ferite non riconosciuti nell’assicurazione di base, sono un notevole aggravio.

Graphique 3: OCDE (2018), Dépenses de santé 

La conseguenza di tutto ciò è che i salari bassi e sempre di più anche il ceto medio sono sotto forte pressione a causa dell’onere finanziario dei premi.

Graphique 4

Nonostante salario uguale, l’aggravio netto per una famiglia con due figli varia tra il 4 e il 18% delle entrate lorde. Così la solidarietà tra i redditi, uno dei principi portanti della LAMal, viene messa in dubbio. È quindi urgente correggere questa grave situazione: non possiamo girarci di fronte alla problematica dei costi in continuo aumento e far finta che i soldi che restano nelle tasche degli assicurati a fine mese non stiano sempre di più diminuendo. Occorre agire.

Ulteriore documentazione:

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Dieci anni a Berna https://marinacarobbio.ch/2017/06/07/dieci-anni-berna/ https://marinacarobbio.ch/2017/06/07/dieci-anni-berna/#respond Wed, 07 Jun 2017 08:15:08 +0000 http://marinacarobbio.ch/?p=2165/ Da ormai dieci anni siedo in Consiglio Nazionale, dove ho l’onore di rappresentarvi. Sono stati dieci anni impegnativi, faticosi ma allo stesso tempo pieni di...

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Da ormai dieci anni siedo in Consiglio Nazionale, dove ho l’onore di rappresentarvi. Sono stati dieci anni impegnativi, faticosi ma allo stesso tempo pieni di interessanti esperienze: ho potuto contribuire ad importanti progetti, facendo la mia parte nel rendere la Svizzera e il Ticino più solidali, aperti e democratici. Grazie a tutti e tutte voi per averlo reso possibile. 

In questo breve video trovate un bilancio parziale della mia attività:

Da ormai dieci anni ho l'onore di rappresentarvi in Consiglio nazionale: grazie a tutti e tutte per averlo reso possibile! Ecco un bilancio parziale dei progetti a cui ho contributo.

Posted by Marina Carobbio on Mittwoch, 7. Juni 2017

 

Sono pronta per i prossimi due anni a Berna che mi attendono e poi vediamo cosa prevede il futuro

Cari saluti, Marina

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Stop alla pseudoconcorrenza tra assicuratori https://marinacarobbio.ch/2014/09/10/stop-alla-pseudoconcorrenza-tra-assicuratori-2/ https://marinacarobbio.ch/2014/09/10/stop-alla-pseudoconcorrenza-tra-assicuratori-2/#respond Wed, 10 Sep 2014 14:54:04 +0000 http://mcarobbio.sp-parl.ch/?p=597 Perché cambiare drasticamente sistema, con tutti i rischi che ciò comporta, quando il potenziale di risparmio è al di sotto del 5% (ovvero i costi...

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Perché cambiare drasticamente sistema, con tutti i rischi che ciò comporta, quando il potenziale di risparmio è al di sotto del 5% (ovvero i costi amministrativi delle casse malati)?

Il sistema attuale basato sulla concorrenza fra gli assicuratori malattia inasprisce la disparità di trattamento tra gli assicurati, ma non riesce a frenare l’esplosione dei premi cassa malati: singole casse fanno di tutto per non concludere contratti con persone anziane, ammalate o a rischio di ammalarsi; ritardano, nei loro confronti, i rimborsi di medicamenti e trattamenti, o prolungano ad arte le pratiche burocratiche. Invece di investire su una migliore presa a carico dei malati cronici o delle persone anziane, le casse malati  danno la caccia agli assicurati giovani e sani, spendendo milioni nel marketing. Ma il sistema attuale è anche poco trasparente per quanto riguarda la determinazione dei premi e l’utilizzo delle riserve.

In quale misura e in quale modo, concretamente, la cassa unica potrebbe ridurre i costi per i cittadini?

Con una cassa malati pubblica si risparmieranno almeno 325 milioni di franchi all’anno che oggi sono spesi in amministrazione, pubblicità o per i cambiamenti di cassa ogni anno. Si ridurrà il volume delle riserve e non ci saranno più i costi per la compensazione dei rischi. Ma è soprattutto sul medio periodo che la cassa malati pubblica avrà un effetto significativo sui costi e quindi anche sui premi: oggi nessuna cassa è stimolata a incentivare delle cure di qualità per le persone con malattie croniche. La cassa malati pubblica favorirà invece le reti di cure coordinate tra i vari professionisti sanitari (medici, infermieri, fisioterapisti ecc.) migliorando la presa a carico delle persone ammalate. I modelli assicurativi proposti oggi servono soprattutto a ridurre i costi, non a migliorare il trattamento degli ammalati. Permetterà di creare una nuova dinamica nella gestione delle cure di quel 5% di assicurati che genera il 50% dei costi. Ciò consentirà un risparmio sui costi di oltre 2 miliardi di franchi all’anno.

Molti aspetti non sono precisati nel vostro progetto: come gestire il cambiamento di sistema, ma soprattutto come gestire i conflitti d’interesse tra assicurati, fornitori di prestazioni,  Cantoni e Confederazione, tutti enti che sarebbero rappresentati nella direzione della nuova cassa; inoltre eventuali ribassi per bambini e giovani dovrebbero ancora essere definiti dal Parlamento.

Come tutte le iniziative si tratta di una proposta di modifica costituzionale. Gli aspetti pratici dovranno essere decisi dal Parlamento. Ciò non vuol dire che non abbiamo studiato a fondo come realizzare la cassa malati pubblica. Con 6 miliardi di franchi di riserve si potranno finanziare i costi del passaggio alla cassa malati pubblica. I premi ridotti per i bambini, le franchigie differenziate o i modelli “medico di famiglia”, come dichiarato dal consigliere federale Berset, saranno ancora possibili. Negli organi della cassa saranno rappresentati tutti gli attori del sistema sanitario, anche gli assicurati avranno quindi la possibilità di farsi sentire.

L’effetto positivo della concorrenza è quello di stimolare le casse a controllare i costi e a sviluppare nuovi modelli di cura. Un unico organo statale non rischia di diventare un mostro burocratico e stagnante?

Intanto oggi le casse non sviluppano nuovi modelli di cura, ma si concentrano come detto sulla caccia ai buoni rischi e sugli incentivi affinché accanto all’assicurazioni di base gli assicurati stipulino anche lucrative (per le casse) assicurazioni complementari. L’assicurazione malattia di base è un’assicurazione sociale dove dovrebbe vigere il principio di solidarietà. Noi proponiamo delle agenzie regionali a stretto contatto con gli assicurati; ci sarà un solo Consiglio di amministrazione invece degli attuali 60. Continuerà ad essere possibile la libera scelta del medico o dell’ospedale. Perché questo sistema dovrebbe essere meno efficiente? L’AVS funziona molto bene, la SUVA anche. Perché non dovrebbe funzionare bene anche una cassa malati pubblica? Proponiamo un cambiamento del sistema assicurativo, non del sistema sanitario svizzero!

Per quanto riguarda gli aspetti negativi della concorrenza, Governo e Parlamento stanno agendo: migliore compensazione dei rischi, sorveglianza delle casse, separazione tra base e complementare. Perché rivoluzionare il sistema, invece di curare gli aspetti meno soddisfacenti di un sistema comunque performante, anche nel confronto internazionale?

L’offerta sanitaria è di qualità, ma i problemi stanno nel sistema assicurativo. Prova ne è che i premi malattia aumentano ogni anno (anche per il 2015 sono previsti aumenti attorno del 3,8% con punte in alcuni cantoni che supereranno addirittura il 10% e in Ticino oltre il 6% ). Le modifiche previste dal legislatore federale non sono sufficienti: la cosiddetta “compensazione dei rischi” non ridurrà completamente la caccia agli assicurati giovani e sani. La legge sulla sorveglianza così come proposta dal Nazionale permetterà agli assicuratori di scegliere se rimborsare o meno eventuali premi pagati in eccesso. E non ci sarà una netta separazione tra assicurazione di base e complementare. Dopo 18 anni di concorrenza tra le casse malati, i cerotti non bastano più: ci vuole un vero cambiamento!

L’ultima iniziativa per una cassa unica risale a pochi anni fa ed è stata bocciata chiaramente. Che cosa vi fa credere che val la pena tornare alla carica?

In Svizzera le riforme più importanti- dall’AVS all’assicurazione maternità fino al voto alle donne hanno necessitato di più tentativi. Le distorsioni del sistema sono aumentate in maniera importante: accanto alla selezione dei rischi e all’esplosione dei premi, abbiamo assistito a una sempre minore trasparenza, ad esempio nella fissazione dei premi.  Basta citare i premi pagati in eccesso da assicurati di alcuni cantoni, come il Ticino. Oppure i flussi poco chiari tra assicurazioni di base e complementari che hanno portato in alcuni casi l’autorità di vigilanza a dover intervenire.

In: Corriere del Ticino, 3 settembre 2014.

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Una anziché 61 https://marinacarobbio.ch/2014/09/10/una-anziche-61/ https://marinacarobbio.ch/2014/09/10/una-anziche-61/#respond Wed, 10 Sep 2014 08:53:56 +0000 http://mcarobbio.sp-parl.ch/?p=579 Cassa malati pubblica, Marina Carobbio (PS) e Giovanni Merlini (PLR) a confronto. un ente pubblico per l’assicurazione malattia di base al posto delle 61 casse...

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Cassa malati pubblica, Marina Carobbio (PS) e Giovanni Merlini (PLR) a confronto.

un ente pubblico per l’assicurazione malattia di base al posto delle 61 casse attuali. La sinistra, affiancata dalle associazioni di pazienti e consumatori, torna alla carica con un progetto che non prevede più premi in base al reddito. Faccia a faccia tra due consiglieri nazionali sui possibili vantaggi e svantaggi di un sistema nel quale la concorrenza sarebbe limitata alle “complementari”.

Intervista in “La Regione 6 settembre 2014”

 

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Stavolta forse anche la Svizzera tedesca… https://marinacarobbio.ch/2014/09/05/stavolta-forse-anche-la-svizzera-tedesca/ https://marinacarobbio.ch/2014/09/05/stavolta-forse-anche-la-svizzera-tedesca/#respond Fri, 05 Sep 2014 15:47:42 +0000 http://mcarobbio.sp-parl.ch/?p=535 Intervista con Marina Carobbio Guscetti Come nel 2007, la campagna per la cassa malati pubblica si sta facendo infuocata. Sono già apparsi i primi annunci...

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Intervista con Marina Carobbio Guscetti

Come nel 2007, la campagna per la cassa malati pubblica si sta facendo infuocata. Sono già apparsi i primi annunci che descrivono la proposta dell’iniziativa come una trappola dei Rossi. Intanto in Parlamento si sta varando una legge per sorvegliare l’operato poco trasparente degli assicuratori. Di pressioni delle lobby degli assicuratori malattia, di attività parlamentare e di cassa malati pubblica abbiamo parlato con la consigliera nazionale Marina Carobbio Guscetti, da anni in prima fila in difesa degli assicurati.

Si sa: a Berna voi deputati siete prede ambite da parte delle lobby. Ci dica la verità: dato il suo mandato nella Commissione della sicurezza sociale e della sanità (CSSS), ha mai ricevuto qualche «proposta indecente» da parte degli assicuratori?

No, anche perché le mie posizioni sono chiare e note anche pubblicamente: mi impegno per una sanità di qualità accessibile a tutti e contro una medicina a due velocità, sono tra i promotori dell’iniziativa per una cassa malati pubblica, mi sono sempre battuta contro le potenti lobby delle casse malati e dell’industria farmaceutica…

Cosa pensa allora dei suoi colleghi che, essendo membri di un Consiglio di amministrazione di una società privata, sono chiamati a prendere delle decisioni politiche che possono avere delle ripercussioni economiche importanti su quella stessa società? Non c’è il rischio di un conflitto d’interessi?

Il rischio c’è ed è evidente. Ecco perché nel 2008 la consigliera nazionale socialista Jacqueline Fehr ha chiesto una modifica di legge, purtroppo respinta, per un disciplinamento più severo delle norme che determinato l’incompatibilità tra il ruolo di deputato all’Assemblea federale e quello di membro di un consiglio di amministrazione di una cassa malati. Una perizia giuridica designa infatti «le casse malati nell’ambito dell’assicurazione di base quali organi dell’Amministrazione statale diretta». Le regole di incompatibilità devono quindi essere applicate come in seno all’Amministrazione. Oggi un membro del Parlamento svizzero non può essere, per esempio, membro della commissione del Parco nazionale. Paradossalmente è invece consentito presiedere il consiglio di amministrazione di una cassa malati e nel contempo sedere in Parlamento.

È vero allora che a volte i progetti sui quali la Commissione deve lavorare sono concepiti dagli specialisti delle casse?

Non è proprio così. Normalmente noi lavoriamo su proposte del Consiglio federale, chele sottopone al Parlamento sotto forma di messaggi. Si tratta di revisioni legislative, come ad esempio la legge sui prodotti terapeutici, o di nuovi progetti di legge, come la nuova legge sulla sorveglianza sull’assicurazione malattia. I membri del Parlamento possono però fare a loro volta delle proposte sotto forma di atti parlamentari. Capita che le lobby riescano a convincere un parlamentare a depositare una determinata proposta o a sostenere determinate posizioni in commissione o in Parlamento. Attualmente è all’esame del Parlamento la revisione della legge sugli agenti terapeutici: nella sessione straordinaria del mese di maggio è stata discussa al Consiglio nazionale. Purtroppo in Ticino non se ne è quasi parlato, ma tra i punti cruciali di questa legge c’è anche la regolamentazione dei brevetti per i medicamenti e l’immissione sul mercato di nuovi medicamenti. Ecco che la lobby farmaceutica è riuscita a ottenere, passando quasi inosservata, l’esclusività di mercato per certi nuovi medicamenti. Di fatto ciò significa guadagni enormi per il settore farmaceutico. Queste proposte sono arrivate in commissione tramite rappresentanti vicini a queste lobby.

Di recente si è parlato molto della legge sulla sorveglianza per l’assicurazione di base. Di che cosa si tratta?

Oggi non ci sono le basi legali sufficienti per sorvegliare adeguatamente le casse malati che operano nel settore dell’assicurazione malattia di base. Ad esempio l’Ufficio federale per la sanità pubblica non ha le basi legali per intervenire per Content und Tabelle far abbassare dei premi troppo alti in rapporto ai costi nel Cantone. Con la legge sulla sorveglianza potrà farlo e anche compensare i premi pagati di troppo dagli assicurati.

Una legge che però non è ancora stata introdotta. Quali le pressioni di Santésuisse?

Il varo di questa legge è ancora in corso ed è stato possibile arrivare a questo punto anche perché a fine settembre si vota sulla cassa malati pubblica federale. Quindi anche gli ambienti di Centro destra si sono resi conto che qualcosa si deve fare in quest’ambito. Ma le pressioni per annacquare il tutto si sono fatte sentire e direi che non è solo Santésuisse, ma tutte le casse malati e quindi anche l’altro gruppo di assicuratori, Cura futura. Ecco perché il varo di questa legge è tanto lungo e non è ancora giunto al termine.

Dato che l’ha nominata, ci spiega quali dinamiche si celano dietro la creazione di Cura futura, il gruppo di pressione presieduto da Ignazio Cassis?

È semplicemente un’acquisizione di potere tra assicurazioni e gruppi assicurativi, legata anche a scelte strategiche di posizionamento nel mercato sanitario.

Parliamo un po’ dell’iniziativa. Chi paga la campagna degli assicuratori? Gli assicurati?

Gli assicuratori, ma con i soldi degli assicurati che, non potendo essere attinti dall’assicurazione di base perché sarebbe contrario alla legge, arrivano dalle assicurazioni complementari. Una campagna, quella dei contrari, che costerà milioni! Ma non solo: nelle pubblicazioni inviate ai loro assicurati, molte casse malati sparano a zero contro la cassa malati pubblica. Un modo di agire in contrasto con i principi di oggettività e imparzialità enunciati dal Consiglio federale e sottolineati nella sua risposta del 6 giugno scorso a un’interpellanza, secondo cui «le informazioni nelle riviste per i clienti degli assicuratori malattia devono corrispondere ai principi di oggettività, imparzialità e trasparenza». Purtroppo alla fine del mese di giugno la maggioranza della Commissione della sanità del Consiglio nazionale ha deciso di non intraprendere dei passi concreti per impedire questi abusi illegali.

Diciamolo: sette anni fa il testo in votazione fu spazzato via. Un dato interessante fu però il grado di approvazione dei cittadini ticinesi, che si attestò a quasi 18 punti percentuali in più della media nazionale. Come mai?

In Ticino come in Romandia la salute è vista giustamente come un servizio pubblico. Quindi non può essere gestita secondo regole di mercato. Questo concetto importante si fa ora sempre più strada anche nella Svizzera tedesca, finora più restìa a un cambiamento di sistema. L’attuale iniziativa vuole modificare il sistema di finanziamento dell’assicurazione malattia tramite una cassa unica per l’assicurazione di base, invece di una pseudoconcorrenza tra 60 casse. L’iniziativa vuole più equità e maggiore trasparenza. Propone anche un modello più semplice di quanto proposto nelle precedenti votazioni. Negli ultimi anni i problemi legati alla caccia ai buoni rischi, alla mancanza di trasparenza, al marketing aggressivo degli assicuratori malattia sono aumentati e, se aggiungiamo il problema dei premi pagati in eccesso in alcuni Cantoni, è probabile che il numero di coloro che sono convinti che ci voglia un cambiamento di sistema sia in aumento.

Il settore della salute non concerne solo gli assicurati e gli assicuratori. Un ruolo fondamentale lo svolgono i medici, il personale paramedico, i fisioterapisti eccetera. In questo senso la libertà di voto decretata dalla Federazione dei medici svizzeri (FMH) è una prima molto interessante.

L’iniziativa per una cassa malati pubblica è sostenuta da un ampio fronte, che vede raggruppati, oltre al Partito Socialista, ai Verdi e ai sindacati, anche le associazioni dei consumatori, dei pazienti e di numerosi fornitori di prestazioni. In particolare i fisioterapisti, le levatrici e gli infermieri. Ci sono poi molti medici che sostengono la proposta, al punto che si è creato anche un comitato di medici, e alcune organizzazioni mediche cantonali che sostengono il progetto di cassa pubblica. Quest’ampio sostegno da parte dei fornitori di prestazioni è sicuramente legato all’opacità del sistema di assicurazione malattia e alla cosiddetta selezione dei rischi, che fa sì che le casse malati facciano di tutto per acquisire pazienti giovani e sani a scapito di quelli anziani e con malattie croniche. Per i medici e gli altri professionisti sanitari ciò significa che, a dipendenza della cassa a cui è affiliato, un assicurato riesce a ricevere più facilmente delle cure che dovrebbero essere uguali per tutti, essendo pagate dall’assicurazione di base. Penso ad esempio alla fisioterapia o alle cure di riabilitazione o a certi medicamenti usati per il trattamento di malattie oncologiche o rare. Tutto ciò genera lunghe trafile burocratiche, che per i medici significano meno tempo per i pazienti. Ecco perché sono in molti a sostenere il cambiamento di sistema e quindi la cassa malati pubblica federale.

Chi è

Nata nel 1966, medico, sposata e con due figli, dopo 16 anni in Gran Consiglio Marina Carobbio è entrata in Consiglio nazionale nel 2007. Oggi è vicepresidente del Partito Socialista Svizzero, presidente dell’Associazione svizzera inquilini, copresidente dell’Associazione per l’aiuto medico al Centro America, presidente della Coordinazione nazionale per la politica delle dipendenze, membro del comitato del Coordinamento donne della sinistra, membro del comitato del Movimento dei senza voce, membro supplente del comitato VPOD.

Intervista di Nestor Buratti in Confronti Numero 66. 

 

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ôK Banner 300x300 ILa concorrenza tra le casse malati è una pratica sfavorevole per molti assicurati, mentre è un affare per le assicurazioni malattia. 

Perché è necessario cambiare sistema e realizzare finalmente un’assicurazione malattia più giusta e più semplice e meno cara? Perché? Perché la concorrenza tra le casse malati è una pratica sfavorevole per molti assicurati, mentre è un affare per le assicurazioni malattia. Non a caso le casse malati investono parecchie energie e molte risorse nell’acquisizione di assicurati giovani e sani, che provocano per le assicurazioni meno costi rispetto alle persone anziane e affette da malattie croniche. La concorrenza fra le casse malati, lo sapete, non verte su un’assistenza meno costosa e qualitativamente migliore, ma unicamente su una caccia ai buoni rischi.

Perché con l’attuale sistema assistiamo oggi a una riduzione mascherata di prestazioni nell’assicurazione di base e a un allargamento delle prestazioni delle assicurazioni complementari o delle prestazioni direttamente assunte e pagate dagli assicurati. La legge impone a tutti gli assicuratori malattia le stesse prestazioni. Ma in alcuni, molti, troppi casi le casse si arrogano la scelta delle prestazioni che rimborsano, nonostante la legge non conceda loro nessun margine di manovra. Molti assicurati conoscono le trafile per vedere riconosciute cure e prestazioni ammesse dall’assicurazione di base, sanno di medicamenti non rimborsati o pagati a dipendenza della cassa malattia con la quale si è assicurati o hanno vissuto direttamente le pressioni per stipulare costose assicurazioni complementari. Sono pratiche che permettono di aggirare la legge, la quale prevede le stesse prestazioni per tutti nell’assicurazione di base, e che di fatto minano ancora una volta la solidarietà.

Perché con sessanta casse malati oggi c’è un vero dispendio di soldi per campagne pubblicitarie per acquisire i buoni rischi, per il marketing, per i cambiamenti di cassa malati. Tutto questo causa costi per 300 milioni di franchi all’anno, ai quali si aggiungono i salari elevati dei dirigenti e i costi legati all’informatica per oltre sessanta casse e ha un potenziale di risparmio immediato sui premi nell’ordine dell’1,5 per cento. Grazie alla sua nuova struttura la cassa potrà introdurre dei modelli di cura innovativi e dei programmi strutturati per prendere in cura in maniera integrata i malati cronici. Sono modelli che oggi vengono rifiutati dalle casse malati – c’è un esempio conosciuto nel canton Vaud di un gruppo di personale che voleva prendere in cura dei malati diabetici e che si è visto rifiutare i contratti necessari con le casse malati – ma che permetteranno un considerevole risparmio di costi e quindi anche una riduzione dei premi.

Perché nel sistema attuale manca completamente la trasparenza: per come vengono realizzate le riserve, per la costituzione dei premi, per come si gestiscono i legami tra le assicurazioni complementari e le assicurazioni di base.

Es kann nicht sein, dass wie mit dem heutigen System ein rechtsgleicher Zugang zu den Leistungen nicht gewährleistet ist, wie zum Beispiel der Zugang zu Medikamenten im Off-Label-Use. Eine neue Studie des Büros Vatter zur Umsetzung des Off-Label-Use durch die Krankenkassen zeigt diese Ungerechtigkeiten klar. Pro Jahr werden Tausende von Gesuchen für den Off-Label-Use eingereicht, mehrheitlich für die Krebsbehandlung. Die Zuständigkeiten für die Beurteilung der Gesuche sind bei den Versicherern uneinheitlich geregelt. Als Folge davon ist die Quote der bewilligten Gesuche je nach Kasse unterschiedlich. Über die effektive Vergütung wird meistens zwischen dem Versicherer und der Herstellerfirma im Einzelfall verhandelt. Konkret: Der Zugang zu diesen Medikamenten ist sehr unterschiedlich, je nachdem, wo man versichert ist. Da hilft nur eines: eine öffentliche Krankenkasse. Sie müssen auf diese Probleme antworten, Kolleginnen und Kollegen, und die Antwort heisst eben: eine öffentliche Krankenkasse. Es trifft nicht zu, wie Frau Humbel vorhin gesagt hat, dass die öffentliche Krankenkasse eine Verstaatlichung ist. Die öffentliche Krankenkasse ist keine Verstaatlichung. Die Ärztinnen und Ärzte können Leistungen erbringen und weiterarbeiten wie heute, es wird für sie viel einfacher. Deshalb sind viele Ärztinnen und Ärzte, viele Physiotherapeuten und Ergotherapeuten für eine öffentliche Krankenkasse. Die öffentliche Krankenkasse ist gerechter, einfacher und günstig.

 

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